
La difesa italiana punta a un salto verso l’indipendenza energetica sostenibile, attraverso un maxi bando che coinvolge 23 sedimi militari, distribuiti su 900 ettari, per la realizzazione di impianti fotovoltaici. La gara, varata da Difesa Servizi e aperta ai privati fino al 15 ottobre, segna una tappa chiave nel percorso tracciato dal ministro Guido Crosetto per accelerare la transizione verso energie rinnovabili nel comparto militare. L’iniziativa riflette un impegno più ampio per coniugare esigenze strategiche e economia energetica nel campo della difesa.
La maxi gara: caratteristiche, investimenti e potenzialità energetiche
La procedura pubblicata sulla Gazzetta Europea e Ufficiale si candida come la più ampia operazione di questo tipo mai promossa in ambito militare in Italia. Il valore complessivo stimato supera i 770 milioni di euro. Attraverso una concessione della durata di 25 anni, operatori privati potranno proporre progetti per l’installazione e la gestione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili su 23 sedimi strutturati in tre blocchi.
Gli investimenti richiesti sono significativi: mediamente si prevede un impegno di circa 700mila euro per ettaro di superficie utile. L’obiettivo tecnico è installare pannelli fotovoltaici capaci di generare una potenza complessiva intorno ai 500 megawatt, con una produzione annua stimata di oltre 650mila megawattora. Queste quantità energetiche contribuiranno non solo a rifornire le strutture militari coinvolte, ma potranno anche avere un ruolo strategico nell’offrire una base green stabile e significativa.
Già dagli anni precedenti, Difesa Servizi ha favorito l’installazione di sistemi fotovoltaici in caserme e aree militari, a partire dal 2012, in collaborazione con partner commerciali. Oggi il progetto si allarga con la volontà di migliorare e ampliare quegli impianti, consolidando una cultura energetica interna al comparto.
La strategia del ministro crosetto per la svolta green nel settore difesa
Guido Crosetto ha ribadito l’importanza di imprimere una forte accelerazione sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nel settore della difesa, considerandolo un tassello centrale della strategia nazionale per raggiungere l’indipendenza energetica. La necessità di ridurre la dipendenza da fonti fossili ha spinto il ministero a favorire investimenti che consentano di adottare tecnologie pulite anche nel campo militare, settore tradizionalmente energivoro e strategico. Con questa politica, il ministero non solo punta a migliorare l’efficienza energetica delle sue strutture, ma vuole anche limitare i rischi geopolitici legati all’importazione di energia.
Difesa Servizi, la società in house guidata da Luca Andreoli, si occupa di gestire e valorizzare gli asset immobiliari del ministero. La maxi gara appena pubblicata è il primo grande passo in questa direzione e probabilmente sarà seguita da altre procedure simili, volte a raggiungere l’autosufficienza energetica indicata dal ministro. L’obiettivo è creare un ecosistema di produzione energetica interno alla difesa, che possa funzionare giorno per giorno garantendo autonomia e sostenibilità.
Il decreto energia come leva per velocizzare il progetto green
L’iniziativa rientra nell’ambito delle indicazioni previste dal decreto-legge 17 del 2022, detto anche Dl Energia, e in particolare dall’articolo 20. Questo decreto autorizza il ministero della Difesa a concedere in uso, anche parziale, i beni del demanio militare per realizzare impianti di energia rinnovabile. Le aree incluse nel bando possono, grazie al decreto 199 del 2021, essere considerate come “idonee” per questo tipo di interventi, il che assicura procedimenti autorizzativi snelli.
Questo quadro normativo consente di superare rallentamenti burocratici che spesso frenano la costruzione di impianti green su vasta scala. Il ministero potrà così rivolgersi direttamente a investitori privati, avvalendosi della posizione strategica dei patrimoni militari disponibili, per realizzare rapidamente infrastrutture energetiche sostenibili e integrate nella rete nazionale.
L’impatto economico e i vantaggi sulla spesa energetica della difesa
La formula sottostante la gara prevede che i privati si facciano carico di tutti i costi per la realizzazione e gestione degli impianti, mentre il ministero riconoscerà loro una tariffa per l’energia prodotta. Questa cessione dell’energia green sarà però a un prezzo inferiore rispetto a quello attualmente pagato dal ministero per l’approvvigionamento energetico.
Questo sistema dovrebbe consentire alla difesa di contenere la spesa energetica annuale, un aspetto importante considerati i consumi elevati del comparto militare. Le aree dei sedimi militari che saranno interessate dall’installazione dei pannelli includono sia superfici libere che coperture di edifici, per ottimizzare lo spazio disponibile.
Il progetto permette così di coniugare l’azione ambientale con obiettivi concreti di risparmio economico, favorendo un cambio di approccio nella gestione energetica della difesa. Si consolida in questo modo un modello che altri enti pubblici potrebbero prendere come esempio per avviare una transizione energetica più autonoma e meno onerosa.