La decisione del governo statunitense di annullare una norma ambientale storica preoccupa ambientalisti e istituzioni. La “roadless rule”, introdotta nel 2001 dall’amministrazione clinton, vietava la costruzione di strade e alcune attività estrattive in quasi 58 milioni di acri di foreste incontaminate. Questa misura ha tutelato una vasta parte del patrimonio boschivo degli Stati Uniti, ma ora rischia di essere cancellata dall’amministrazione Trump. Le conseguenze coinvolgono territori sia in Alaska che in altri stati come il Colorado e la Virginia.
Cosa prevede la “roadless rule”
La “roadless rule” è stata promulgata dall’allora presidente bill clinton poco prima di terminare il suo mandato, con l’obiettivo di preservare la biodiversità e impedire attività umane dannose nelle foreste nazionali ancora quasi selvagge. La norma copriva 58 milioni di acri distribuiti in varie regioni degli Stati Uniti. Il divieto riguardava la costruzione di nuove strade, il disboscamento estensivo, le attività minerarie e la trivellazione.
Questa decisione si ispirava a precedenti sviluppi storici nella tutela forestale, come quelli introdotti da theodore roosevelt all’inizio del XX secolo. La “roadless rule” rappresentava il più significativo intervento a protezione delle foreste americane da decenni, limitando l’espansione dell’industria estrattiva e preservando habitat fondamentali per molte specie animali.
Caratteristiche della foresta di tongass
Tra le aree più colpite dalla possibile cancellazione della norma c’è la foresta nazionale di tongass, in Alaska. Questa foresta pluviale temperata è una delle più estese e preziose al mondo. Alcuni alberi, come i cedri e gli abeti rossi, hanno più di 800 anni. La foresta ospita almeno 400 specie, inclusi animali emblematici come l’aquila di mare testabianca e vari tipi di salmoni. Inoltre, la foresta di tongass immagazzina una grande quantità di anidride carbonica, contribuendo in modo rilevante alla lotta contro il cambiamento climatico.
Il contrasto tra tutela e sfruttamento economico si è fatto vivo da anni in quella zona. Nel 2020, l’amministrazione Trump aveva già rimosso alcune protezioni consentendo il disboscamento su quasi 9 milioni di acri nella tongass. Nel 2023, l’amministrazione Biden aveva ripristinato le tutele, ma il nuovo passo di Trump andrebbe ben oltre le foreste dell’Alaska, estendendo la revoca a tutto il territorio nazionale.
Impatti nazionali della revoca
Il ritiro della “roadless rule” non riguarderebbe solo la foresta di tongass, ma anche tante altre aree protette sparse negli Stati Uniti. Tra queste ci sono territori nelle shenandoah mountains in Virginia e nell’area wilderness di frank church-river of no return in Idaho. La nuova disposizione favorirebbe la costruzione di strade, attività estrattive e disboscamenti in milioni di acri di foreste che finora erano preservate da questo tipo di interventi.
L’amministrazione Trump ha già tagliato risorse umane nel servizio forestale, aggravando le difficoltà nella gestione e nel controllo dei territori boschivi. Questo fattore può accrescere il rischio di incendi e altre emergenze ambientali. La cancellazione della norma è vista da molti come un passo indietro nella tutela degli ecosistemi forestali, aprendo la strada a interessi economici legati al commercio di legname e all’estrazione di risorse.
Ruolo particolare del colorado
Il Colorado appare in una posizione particolare rispetto alla revoca della norma. Lo stato ha siglato un accordo autonomo con il servizio forestale federale agli inizi degli anni 2000, che gli ha permesso di gestire in modo indipendente alcune regole per la protezione delle foreste. Nel 2012, sotto il governo Obama, il Colorado ha ottenuto il riconoscimento ufficiale di un regolamento specifico per il territorio statale.
Grazie a questa legislazione separata, circa 4,2 milioni di acri di foreste nel Colorado dovrebbero mantenere lo status di protezione, nonostante l’annuncio di ritiro della “roadless rule” su scala più ampia. Questa eccezione locale mette in evidenza quanto la gestione delle foreste nazionali possa variare a seconda dell’area e delle iniziative regionali.
L’evoluzione delle politiche forestali americane resta dunque molto incerta, con uno scontro aperto tra esigenze ambientali e spinte verso lo sfruttamento delle risorse naturali. La revoca della norma clintoniana segna una battuta d’arresto nelle garanzie di tutela alle foreste ancora poco toccate da interventi umani.