Un’operazione congiunta di polizia e guardia di finanza ha portato all’arresto di undici persone coinvolte in un’associazione per delinquere transnazionale. L’indagine, coordinata dalla procura europea di milano e palermo, ha scoperto un sistema di frode fiscale basato sul cosiddetto “lavaggio” dell’Iva intracomunitaria. I reati contestati includono riciclaggio, reimpiego di capitali e autoriciclaggio, con l’aggravante del collegamento con clan camorristici noti. L’azione degli inquirenti è l’ultimo sviluppo di un’inchiesta che già aveva prodotto 47 arresti a novembre e riguarda diversi paesi europei e extraeuropei.
La nuova ondata di arresti e le accuse mosse agli indagati
Gli undici arresti sono stati eseguiti da investigatori del servizio centrale operativo, della squadra mobile di palermo, della sisco e del nucleo Pef della guardia di finanza di varese. Le persone finite in manette sono accusate di partecipazione a un’associazione per delinquere transnazionale con l’obiettivo di evadere l’Iva sulle operazioni intracomunitarie. Le accuse comprendono riciclaggio, reimpiego del denaro illecito e autoriciclaggio. L’indagine ha evidenziato come queste attività siano state poste in atto con il sostegno e il favoreggiamento di esponenti della mafia e della camorra. Gli inquirenti lavorano per dimostrare che l’organizzazione criminale ha usato i servizi finanziari, anche internazionali, per occultare flussi di denaro la cui origine deriva da reati fiscali.
Collegamenti con i clan camorristici e proseguimento di un’indagine avviata a novembre
Questo filone investigativo nasce dal proseguimento di un’inchiesta più ampia, che lo scorso novembre portò a quarantasette arresti in italia e all’estero. Nei mesi precedenti furono identificati e messi sotto sequestro beni mobili e immobili per un valore superiore ai 650 milioni di euro, facendo emergere una rete transnazionale con ramificazioni in spagna, svizzera, singapore ed emirati arabi uniti. In quell’occasione, era riuscito a sfuggire alla cattura un cittadino belga ritenuto capo della struttura criminale, poi arrestato lo scorso 26 maggio a milano malpensa dopo sei mesi di latitanza. L’attività degli inquirenti ha permesso inoltre di individuare i legami tra gli arrestati e i clan Nuvoletta, di origini maranesi, e Di Lauro, attivi nell’area di Scampia a Napoli.
Attività investigative e perquisizioni in italia e all’estero
Le nuove misure hanno interessato principalmente le province di napoli, ascoli piceno e roma, dove sono stati individuati nove degli arrestati. Per gli altri due, localizzati a Dubai e negli Emirati Arabi Uniti, la procura ha emesso un mandato di arresto europeo. L’indagine si è basata sull’analisi di documenti, telefoni cellulari e dispositivi informatici sequestrati, oltre che sulle dichiarazioni di alcuni indagati che hanno collaborato con gli investigatori. Sono tuttora in corso perquisizioni in diverse abitazioni e uffici delle province coinvolte. Queste operazioni mirano a recuperare ulteriore materiale probatorio riguardante i contatti fra i membri dell’organizzazione e le modalità con cui venivano gestiti i flussi di denaro sporco.