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Risarcimento di 80 mila euro ai nonni per la morte intrauterina della nipote a Bolzano nel 2007

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La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di quattro nonni a ricevere un risarcimento di 80 mila euro dopo la morte intrauterina della loro nipote, avvenuta all’ospedale di Bolzano nel 2007. Il caso si concentra sulla perdita della possibilità di instaurare un legame parentale con la bimba nata morta, riconoscendo un danno anche se la neonata non era ancora venuta al mondo. Si tratta di una decisione importante nel campo del risarcimento civile che coinvolge anche responsabilità mediche.

Il contesto del caso e il riconoscimento del danno da parte della cassazione

Il 13 ottobre 2007 una bambina è morta prima del parto all’ospedale di Bolzano. Questo evento drammatico ha coinvolto i genitori e i nonni, con richieste di risarcimento distinte. I genitori avevano già ottenuto un risarcimento civile per la perdita della figlia, mentre i nonni avevano avviato una causa per ottenere un riconoscimento economico legato alla perdita della possibilità di creare un rapporto affettivo con la nipote.

La Cassazione ha dichiarato che la morte intrauterina configura un danno risarcibile anche per i nonni, estendendo il concetto di danno da perdita parentale oltre il rapporto genitoriale diretto. La somma complessiva riconosciuta ai quattro nonni è di 80 mila euro, con un compenso di 20 mila euro ciascuno. Questa decisione rappresenta un punto di riferimento giurisprudenziale per casi simili, dove la nascita non andata a buon fine impedisce di instaurare legami familiari importanti.

Le implicazioni legali e civili della sentenza sulla perdita della chance parentale

La sentenza della Cassazione si basa su un principio che non era sempre stato riconosciuto con chiarezza: il danno da perdita della chance di rapporto parentale può essere attribuito anche ai nonni. Questo apre la strada a richieste di risarcimento in situazioni di morte intrauterina o infantile, con un’interpretazione più ampia del danno esistenziale. La scelta della corte ha ricalcato la valutazione effettuata dal tribunale di Bolzano in primo grado, consolidando così la posizione giuridica.

Il danno riconosciuto non si limita alla sofferenza emotiva ma riguarda il mancato sviluppo di un legame familiare che avrebbe potuto portare benefici affettivi e sociali. Nel caso specifico, i nonni avevano ragione a rivendicare una perdita profonda che si somma a quella dei genitori. L’importo assegnato riflette la natura particolare del danno, differenziandosi da risarcimenti per lesioni fisiche o morte di un parente stretto.

Il ruolo dell’ostetrica e il procedimento penale collegato all’incidente

Dietro questo caso civile si nasconde un procedimento penale che ha visto coinvolta l’ostetrica dell’ospedale di Bolzano. L’accusa riguardava la mancata lettura corretta del tracciato cardiotocografico, uno strumento che monitora il battito cardiaco fetale durante il travaglio. Una valutazione errata di questi dati avrebbe portato all’assenza di interventi tempestivi, risultando nella sofferenza e morte fetale.

Il processo si è concluso con un patteggiamento da parte dell’ostetrica, che ha riconosciuto le responsabilità ma senza che si arrivasse a una condanna definitiva. Questo esito ha però avuto ripercussioni importanti sulla vicenda civile, rafforzando la richiesta di risarcimento da parte dei parenti.

Il caso evidenzia come errori professionali in ambito medico possano coinvolgere non solo la vita del nascituro ma anche quella dei familiari che vengono privati di legami affettivi fondamentali.

Il percorso legale iniziato 18 anni fa e il ruolo degli avvocati nel riconoscimento del risarcimento

La vicenda nasce quasi due decenni fa, nel 2007, e da allora ha visto una lunga battaglia legale. I nonni della bambina morta all’ospedale di Bolzano hanno affidato la difesa agli avvocati Nicola Nettis ed Ernest Cuccarollo. Il loro lavoro ha riguardato sia il contenzioso civile per ottenere il risarcimento sia l’aspetto penale legato alla colpa professionale dell’ostetrica.

Il caso è emblematico per la durata e l’articolazione del procedimento, che ha coinvolto più sedi giudiziarie e diversi livelli di giudizio. La conferma della Cassazione arriva a sancire definitivamente il diritto dei nonni a un risarcimento, chiudendo una fase lunga e complessa.

Il risultato ottenuto dimostra come con una strategia legale ben condotta sia possibile ottenere riconoscimenti economici anche in situazioni dove il nesso tra danno subito e responsabilità medica può apparire più sfumato rispetto a casi tradizionali di lesioni.

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