Tavolara, isola della Sardegna nord-orientale, custodisce spiagge segrete, biodiversità protetta e la storia del regno più piccolo del mondo.
C’è un punto del Mediterraneo, al largo della Sardegna nord-orientale, dove la roccia sembra nascere direttamente dal mare. Si chiama Tavolara, e chi arriva fin lì, da Porto San Paolo o dalla costa gallurese, ha spesso la sensazione di trovarsi dentro una cartolina d’altri tempi. Un’enorme montagna calcarea e granitica, lunga poco più di cinque chilometri, che si innalza fino a 565 metri. A colpo d’occhio sembra un’enclave separata dal mondo, sospesa tra cielo limpido e fondali trasparenti. Ma questa isola è molto più di un paesaggio: è un archivio naturale e umano, dove storia, natura e mito convivono nello spazio di poche centinaia di ettari.
Il regno invisibile dei Bertoleoni e la storia che resiste
Tavolara non compare nelle guide classiche dei regni del mondo, eppure qui si parla davvero di monarchia. Nell’Ottocento, la famiglia Bertoleoni ottenne dal re di Sardegna Carlo Alberto una sorta di tacito riconoscimento, fondando simbolicamente il “regno più piccolo del mondo”. Una monarchia non ufficiale, certo, ma con tanto di fotografie esposte perfino al British Museum. Il primo sovrano fu Giuseppe Bertoleoni, seguito da discendenti che ancora oggi, nella piccola osteria dell’isola, raccontano quella storia con una naturalezza disarmante.
L’isola, però, ha una memoria ancora più antica. Scavi e ritrovamenti attestano la presenza dell’uomo già nel Neolitico, prova che, nonostante la sua asprezza, Tavolara ha sempre attratto l’uomo, forse per la sua posizione strategica, forse per il magnetismo che la roccia viva esercita ancora oggi su chi la osserva dal mare. Ogni estate, poche decine di persone ci vivono stabilmente. Il resto dell’anno, la natura si riprende tutto, silenziosamente.
Spiagge nascoste, fondali da sogno e sentieri inaccessibili
Il tratto più sorprendente di Tavolara è che non è facile da vivere, eppure non lo si dimentica mai. La costa, pur essendo frastagliata e rocciosa, nasconde calette isolate, con sabbie chiarissime e acque trasparenti. I colori virano dal turchese all’azzurro profondo. Non a caso, l’intera area rientra nella zona protetta Tavolara–Punta Coda Cavallo, una delle più tutelate del Mediterraneo. Chi si immerge nei suoi fondali trova relitti sommersi, posidonia oceanica, cernie giganti, aquile di mare e a volte anche delfini, visibili tra maggio e ottobre, quando la visibilità supera i 40 metri.
Ma Tavolara non è solo mare. È anche escursionismo, per chi ha gambe buone e testa fredda. Il percorso più celebre, la Via Ferrata degli Angeli, conduce alle creste superiori con corde, staffe e tratti esposti. La ricompensa è un panorama che spazia dalla Gallura all’Arcipelago di La Maddalena, fino alla Corsica. Più accessibili, invece, i sentieri che conducono al pratone, un altopiano erboso nascosto nel cuore dell’isola, oppure le spiagge raggiungibili via mare, tra cui Spiaggia Spalmatore di Terra, celebre per la sua bellezza silenziosa.
Chi mette piede a Tavolara raramente torna solo con una foto. Porta via una sensazione precisa: quella di aver camminato in un luogo fuori dal tempo, dove ogni cosa – il mare, le rocce, le storie – è rimasta com’era prima dell’arrivo del turismo di massa.
