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Il futuro della cosmetica tra biotecnologia, sostenibilità e nuove frontiere degli ingredienti

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La ricerca nel campo cosmetico sfrutta sempre di più la biodiversità e le tecnologie avanzate per creare prodotti più naturali e sostenibili. Tra batteri, piante rare e macchinari innovativi si delineano scenari che stanno già cambiando il modo con cui si producono e si consumano cosmetici. L’impegno delle aziende più importanti si concentra non solo su formule all’avanguardia ma anche su imballaggi e processi produttivi a basso impatto ambientale.

Biodiversità e biotecnologia come risorse per nuovi attivi cosmetici

Si stima che sulla Terra esistano circa 1000 miliardi di specie batteriche, di cui solamente lo 0,001% è catalogato. Le piante note superano le 400mila specie, mentre almeno 60mila restano ancora da scoprire. Questo dato pone l’attenzione su un’immensa risorsa naturale ancora poco esplorata, soprattutto nel settore cosmetico. Le micro-organismi e le piante rappresentano infatti la base per nuovi principi attivi capaci di migliorare la salute della pelle e contrastare vari disturbi.

Esempi di batteri e piante dal potenziale cosmetico

Ad esempio, batteri come lo Sphingobioma hanno mostrato capacità di riequilibrare pelli affette da rosacea, mentre la Vitreoscilla filiformis funziona efficacemente contro pelli atopiche. Questi esempi confermano come l’uso sapiente dei micro-organismi stia emergendo come trend in crescita nel mondo beauty. Non si tratta solo di ingredienti esotici ma di elementi naturali capaci di integrare e potenziare la funzione protettiva e rigenerante della pelle.

L’innovazione tecnologica nella coltivazione sostenibile di piante cosmetiche

Attraverso tecnologie come le fattorie verticali, si possono coltivare piante rare e in via di estinzione in ambienti controllati. Il laboratorio BioPod, creato dalla start up francese Interstellar, è un esempio di come un sistema chiuso e totalmente automatizzato possa guidare la crescita di specie come mughetto, stella alpina e centella asiatica. Il processo è privo di pesticidi ed elimina gli sprechi, garantendo ingredienti puri e sostenibili.

Monitoraggio con intelligenza artificiale per ridurre l’impatto ambientale

Il controllo da parte di intelligenza artificiale assicura il monitoraggio costante della biosfera interna. Tale metodo riduce l’impatto ambientale e assicura un ciclo produttivo tracciabile. I principi attivi estratti da queste piante mantengono la loro efficacia naturale, offrendo benefici reali e tutelando specie a rischio. In pratica, la tecnologia permette di sfruttare il potenziale delle piante senza forzature o danni agli ecosistemi.

Osmobloom, la rivoluzione nell’estrazione di fragranze naturali

Un’altra frontiera della cosmetica è l’estrazione dell’essenza olfattiva dei fiori appena sbocciati senza alterarne la composizione. Osmobloom è un macchinario in grado di catturare letteralmente l’aria profumata intorno a piante come tuberosa, giacinto, mughetto e fiori d’arancia. Questo metodo consente di ottenere fragranze particolarmente intense e durature.

L’odore catturato conserva la complessità originale del fiore, caratteristica difficile da ricreare tramite tecniche tradizionali. I profumi realizzati con materiali così estratti sono più naturali e evocativi. Non si parla più solo di fragranze ma di esperienze olfattive che connettono direttamente con la natura. È un passo avanti nella formulazione di cosmetici che valorizzano la materia prima in modo autentico.

Gli impegni di l’oréal per una produzione sostenibile e innovativa

Durante il convegno “L’Oréal for the future in Europe 2025” a Parigi, l’amministratore delegato Nicolas Hieronimus ha ribadito quanto il gruppo abbia già integrato nel proprio operato criteri ambientali stringenti. L’obiettivo del piano decennale, avviato nel 2020, è di usare entro il 2030 energia interamente rinnovabile, materiali biobased al 90% per formule e packaging e acqua riciclata al 100% nelle industrie.

Nei primi tre mesi del 2025, L’Oréal ha raggiunto un fatturato di 11,73 miliardi di euro. Lo stabilimento di Settimo Torinese rappresenta un modello di produzione sostenibile con uso totale di acqua riciclata. L’uso di plastica riciclata nei packaging è arrivato al 37%, si punta al 50%, con una riduzione del peso dei materiali del 20% rispetto al 2019.

Le sfide del reperimento materie prime riciclate

Hieronimus ha spiegato che alcune aspettative andranno adeguate alle disponibilità reali come quella di plastica riciclata, scarsa sul mercato. Il gruppo ha deciso di estendere la sostenibilità a tutti i materiali di imballaggio e lavora con una rete di partner per coinvolgere tutta la filiera. L’investimento in Ricerca e Sviluppo supera 1,3 miliardi di euro e prevede anche un fondo da 100 milioni destinato a start up innovative.

Il refill e nuove pratiche per ridurre gli sprechi negli scaffali

L’Oréal si concentra anche su modelli di consumo più sostenibili, con prodotti facilmente ricaricabili come shampoo, profumi, fondotinta e saponi. I sistemi refill arriveranno in molte vendite, con packaging realizzati in plastica riutilizzata o cartone rigenerato. In alcuni grandi negozi si stanno predisponendo aree dedicate, con dispense per rifornire cosmetici a marchi noti.

Questo sistema permette di diminuire rifiuti e plastica vergine. Gli scaffali stessi si trasformano, offrendo soluzioni più rispettose dell’ambiente senza rinunciare alla comodità e all’esperienza d’uso. È un cambiamento richiesto dai consumatori e dalla regolamentazione, che alcune realtà stanno già adottando concretamente su larga scala.

Sostenibilità, biotecnologia e innovazione si intrecciano quindi nel presente della cosmetica internazionale. I gruppi più grandi lavorano su più fronti per rispondere a nuove esigenze, garantendo la qualità dei prodotti e riducendo l’impatto sull’ambiente. Alleanza tra scienza e natura segna le sfide e le opportunità degli anni a venire.

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