
Cub organizza presidi davanti alle Prefetture per denunciare le morti sul lavoro
Il drammatico bilancio delle morti sul lavoro continua a crescere in Italia, e la CUB (Confederazione Unitaria di Base) non rimane in silenzio. Con l’annuncio di presidi organizzati davanti alle principali Prefetture del Paese mercoledì 9 luglio, il sindacato di base intende alzare la voce contro un governo che, secondo loro, non sta facendo abbastanza per affrontare questa emergenza. “Il governo pensa a riarmare il Paese, ma i caduti sono sul lavoro, due solo ieri in Lombardia”, ha dichiarato la CUB, evidenziando la gravità della situazione e la necessità di un intervento immediato.
A pochi giorni dallo sciopero generale previsto per venerdì 20 giugno, il tema delle morti sul lavoro torna prepotentemente alla ribalta. È un problema che affligge non solo i lavoratori, ma l’intera società , e che richiede un’attenzione urgente e concreta. La CUB sottolinea come la strage silenziosa che si consuma nei luoghi di lavoro sia inammissibile per una nazione che aspira a definirsi civile. Ogni anno, migliaia di lavoratori perdono la vita a causa di incidenti sul lavoro, mentre molti altri subiscono infortuni gravi che cambiano per sempre le loro vite.
l’inadeguatezza dei salari e la crisi economica
Il sindacato evidenzia che l’inadeguatezza dei salari, combinata con una crisi economica globale, crea un contesto particolarmente difficile per i lavoratori. La richiesta di un adeguamento salariale diventa quindi non solo una questione di giustizia sociale, ma anche di sicurezza. “I morti sul lavoro, come l’inadeguatezza dei salari in una fase di crisi economica mondiale, richiederebbero il massimo sforzo da parte del Governo e delle istituzioni”, afferma la CUB. È fondamentale che vengano convogliati fondi sufficienti e che si adottino scelte radicali per affrontare una questione così delicata.
l’appello della cub per un cambiamento
La CUB lancia un appello chiaro: “Gli sforzi della politica devono convergere sulla normalizzazione del mondo del lavoro, piagato da incidenti, precariato, lavoro nero e sfruttamento”. La situazione attuale è insostenibile, e il sindacato critica le scelte del governo di investire ingenti somme in armamenti e progetti bellici, piuttosto che destinare risorse per migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza dei lavoratori.
L’Italia, nel contesto europeo, si trova ad affrontare un fenomeno allarmante. Secondo i dati dell’INAIL, nel 2022 si sono registrati oltre 1.000 decessi sul lavoro, un numero che ha suscitato indignazione e richiesta di interventi urgenti. Le statistiche mostrano che i settori più colpiti sono quelli dell’edilizia e dell’industria, ma non si può trascurare la situazione nei servizi e nel commercio. Le morti sul lavoro non sono solo numeri, ma storie di vite spezzate, famiglie distrutte e un futuro incerto.
la mobilitazione del 9 luglio
In questo contesto, è importante sottolineare che la CUB non è l’unico sindacato a denunciare questa situazione. Altri sindacati e movimenti lavoratori hanno alzato la voce, chiedendo un cambiamento radicale nella legislazione e nell’approccio alla sicurezza sul lavoro. La questione è diventata un tema centrale anche nel dibattito politico, con richieste di incontri e tavoli di lavoro per affrontare la situazione.
Il 9 luglio, i presidi davanti alle Prefetture rappresenteranno non solo una protesta, ma anche un momento di riflessione e unione tra i lavoratori. La CUB invita tutti a partecipare, a far sentire la propria voce e a contribuire a una causa che riguarda tutti. La sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale, e spetta a ciascun cittadino sostenere questa battaglia per garantire un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso.
In un momento in cui la società sembra sempre più divisa su molte questioni, la lotta per la sicurezza sul lavoro dovrebbe unire tutti, al di là delle appartenenze politiche e sindacali. La salute e la vita dei lavoratori non possono essere messe in secondo piano rispetto ad altri interessi. È tempo di agire, di responsabilizzare il governo e le istituzioni, affinché si prendano decisioni concrete e si elaborino leggi che tutelino i diritti dei lavoratori.
La CUB, attraverso questa mobilitazione, intende portare alla luce un problema che non può più essere ignorato. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità per il governo e per l’intera società . Gli appelli alla responsabilità e alla giustizia sociale devono trovare ascolto, affinché non si debbano più contare morti sul lavoro come se fossero numeri in un triste bollettino. La vita dei lavoratori è un valore inestimabile, e spetta a tutti noi difenderla con determinazione e coraggio.