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Angela Celentano, nuove speranze: il giudice riapre il caso con la pista turca e il test del Dna

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Angela Celentano, nuove speranze: il giudice riapre il caso con la pista turca e il test del Dna
Angela Celentano, nuove speranze: il giudice riapre il caso con la pista turca e il test del Dna
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Il caso di Angela Celentano, la bambina scomparsa nel 1996, ha riacceso l’interesse di pubblico e autorità. Recentemente, la giudice per le indagini preliminari di Napoli, Federica Colucci, ha deciso di riaprire il caso, avviando nuove indagini che includono un importante esame del Dna per esplorare la cosiddetta «pista turca». Questa svolta potrebbe rivelarsi cruciale per risolvere un mistero che dura da oltre 27 anni.

Angela, all’epoca solo tre anni, si trovava in gita con la sua famiglia sul Monte Faito, un’area montuosa tra Castellammare di Stabia e Vico Equense, in provincia di Napoli. Il 10 agosto 1996, durante una passeggiata, la piccola scomparve senza lasciare traccia, dando inizio a una mobilitazione senza precedenti di forze dell’ordine e volontari. Nonostante gli sforzi, la bambina non è mai stata trovata, e il mistero della sua scomparsa ha generato numerose ipotesi e teorie, senza risultati concreti.

La richiesta di esame del Dna

La richiesta di esame del Dna è stata presentata dagli avvocati della famiglia Celentano, Luigi Ferrandino ed Enrica Visconti, proprio mentre il sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Giuseppe Cimarotta, aveva proposto l’archiviazione del caso per mancanza di prove. La giudice Colucci ha però ritenuto che ci siano nuovi elementi da esplorare, sottolineando l’importanza di approfondire alcune piste promettenti.

La pista turca

Uno degli aspetti più intriganti della nuova indagine è rappresentato dalla pista turca, emersa nel 2009 grazie alla denuncia di Vincenza Trentinella, una cittadina italiana. La Trentinella ha indicato l’isolotto turco di Buyukada come possibile luogo di residenza di Angela, sostenendo di aver appreso la storia da un prete, don Augusto, che le aveva rivelato dettagli su una donna che, in confessione, aveva parlato di una bambina scomparsa. Dopo la morte del sacerdote, la Trentinella si è recata in Turchia per verificare la veridicità del racconto.

Durante la sua indagine, ha affermato di aver incontrato un uomo, identificato come Fafhi Bey, che avrebbe una cicatrice sul collo e che, secondo le sue affermazioni, avrebbe in custodia Angela. La Trentinella ha anche fornito una fotografia della ragazza che potrebbe corrispondere a Angela, rendendo la questione ancora più complessa. Tuttavia, nonostante le segnalazioni e le testimonianze, la Procura ha ritenuto insufficiente il materiale probatorio, chiedendo l’archiviazione del caso.

Nuove speranze

Ora, la giudice Colucci ha richiesto l’ascolto di alcuni testimoni turchi, tra cui un avvocato che potrebbe avere informazioni utili per identificare la ragazza nella foto. Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta nel caso, riaccendendo la speranza per la famiglia Celentano e per tutti coloro che si sono mobilitati nel corso degli anni per cercare di risolvere il mistero.

Angela, che oggi avrebbe 32 anni, è diventata un simbolo di speranza e disperazione per molte famiglie. La sua scomparsa ha portato a una riflessione più ampia sulla sicurezza dei bambini e sull’importanza delle indagini nelle scomparse. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, la famiglia Celentano organizza eventi e manifestazioni per mantenere viva la memoria di Angela.

Questo nuovo sviluppo nel caso non rappresenta solo un passo avanti per la giustizia, ma è anche un forte richiamo all’attenzione pubblica. La riapertura del caso potrebbe portare a nuove scoperte e, si spera, a risposte chiare per la famiglia e per chi ha seguito questa triste vicenda. Gli avvocati della famiglia, con il loro impegno e perseveranza, continuano a cercare la verità, nonostante le difficoltà.

L’attenzione dei media e dell’opinione pubblica rimane alta, e la storia di Angela Celentano continua a toccare il cuore di molte persone. La speranza di fare luce su cosa sia realmente accaduto quel fatidico giorno del 10 agosto 1996 è ancora viva, alimentata dai nuovi sviluppi investigativi e dalla determinazione di chi non si arrende nel cercare giustizia.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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