Il premier ulf kristersson ha espresso dubbi sull’esito del vertice nato in programma domani. Non è ancora chiaro se si raggiungerà un accordo definitivo sulla soglia minima del 5% di spesa militare per i paesi membri, nonostante le attese. Le tensioni riguardano in particolare la posizione di alcuni stati europei, tra cui la spagna, che rimane un nodo da sciogliere prima della conclusione del summit.
La posizione del premier svedese sul vertice nato
Ulf kristersson, intervenuto durante un incontro con giornalisti internazionali tra cui ANSA, ha dichiarato che non dà nulla per scontato circa le decisioni di domani. Ha specificato che l’ipotesi di un accordo sul 5% del pil destinato alla difesa non è ancora formalmente raggiunta. Secondo il premier, bisogna attendere la decisione ufficiale prima di considerare il tema chiuso. Questa affermazione indica una certa prudenza rispetto alle aspettative circolate nei giorni precedenti al vertice.
Kristersson ha inoltre sottolineato la importanza che il vertice adotti una posizione chiara e condivisa, senza lasciare spazi ad eccezioni nazionali rispetto alla bozza di conclusioni preparata. In particolare, ha evidenziato come sarebbe un segnale negativo per l’alleanza se i paesi membri europei non riuscissero a trovare un’intesa sulla questione della spesa minima militare.
Le divergenze tra gli stati membri, la spagna sotto i riflettori
La posizione della spagna è stata al centro delle domande rivolte al premier svedese. Tra i paesi europei della Nato, Madrid pare mantenere riserve sull’obbligo di raggiungere il 5% del pil in spesa militare, tema che genera un contrasto rilevante nel percorso verso il vertice. Il premier ha evitato di entrare nel merito delle motivazioni spagnole, ma ha lasciato capire che queste potrebbero rappresentare un ostacolo per un accordo compatto.
Questa situazione evidenzia le difficoltà politiche che ancora restano aperte all’interno dell’alleanza atlantica. Il dibattito sulla spesa militare riaccende vecchie tensioni su equilibri di bilancio e priorità nazionali, ma la pressione cresce perché il vertice riesca a produrre una linea univoca, fermo restando la volontà di non lasciare spazio a deroghe per singoli stati.
Il ruolo delle conclusioni del vertice e la questione delle eccezioni nazionali
Le conclusioni del vertice nato rappresentano il documento finale che definisce gli impegni dei paesi membri. Kristersson ha chiarito di non vedere spazio all’interno della bozza di concessioni riguardanti eccezioni nazionali. Questo dettaglio fa capire che la linea attesa all’interno dell’alleanza punta a un rafforzamento delle regole comuni, evitando trattamenti differenziati che potrebbero indebolire la coesione.
Il nodo delle eccezioni è cruciale perché la storia della Nato registra varie situazioni in cui i singoli stati hanno chiesto deroghe rispetto agli impegni condivisi. Questa volta, il messaggio è netto: uniformità e rigore negli impegni, specie dopo gli sviluppi geopolitici recenti, sono vista fondamentale per garantire stabilità e sicurezza collettiva.
A quel punto, ogni stato dovrà allineare le sue decisioni alla linea comune e le trattative in corso evidenziano quanto il vertice del 2025 sia un appuntamento decisivo per il futuro dell’Alleanza atlantica. L’attenzione rimane alta sullo svolgimento del summit e sulle eventuali sorprese dell’ultimo momento.