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le autorità iraniane confermano il blocco di whatsapp ma riattivano telegram dopo gli attacchi israeliani

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L’iran ha deciso di mantenere il blocco di whatsapp, mentre autorizza il ritorno di telegram nel paese, a seguito delle tensioni esplose dopo gli attacchi israeliani. La scelta è stata motivata con accuse di collaborazioni con servizi di spionaggio e dichiarazioni ufficiali rilasciate dall’autorità per le telecomunicazioni iraniana.

Whatsapp resta bloccata per presunte attività di spionaggio

L’autorità iraniana per le telecomunicazioni ha reso noto che whatsapp continuerà a essere bloccata nel paese. Il divieto è stato giustificato con l’accusa rivolta a Meta, proprietaria della piattaforma, di aver messo a disposizione servizi di sorveglianza a favore di quello che definisce il “nemico sionista”. Questa definizione si riferisce alle tensioni politiche e alle attività di intelligence collegate a Israele, ritenuto da Teheran un avversario. La decisione mantiene una stretta censura su whatsapp, piattaforma molto popolare ma considerata pericolosa per la sicurezza nazionale. La misura segue un clima di crescente diffidenza verso le aziende tecnologiche straniere e i loro possibili legami con agenzie di spionaggio o governi esterni. Non è la prima volta che whatsapp incontra restrizioni in Iran, dove il controllo su internet è rigido, soprattutto in momenti di crisi internazionale o instabilità interna.

Telegram riattivata dopo aver mantenuto una posizione “neutrale”

Telegram, il servizio di messaggistica più utilizzato in Iran, tornerebbe a funzionare dopo una sospensione temporanea legata agli ultimi eventi militari. Fondata da Pavel Durov, questa piattaforma è stata riconosciuta dall’autorità iraniana come neutrale nelle dinamiche di spionaggio o interferenze di potenze straniere, motivo per cui ha ottenuto il via libera. Telegram riveste un ruolo cruciale in Iran, dove raggiunge milioni di utenti quotidianamente per scambi di notizie, comunicazioni private e diffusione di opinioni. Dopo aver adottato misure precauzionali durante gli attacchi di Israele, le autorità hanno giudicato che non sussistano rischi analoghi a quelli associati a whatsapp. La riattivazione conferma l’importanza di questa app nel contesto sociale e politico iraniano e segna una differenza netta nel trattamento delle piattaforme digitali da parte del governo.

Il contesto geopolitico e gli effetti sulle comunicazioni digitali in iran

Il blocco di whatsapp e la sospensione temporanea di telegram si inseriscono nel quadro delle tensioni tra Iran e Israele, sfociate in attacchi e risposte militari. Questi episodi hanno convinto le autorità di Teheran a rafforzare i controlli sulle comunicazioni digitali, per limitare quella che viene vista come interferenza esterna nelle questioni interne. La diffidenza verso le piattaforme straniere è stata tradizionalmente alta in Iran, ma le recenti accuse contro Meta hanno inasprito il regime di restrizioni. Il controllo del flusso informativo online, per motivi di sicurezza e stabilità politica, passa attraverso queste decisioni di censura selettiva. La ripresa del servizio telegram, considerato più affidabile o meno esposto al controllo straniero, segnala una certa attenzione a non isolare completamente la popolazione nel mondo digitale. La gestione delle app di messaggistica riflette quindi un equilibrio tra esigenze di sicurezza e necessità di comunicazione interna e internazionale, nel mezzo di un contesto geopolitico teso e complesso.

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