L’inchiesta sulla corruzione elettorale che ad aprile 2024 ha portato ai domiciliari l’ex sindaco di triggiano, antonio donatelli, e il dirigente di Sud al Centro sandrino cataldo si avvia verso una svolta. La procura di bari ha chiesto l’archiviazione per 51 persone coinvolte nell’inchiesta che punta a chiarire il presunto scambio di voti con denaro o promesse di lavoro. Il caso è al centro di un procedimento giudiziario che interessa anche l’ex assessore regionale anita maurodinoia, moglie di cataldo, accusata di aver beneficiato del sistema durante le elezioni in puglia.
Dettagli sull’indagine e le accuse iniziali
L’indagine è partita da accuse di corruzione elettorale legate alle votazioni amministrative del 2019 a triggiano e, successivamente, alle elezioni comunali del 2020 a grumo appula. La procura ha monitorato un sistema scelto per raccogliere voti attraverso un meccanismo che avrebbe coinvolto clan familiari e gruppi locali. In cambio degli appoggi elettorali, alcune persone hanno ammesso di aver ricevuto pagamenti, alcuni dei quali – secondo loro – serviti per coprire spese quotidiane come bollette. Le somme offerte, pari a circa 50 euro, o la promessa di impieghi non sarebbero state valutate sufficientemente gravi per giustificare un processo in tribunale.
Reati contestati ai principali indagati
La posizione degli indagati si è complicata soprattutto per cataldo, donatelli e maurodinoia, a cui vengono contestati reati più gravi come associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, falso e calunnia. Lo scenario disegnato dall’accusa ipotizza un sistema che sarebbe stato esteso su più tornate elettorali, con una rete organizzata volta a pilotare i risultati.
L’udienza preliminare e gli sviluppi giudiziari
Il 3 luglio 2025, davanti al giudice per l’udienza preliminare susanna de felice, si aprirà il processo per 18 persone tra cui cataldo, maurodinoia e donatelli. L’udienza chiarirà se le accuse mosse dagli inquirenti reggono davanti a un giudice oppure se si confermerà l’archiviazione per molti indagati. L’accusa ritiene che la gestione del consenso elettorale sia stata orchestrata da un’associazione che mirava a influenzare i risultati team elettorali a triggiano e grumo appula.
Attesa e contesto politico
La difesa e le parti coinvolte attendono di vedere come si svilupperanno i prossimi passaggi giudiziari. La rilevanza politica del caso è alta, visto che maurodinoia era un volto noto e ben posizionato nel partito democratico della puglia, con oltre 22mila preferenze ottenute.
Il sistema di scambio voti e le ricadute politiche
Secondo l’accusa, il sistema per procacciare voti non si limitava solo alle campagne elettorali locali. L’inchiesta ipotizza che maurodinoia abbia beneficiato di un vero e proprio meccanismo di voto di scambio, attivo sia a triggiano che a grumo appula. Da qui nasce il soprannome ‘lady preferenze’ affidato ai media locali, per sottolineare il ruolo chiave ricoperto nel partito democratico pugliese.
Il sospetto è che l’intero meccanismo abbia influenzato la rappresentanza politica regionale, sollevando dubbi sulla correttezza della vittoria elettorale e sul rapporto tra politica e voto di scambio in puglia. La diffusione di pratiche di questo genere, ampiamente contestate nella società civile, alimenta dibattiti sul modo in cui si svolgono le competizioni elettorali e sul rapporto tra politica e realtà locale.
Le indagini hanno confermato che molte delle persone coinvolte appartengono a nuclei familiari stretti, il che rafforza l’idea di un sistema radicato e collegato a legami di comunità più che a singole iniziative individuali.
La richiesta di archiviazione per 51 persone prende atto della difficoltà di sostenere in sede penale la solida imputazione per tutti gli indagati. Le indagini proseguiranno per assicurare che eventuali responsabilità vengano accertate, specialmente in riferimento ai capi di imputazione più gravi.