Il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi ha chiarito la posizione di Teheran riguardo al conflitto con Israele, specificando che non esiste ancora alcun accordo per un cessate il fuoco. L’esponente iraniano ha sottolineato che la continuazione o l’interruzione delle ostilità dipenderà esclusivamente dall’azione israeliana, che deve terminare la sua aggressione contro l’Iran.
La posizione ufficiale dell’iran sul cessate il fuoco
In un messaggio pubblicato sulla piattaforma X, Abbas Araghchi ha affermato senza esitazioni che “al momento non c’è alcun accordo” per mettere fine alle operazioni militari. L’Iran ha posto come condizione imprescindibile la fine delle azioni militari israeliane contro il proprio territorio. Solo dopo questo passaggio, ha spiegato il ministro, il governo di Teheran valuterà come procedere e potrà decidere di fermare la sua risposta armata.
Atteggiamento dell’iran tra difesa e contrattacco
Questo atteggiamento lascia intendere che l’Iran si considera aggredito e che la sua reazione è legata a una logica di difesa e contrattacco. La chiusura a un cessate il fuoco senza che Israele interrompa per primo le operazioni segnala un clima di tensione molto elevato e un’incertezza che, almeno al momento, non permette negoziati efficaci tra le parti coinvolte.
Accusa di guerra dichiarata da israel
Abbassando ulteriormente i toni, Abbas Araghchi ha rilanciato anche un’accusa pesante nei confronti di Israele. Secondo il ministro degli esteri iraniano, Israele “ha dichiarato guerra all’Iran“ e non viceversa. Questa dichiarazione ha lo scopo di giustificare la posizione difensiva iraniana e di attribuire a Tel Aviv l’iniziativa del conflitto.
Narrazione internazionale e ruolo aggressivo
L’importanza di questa frase risiede nel tentativo iraniano di inquadrare la narrazione internazionale sotto una luce diversa, facendo leva su un presunto ruolo aggressivo di Israele. Al momento però, non sono emersi segnali di apertura israeliana per un dialogo diretto o una mediazione che possa calmare il fronte.
Tempistiche e condizioni per la decisione sulla cessazione delle ostilità
Il ministro ha specificato che la “decisione finale” di Teheran sulla sospensione delle operazioni militari sarà presa solo “a condizione che il regime israeliano cessi la sua aggressione illegale contro il popolo iraniano”. Questa dichiarazione sottolinea che le tempistiche dipendono dal comportamento israeliano entro un termine preciso, indicato come la mattina stessa del giorno in cui è stata rilasciata la comunicazione.
Pressione e condizioni
L’insistenza su una scadenza reale serve probabilmente a mettere pressione su Israele, escludendo però il fatto che l’Iran si ritirerà unilateralmente dagli scontri. In questo quadro, ogni sviluppo dipenderà dalle azioni concrete sul campo e dalla possibile evoluzione della situazione diplomatica, che per ora resta bloccata in una posizione di stallo.
Il clima resta quindi molto teso e l’equilibrio instabile, mentre entrambi i paesi proseguono in una fase di scontro diretto senza segnali di distensione immediata.