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Aumento del 55% dei giovani detenuti negli istituti penali per minorenni in italia dal 2022

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Negli ultimi anni la situazione dei giovani detenuti in Italia ha subito un cambiamento significativo. Le associazioni Antigone, Defence for Children Italia e Libera hanno lanciato un appello per fermare quella che definiscono una deriva repressiva nel sistema della giustizia minorile. I dati mostrano un aumento netto dei minori in custodia cautelare e un peggioramento delle condizioni di detenzione, con conseguenze pesanti sul percorso di reinserimento dei giovani.

Aumento dei detenuti minorenni tra il 2022 e il 2025: i dati ufficiali

Dal 2022 ad oggi, il numero dei giovani detenuti negli Istituti Penali per Minorenni è passato da 392 a 611, segnando un incremento del 55%. Questo trend è legato soprattutto all’entrata in vigore del decreto cosiddetto Caivano, emanato nel settembre 2023. La norma ha ampliato le possibilità di applicazione della custodia cautelare per i minorenni, riducendo drasticamente l’uso di alternative al carcere.

Le associazioni sottolineano come il dato reale sarebbe addirittura più alto. Molti minorenni che hanno commesso reati e potevano rimanere negli Ipm fino ai 25 anni sono stati trasferiti in carcere per adulti al raggiungimento della maggiore età. Questa pratica, favorita dal decreto Caivano, punta su una logica più punitiva e sembra ignorare la necessità di tutelare il percorso educativo e di recupero del giovane detenuto.

Variazione nelle segnalazioni dei reati

A conferma di quanto il dato numerico non rifletta una maggiore criminalità giovanile, nel 2023 le segnalazioni a carico di minorenni sono diminuite del 4,15%. Questo indica che l’aumento dei detenuti non dipende da un incremento dei reati, ma da scelte legislative e gestionali più severe.

Condizioni di sovraffollamento e disagio negli istituti penali per minorenni

La maggior parte degli Ipm italiani soffre per il sovraffollamento. Nove su diciassette strutture sono oltre la capacità prevista. Nel carcere di Treviso, le presenze superano quasi il doppio rispetto ai posti disponibili. A Milano e Cagliari si registrano affollamenti intorno al 150%. Questi numeri portano conseguenze dirette sulla vita quotidiana dei ragazzi detenuti. Molti sono costretti a dormire su materassi sistemati direttamente a terra. Le attività educative sono scarse, e spesso i ragazzi passano lunghe ore in celle senza nessuna occupazione.

Una situazione del genere non aveva precedenti nel sistema italiano di giustizia minorile, che fino ad ora aveva mantenuto un approccio più improntato al recupero e alla protezione dei giovani. Ciò influisce negativamente anche sul benessere psicologico e sulla possibilità di reinserimento di questi ragazzi nella società.

Affollamento e conseguenze

Il sovraffollamento nei carceri minorili si traduce in un forte disagio per i detenuti, compromettendo le opportunità rieducative e aumentando il rischio di isolamento.

Trasformazione di una sezione del carcere di bologna in istituto penale per minorenni

Per far fronte a questa emergenza, le associazioni denunciano che si è deciso di convertire una parte del carcere per adulti di Bologna, la Dozza, in un Ipm. Questa scelta è avvenuta con un atto amministrativo che ha trasferito la gestione al Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità. Tuttavia, le caratteristiche strutturali sono rimaste quelle di un carcere per adulti.

Questo rompe nettamente il principio sancito a livello internazionale che prevede una separazione netta tra le risposte penali rivolte agli adulti e quelle rivolte ai minorenni. Il risultato è un carcere per ragazzi inserito all’interno di una struttura per adulti, con tutte le implicazioni negative che ciò comporta per la tutela e la riabilitazione dei detenuti minorenni.

Appello delle associazioni contro la crescita della repressione nei confronti dei minori

Il messaggio di Antigone, Defence for Children Italia e Libera mette in luce un problema grave. Le carceri minorili sembrano trasformarsi sempre più in luoghi di abbandono dove la risposta dello Stato è basata su punizione, isolamento e repressione. Questo approccio viola la costituzione italiana, tradisce gli impegni presi a livello internazionale e compromette il futuro dei giovani coinvolti.

Hanno evidenziato che il sistema dovrebbe puntare a un accompagnamento concreto e a misure che favoriscano il reinserimento sociale. Il ricorso massiccio al carcere non produce risultati positivi, e crea solo ulteriori danni nei processi di crescita e recupero di tanti ragazzi. Così, il welfare minorile si indebolisce e una fetta importante di giovani rischia di rimanere mai fuori dal circuito della marginalità e della devianza.

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