Avvistata in Spagna, rischia ora di diffondersi anche in Italia e nel resto d’Europa.
Dalla Corea del Sud agli Stati Uniti, passando per il Giappone: la lanterna maculata, un piccolo insetto originario dell’Asia, ha già invaso intere aree causando danni ingenti all’agricoltura. Ora, dopo essere stata segnalata in Spagna, secondo gli esperti potrebbe essere in arrivo anche nel resto dell’Europa, Italia inclusa. I ricercatori dell’INRAE e dell’ANSES, in uno studio pubblicato su Agricultural and Forest Entomology, avevano già lanciato l’allarme: il clima temperato europeo rappresenta un ambiente favorevole alla sua proliferazione. In particolare, le regioni del Centro-Nord Italia sarebbero tra le più a rischio.
Come agisce l’insetto e quali danni provoca
La Lycorma delicatula, conosciuta come lanterna maculata, è una cicala di origine asiatica dall’aspetto simile a una farfalla. Si nutre di oltre 170 specie vegetali, tra cui vite, melo, susino, pesco, pioppo e in particolare l’ailanto, albero anch’esso invasivo ormai molto comune nelle città italiane. Le sue fasi di sviluppo comprendono la ninfa (di colore nero e bianco, poi rossastra) e l’adulto, facilmente riconoscibile per le ali anteriori grigie con puntini neri, posteriori bianche e nere e una parte interna rossa visibile durante il volo.

L’insetto si nutre della linfa delle piante, lasciando dietro sé melata zuccherina che favorisce lo sviluppo di fumaggini: funghi scuri che ricoprono foglie e rami, indebolendo le piante e compromettendone la produttività.
Gli impatti sono già stati misurati in altri Paesi: solo negli Stati Uniti, le perdite economiche nel settore agricolo si stimano in centinaia di milioni di dollari. Il rischio, se la diffusione non verrà arginata in tempo, è che scenari simili si ripetano anche in Europa, danneggiando pesantemente sia l’agricoltura che il paesaggio naturale.
Vie di diffusione e misure di contenimento
La propagazione dell’insetto non avviene solo per via naturale, dato che la lanterna maculata ha capacità di volo limitate. Il vero pericolo arriva dalla movimentazione accidentale causata dall’uomo: il commercio internazionale, i mezzi di trasporto e i carichi merci sono vettori ideali. Le uova, resistenti e ben mimetizzate, possono essere trasportate su container, legname, pallet e persino su veicoli.
Una volta insediata, l’eradicazione è estremamente complessa. È per questo che i tecnici fitosanitari insistono sull’importanza del monitoraggio precoce e della collaborazione con la cittadinanza. Riconoscere per tempo l’insetto è cruciale: inviare una foto agli enti competenti, come il servizio fitosanitario regionale, può fare la differenza.
Attualmente non sono noti pericoli per l’uomo, ma le autorità raccomandano di non manipolare direttamente gli insetti e di documentare visivamente ogni sospetto avvistamento. In parallelo, si stanno studiando strategie biologiche di contrasto, con predatori naturali già testati in laboratorio. Ma ci vorrà tempo: nel frattempo, resta fondamentale informare la popolazione e coinvolgerla in un sistema di allerta rapida, prima che l’insetto arrivi nei campi italiani.