Le fiamme gialle di pordenone hanno portato alla luce un caso di truffa che coinvolge tre società e sei amministratori accusati di aver frodato il gestore dei servizi energetici e il gestore dei mercati energetici . L’indagine riguarda l’ottenimento illecito di titoli di efficienza energetica, chiamati “certificati bianchi“, strumenti che certificano risparmi energetici derivanti da interventi specifici. Questi titoli hanno un valore economico e vengono scambiati nei mercati regolamentati, mettendo in evidenza la gravità del danno subito dagli enti coinvolti.
Modalità della frode e funzionamento dei certificati bianchi
I certificati bianchi rappresentano uno strumento adottato dallo stato per incentivare la riduzione dei consumi energetici attraverso l’installazione di prodotti efficienti e il monitoraggio di progetti ad hoc. Nel caso che riguarda le società di pordenone, le indagini hanno evidenziato che oltre 50mila titoli sono stati ottenuti in modo illecito, sfruttando una serie di operazioni fraudolente. Un amministratore di una società di servizi energetici, senza infrastrutture fisiche né dipendenti, avrebbe fatto convalidare 292 progetti al gse a partire dal 2013.
Dettagli sugli interventi dichiarati
Questi progetti attestavano interventi energetici su clienti reali, come privati, aziende e condomini, ma risultavano in realtà non associati alle detrazioni fiscali previste. L’illecito era possibile grazie anche alla collaborazione di altri due amministratori, di aziende che operano nella rivendita di materiali termoidraulici, edili e nella distribuzione di pannelli solari. Questi ultimi hanno fornito i nominativi dei clienti che hanno effettivamente effettuato lavori di efficientamento energetico, ma non hanno usufruito delle agevolazioni fiscali, consentendo così di ottenere certificati doppi o falsificati.
L’intervento della procura e le accuse formali agli imputati
A seguito dell’inchiesta, la procura della repubblica di roma ha preso in carico il fascicolo, vista la competenza territoriale, e ha contestato ai sei amministratori coinvolti la truffa aggravata ai danni di enti pubblici per ottenere erogazioni. Le tre società coinvolte, invece, sono state indicate come responsabili amministrativamente, con la legge che prevede sanzioni pecuniarie specifiche per gli enti in casi di frode.
L’accusa è basata sulla falsificazione e sull’indebita negoziazione di certificati che avrebbero dovuto attestare risparmi energetici reali e documentati. Il meccanismo illecito ha così permesso alle società di incassare finanziamenti pubblici non spettanti. L’attività investigativa è partita dalle fiamme gialle di pordenone che hanno messo insieme documenti, testimonianze e la verifica dei dati sui progetti dichiarati.
Dettagli sulle accuse
“L’accusa è basata sulla falsificazione e sull’indebita negoziazione di certificati che avrebbero dovuto attestare risparmi energetici reali e documentati.”
Quantificazione dei danni e coinvolgimento della corte dei conti
Parallelamente al procedimento penale, i finanzieri hanno segnalato il caso alla procura regionale della corte dei conti per il friuli venezia giulia, competente per la valutazione dei danni alla finanza pubblica nella zona. L’ufficio giudiziario contabile ha stimato il danno erariale subito dallo stato in 10,41 milioni di euro, una cifra che si basa sulla valutazione delle somme incassate senza diritto e non restituite.
Questa stima consente di avviare eventuali azioni risarcitorie e di recupero delle somme illecitamente percepite. Il danno riguarda risorse pubbliche che avrebbero dovuto finanziare effettivi progetti di efficienza energetica validi, quindi investimenti reali nel risparmio energetico. Al momento, il procedimento è ancora in corso e le accuse dovranno essere confermate o confutate dalle evidenze raccolte nelle prossime fasi processuali.
Rilevanza del caso per pordenone e il sistema energetico nazionale
Il coinvolgimento diretto di più soggetti giuridici e amministratori mette in luce come sia possibile, attraverso procedure complesse, alterare sistemi di incentivi nati per sostenere la riduzione dei consumi energetici nazionali. Pordenone, con questo caso, sottolinea la necessità di controlli più severi su certificazioni e agevolazioni nel comparto energetico.