Le misure per promuovere la mobilità sostenibile in italia fanno un salto significativo. Il consiglio Ecofin ha dato il via libera alla revisione della quinta tranche del piano nazionale di ripresa e resilienza , raddoppiando i fondi destinati alle auto elettriche. Il tesoretto sale così da circa 600 milioni a 1,2 miliardi di euro, con una nuova distribuzione e finalità più ampie rispetto ai progetti iniziali. Questa somma servirà non solo a incentivare l’acquisto di veicoli a zero emissioni, ma anche a sostenere l’economia circolare, soprattutto nel campo dei rifiuti, e a finanziare infrastrutture legate al trasporto sostenibile.
Le novità della revisione del pnrr per gli incentivi auto elettriche
La modifica approvata da Ecofin cambia la destinazione originaria di questi fondi, inizialmente pensati per l’ampliamento delle stazioni di ricarica. Prima, i circa 600 milioni si sarebbero dovuti concentrare sull’installazione di colonnine elettriche, ma a causa di un interesse limitato da parte delle imprese italiane, il governo ha scelto di girare questa fetta di risorse verso il bonus per l’acquisto di auto elettriche. Adesso la cifra complessiva arriva a 1,2 miliardi, con 597 milioni destinati in modo specifico a ecobonus correlati alla rottamazione di veicoli a benzina o diesel. Questo intervento punta a sostituire quasi 39mila auto a combustione con veicoli elettrici puri, un passo concreto verso la decarbonizzazione del parco auto italiano.
Sfide della mobilità elettrica in italia
Questa redistribuzione dei fondi mette in luce alcune difficoltà italiane nella spinta alla mobilità elettrica, soprattutto sul fronte delle infrastrutture. Il vecchio piano puntava a risolvere proprio quello, ma le imprese del settore non hanno sfruttato le opportunità, alleggerendo il lavoro del governo nella realizzazione delle colonnine.
Il ruolo del mase e il decreto per la rottamazione auto elettriche
Il ministero della transizione ecologica dovrà ora completare l’iter necessario per avviare formalmente il programma di rottamazione. A breve sarà pronto un decreto ad hoc che regolerà questi incentivi, la cui validità andrà fino al 30 giugno 2026, data ultima per utilizzare i fondi pnrr destinati a questa misura. Il programma è pensato per rinnovare la flotta italiana di veicoli privati e commerciali leggeri con modelli elettrici, favorendo la sostituzione dei mezzi inquinanti.
Carenza di infrastrutture di ricarica
Pur avendo un impatto sul mercato delle auto elettriche, il piano non risolve del tutto un nodo cruciale: la carenza di infrastrutture di ricarica. Attualmente, in italia ci sono circa 65mila punti di ricarica, ma la distribuzione è disomogenea da regione a regione. Questa situazione frena molte persone dall’abbandonare l’auto tradizionale per un modello elettrico, perché la disponibilità di colonnine è un fattore decisivo per l’utilizzo quotidiano.
Dettagli sul bonus per l’acquisto e criteri economici
Il bonus previsto dovrebbe variare in base all’indicatore della situazione economica equivalente . Per chi ha un isee sotto i 30mila euro il contributo potrebbe arrivare fino a 11mila euro, mentre per chi rientra nella fascia da 30 a 40mila euro è previsto un incentivo fino a 9mila euro. Questi importi coprirebbero, in media, circa un terzo del prezzo d’acquisto dei veicoli elettrici, che rimane comunque superiore del 30% rispetto alle auto a combustione tradizionali.
I dettagli non sono ancora definiti, perché tecnici del ministero stanno ancora elaborando le regole finali. L’obiettivo è supportare in modo concreto le famiglie che non potrebbero permettersi da sole la spesa per un’auto elettrica e indirizzare gli incentivi verso chi ne ha più bisogno economico.
Estensione dei contributi alle microimprese e aree geografiche coinvolte
Oltre ai privati, il bonus si aprirà anche alle microimprese interessate a veicoli commerciali elettrici per il trasporto merci. I contributi potrebbero coprire il 30% del costo del veicolo, con un tetto massimo di 20mila euro. Il governo vuole concentrarsi soprattutto su veicoli di categorie N1 e N2, cioè quelli con peso fino a 3,5 tonnellate e fino a 12 tonnellate, usati in molte attività artigianali e commerciali.
Il supporto economico dovrebbe riguardare solo alcune zone con alti tassi di inquinamento e densità abitativa elevata. Il ministero della transizione ecologica sta lavorando per definire queste aree con precisione, per concentrare gli sforzi dove l’impatto ambientale e sociale è più grave. Questo significa che non tutte le regioni italiane beneficeranno allo stesso modo degli incentivi, ma saranno selezionate quelle più critiche sul piano ambientale.
Altri investimenti legati alla sostenibilità e all’economia circolare
Oltre al piano per l’auto elettrica, la revisione del pnrr prevede finanziamenti anche per altre iniziative legate alla sostenibilità. Si prevede uno sviluppo degli impianti per il biometano, utilizzando i rifiuti come risorse, andando così verso un’economia circolare del settore rifiuti. Questo segmento riceverà investimenti per creare filiere più pulite e meno dipendenti dai combustibili fossili.
Potenziamento della rete ferroviaria
Inoltre sarà rifinanziata la rete ferroviaria, con interventi mirati a potenziare o sostituire linee strategiche. Questi lavori mirano a migliorare il trasporto pubblico su rotaia, fondamentale per decongestionare le città e diminuire le emissioni complessive legate agli spostamenti. Il pnrr sta quindi andando avanti con un approccio più articolato, affiancando la mobilità elettrica privata a interventi infrastrutturali e di economia verde di più ampio respiro.