Il parlamento iraniano si prepara a discutere un disegno di legge che punta a sospendere la collaborazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica . La decisione arriva in un clima di forti tensioni tra Teheran e Washington, aggravate da recenti attacchi militari e duri scambi di dichiarazioni tra i due paesi. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha commentato l’attacco degli Stati Uniti definendolo un atto di aggressione, durante una visita a Mosca dove incontrerà il presidente Vladimir Putin.
Le motivazioni della sospensione della cooperazione con l’Aiea
Il progetto di legge in discussione nel parlamento di Teheran vuole mettere in pausa le relazioni con l’Aiea, organo delle Nazioni Unite incaricato di monitorare il programma nucleare iraniano. L’iniziativa nasce in risposta a quello che l’Iran definisce un atteggiamento ostile e un’escalation di azioni militari da parte degli Stati Uniti e di alcuni loro alleati. Il governo di Teheran accusa Washington di aggressione e sottolinea di aver finora mostrato moderazione nel rispondere solo a obiettivi militari specifici, come reazione a attacchi di Israele. Questo spiega il passo verso un approccio più rigido, che potrebbe compromettere la trasparenza del controllo internazionale sul programma nucleare iraniano. Al parlamento viene così affidato l’incarico di stabilire una posizione ufficiale che limiti o blocchi la collaborazione con l’Aiea.
Il ruolo di mosca nelle tensioni internazionali
In questi giorni, lungo la visita ufficiale del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi a Mosca, la diplomazia di Teheran ha trovato un appoggio nella forte condanna espressa dalla Russia contro gli Stati Uniti. Araghchi ha evidenziato come l’attacco americano rappresenti un’aggressione da respingere senza esitazioni. Mosca ha ribadito la sua posizione critica verso Washington e ha chiesto che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prenda misure concrete in risposta a quanto accaduto. L’incontro con Vladimir Putin si inserisce in questo contesto di crescente sostegno russo verso l’Iran nelle sue dispute internazionali, rafforzando le relazioni bilaterali e i tentativi comuni di indirizzare la comunità internazionale verso una maggiore pressione politica sugli Stati Uniti.
Le accuse contro washington e la risposta iraniana
La risposta ufficiale iraniana alle manovre americane è stata affidata anche al portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghaei. Egli ha dichiarato che gli Stati Uniti devono farsi carico delle conseguenze derivanti dalle loro azioni militari, definendo le minacce di Donald Trump come atti di prepotenza su scala globale. Baghaei ha sottolineato che l’Iran si è limitato, fino ad ora, a colpire solo siti militari in risposta alle aggressioni di Israele, evitando escalation ingiustificate. Allo stesso tempo però ha ribadito che Teheran non rinuncerà al suo diritto all’autodifesa, confermando la determinazione a rispondere a eventuali ulteriori attacchi o minacce. Questa posizione segna una tensione che potrebbe tradursi in un aggravamento delle relazioni con gli Stati Uniti e una difficile gestione diplomatica nell’area mediorientale.
Le prospettive future
Il quadro si presenta dunque molto teso, con un parlamento pronto a prendere decisioni decisive che potrebbero limitare il controllo internazionale del programma nucleare iraniano. Gli sviluppi nei prossimi giorni saranno osservati con attenzione dalla comunità internazionale, in particolare dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e dagli attori coinvolti nel Medio Oriente.