
Garlasco, l'audio shock dell'ex maresciallo: «Muschitta minacciato per il silenzio»
La tragica vicenda del delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a far parlare di sé, riaccendendo i riflettori su un caso che ha già visto condannato in via definitiva Alberto Stasi e attualmente Andrea Sempio indagato per omicidio volontario. A gettare nuova luce su questo intricato caso è un audio registrato il 17 luglio 2022, nel quale l’ex maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto discute con Alfredo Sportiello, responsabile dell’ASM di Vigevano, riguardo al controverso testimone Marco Muschitta.
Muschitta ha rappresentato uno dei tasselli più controversi dell’indagine, poiché dopo una prima testimonianza dettagliata, in cui affermava di aver visto una giovane donna allontanarsi dalla casa di Chiara con un oggetto sospetto, ha clamorosamente ritrattato le sue dichiarazioni, definendosi «uno stupido» e ammettendo di essersi «inventato tutto». Questo dietrofront ha inevitabilmente compromesso la sua credibilità agli occhi della giustizia e ha avuto ripercussioni significative sull’intera inchiesta.
La registrazione e le rivelazioni
Nell’audio recentemente diffuso dal quotidiano Il Tempo, Sportiello esprime dubbi sulla veridicità del ritrattamento di Muschitta. «È un quaquaraquà, non è un uomo… sicuramente l’hanno minacciato… per via di quelle due ragazze lì, è sicuro… poi magari gli hanno dato anche dei soldi per stare zitto», afferma. La risposta di Marchetto non si fa attendere: «Eh ma chissà che minacce gli hanno fatto però?». Queste dichiarazioni riaccendono interrogativi e suscitano sospetti sui meccanismi che potrebbero aver influenzato il comportamento di Muschitta.
La testimonianza originale di Muschitta, rilasciata il 27 settembre 2007, aveva portato a puntare il dito contro Stefania Cappa, cugina di Chiara. Durante la sua prima deposizione, Muschitta affermò di aver visto una giovane donna in bicicletta allontanarsi dalla villetta, portando con sé un oggetto che sembrava un attizzatoio. Tuttavia, il verbale della sua testimonianza fu interrotto in due occasioni, senza alcuna spiegazione documentata. Solo pochi giorni dopo, Muschitta cambiò completamente la sua versione, creando confusione e disorientamento tra gli inquirenti.
Il processo e le scuse
Dopo il ritrattamento, Muschitta si trovò coinvolto in un processo per calunnia, ma alla fine fu prosciolto. Nel 2011, scrisse una lettera di scuse a Stefania Cappa e alla famiglia Poggi, esprimendo il suo «profondo disagio» per aver tirato in ballo la ragazza e la sua famiglia. Le sue dichiarazioni, ritenute inaffidabili, hanno avuto ripercussioni anche a livello mediatico. Infatti, due giornalisti del programma Le Iene sono stati recentemente condannati per diffamazione aggravata nei confronti di Cappa, poiché il programma aveva dato eccessivo risalto alla testimonianza di Muschitta, trascurando le numerose sentenze che ne avevano giudicato il racconto inattendibile.
Intercettazioni e nuovi risvolti
A rendere la situazione ancora più complicata, emergono intercettazioni tra Muschitta e suo padre, registrate poco dopo la testimonianza iniziale. In queste conversazioni, il padre di Muschitta tenta di confortarlo, dicendo: «Per proteggerti, loro ti hanno fatto fare quella roba lì. Per me hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Non ti devi pentire. Tu hai detto quello che sapevi…». Alla domanda se avesse detto la verità, Muschitta risponde: «Certo, io ho detto quello che ho visto». Nonostante il potenziale valore di queste intercettazioni, esse furono archiviate come irrilevanti.
Nell’audio del 2022, Sportiello rimane convinto che Muschitta avesse detto la verità nella sua prima versione. Quando Marchetto gli chiede se l’operaio si fosse inventato tutto, lui risponde con decisione: «No, ma va… quello che ha visto ha visto. Lui quella mattina lì alle 9-9.30 ha visto… lui non se l’è inventata, ma figurati». Sportiello ribadisce che Muschitta ha visto una ragazza in bicicletta e sostiene che il racconto fosse autentico, contraddicendo le successive affermazioni di ritrattazione.
Questo nuovo sviluppo solleva interrogativi non solo sulla figura di Muschitta, ma anche sul lavoro degli inquirenti e sulla gestione delle prove raccolte nel corso dell’indagine. La complessità del caso Poggi continua a generare dibattiti e a suscitare l’interesse dell’opinione pubblica, mentre le nuove rivelazioni rimettono in discussione la narrazione ufficiale e aprono a scenari inediti. La questione di fondo rimane: quali sono le verità celate dietro le dichiarazioni di testimoni e la gestione delle indagini in un caso che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco?