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Energy release, PPA e nucleare: le strategie italiane in campo energetico secondo Annalisa Corrado

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La questione energetica italiana si intreccia con urgenti sfide economiche e ambientali. Tra bollette elevate e obiettivi europei da rispettare, si cerca un equilibrio fra fonti rinnovabili, strumenti di mercato e scelte strategiche sul nucleare e il gas. Annalisa Corrado, europarlamentare e responsabile energia del Partito democratico, illustra criticità e proposte per il sistema energetico nazionale, sottolineando il ruolo delle rinnovabili e le difficoltà legate agli attuali piani e strumenti.

L’energia nucleare e il paradosso italiano nel contesto europeo

L’Italia rappresenta un caso particolare all’interno dell’Unione europea per quanto riguarda l’energia nucleare. Non ha iniziato nessun progetto operativo in questo campo, a differenza di altri Paesi, pur avendo aderito all’Alleanza nucleare europea. Corrado definisce questa scelta “ridicola” perché gli impianti nucleari richiedono tempi lunghi, almeno 15 anni, prima di entrare in funzione operativa. Nel frattempo, le imprese italiane affrontano prezzi energetici molto alti e difficoltà immediate. Sul piano politico, la Commissione europea ha rilevato ritardi e incongruenze nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima , evidenziando come alcune leggi nazionali contrastino gli obiettivi di decarbonizzazione.

Questo spostamento del focus verso il nucleare appare come un’illusione temporale, un tentativo di nascondere le difficoltà con soluzioni operative non realizzabili nel breve. Allo stesso tempo, il gas naturale continua a dominare il dibattito energetico, nonostante i costi elevati di produzione e i limiti evidenti rispetto alla sostenibilità ambientale.

Criticità del pnIEC e le conseguenze sulle autorizzazioni e lo sviluppo delle rinnovabili

Le fragilità del PNIEC si riflettono sulla gestione delle autorizzazioni per nuove installazioni di energia pulita. Corrado sottolinea come questo piano non abbia fornito una strategia concreta, diventando un testo debole e poco operativo. Le cosiddette “aree idonee” per realizzare nuovi impianti sono state gestite in modo confuso, con ricadute negative per anni nell’avanzamento delle rinnovabili, tanto da ricevere critiche persino dal TAR.

Il decreto agricoltura ha creato contrapposizioni inutili fra produzioni agricole di qualità e lo sviluppo delle rinnovabili, due ambiti che potrebbero integrarsi in modo armonico. Nel campo degli incentivi, l’ultimo provvedimento FER X ha ottenuto risultati modesti, senza includere settori cruciali come l’eolico offshore, che rappresenta una parte essenziale per la produzione pulita italiana.

Energy release e ppa: strumenti divergenze sul sostegno alle imprese energivore

L’Energy release, in attesa di approvazione da Bruxelles, vuole alleggerire i costi energetici per le aziende a maggior consumo. Corrado vede con favore la promozione delle rinnovabili ma avanza dubbi su questa misura. Il rischio è che l’Energy release scarichi troppo il costo sulle piccole e medie imprese e sui cittadini, mentre i Power Purchase Agreements pure sono stati riconosciuti utili perché abbassano i prezzi in modo più diretto e rapido per tutte le imprese.

Il problema sta nel fatto che l’Energy release agisce solo su una parte del mercato, creando disparità. Inoltre, senza un efficace sistema di garanzie statali per i PPA, molte aziende potrebbero non voler assumere impegni a lungo termine, per paura di restare vincolate senza certezza degli acquirenti. Corrado propone quindi che il pubblico intervenga come acquirente di riserva, riducendo il rischio e favorendo investimenti su impianti rinnovabili, così i prezzi tenderebbero a calare per l’intero sistema.

Sfide dell’efficientamento energetico nel patrimonio edilizio e la direttiva epbd

Il consumo energetico in Italia risente molto delle condizioni del parco immobiliare, spesso obsoleto e poco isolato. Gran parte degli italiani sono proprietari di casa e molti affrontano difficoltà economiche crescenti, soprattutto a causa dell’aumento delle bollette. In questo contesto arriva la direttiva EPBD, che punta al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.

Corrado segnala il rischio che la direttiva gravi soprattutto sui proprietari meno abbienti, incapaci di finanziare interventi. L’esperienza del Superbonus ha dimostrato che senza regole chiare e un accesso semplificato ai crediti fiscali, si rischiano storture e sprechi. Per questo serve una regolamentazione più attenta che indirizzi i benefici verso chi ha davvero bisogno degli incentivi, senza escludere chi può intervenire in autonomia.

Il futuro della mobilità: tra elettrico, biocarburanti e il dibattito sull’endotermico

Il dibattito sulla transizione della mobilità italiana continua a essere acceso, con un contrasto forte fra le politiche governative e le linee indicate dall’UE. La posizione del governo favorevole ai biocombustibili e frenata sull’auto elettrica viene contestata da Corrado. La competitività tecnologica, infatti, è già stata chiaramente vinta dall’elettrico, che sta conquistando i mercati anche grazie all’offerta di veicoli a basso costo, come quelli provenienti dalla Cina.

Spostare gli investimenti o modificare i target tende a svantaggiare l’industria europea, poiché il mercato delle endotermiche è ormai saturato da prodotti esteri. Per mantenere un ruolo significativo, l’Italia dovrebbe investire nell’elettrico e nelle infrastrutture collegate, integrando filiere come l’accumulo e il trasporto pubblico elettrico.

Riguardo ai biocarburanti, Corrado riconosce che si tratta di tecnologie valide ma con limiti quantitativi e applicativi. Sono indicati soprattutto per i settori non elettrificabili, come l’aviazione o la navigazione, dove soluzioni alternative mancano. Impegnare biocarburanti per veicoli che possono passare all’elettrico rappresenta un uso inefficiente delle risorse.

Rischi di una strategia energetica senza scelte chiare

Il richiamo principale di Annalisa Corrado è che sostenere troppe tecnologie contemporaneamente, senza una linea chiara, genera incertezza per le imprese e sprechi di risorse. La neutralità tecnologica deve essere applicata solo all’inizio delle scelte strategiche, non come giustificazione per tenere aperte tutte le strade. Se si opta per una direzione, serve investire e progettare un sistema credibile per favorire la sua realizzazione, senza continui capovolgimenti che rallentano la transizione.

Il quadro energetico italiano resta complesso e attraversato da contraddizioni. Il nodo resta la capacità di promuovere davvero le rinnovabili accelerate, sostenere le imprese energivore senza penalizzare gli altri consumatori, superare i limiti legislativi, e affrontare la modernizzazione del patrimonio edilizio e della mobilità in modo coerente con le dinamiche globali.

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