La tragedia è avvenuta nel massiccio del Gran Paradiso, in Valle d’Aosta, dove è stato recuperato il corpo di un alpinista tedesco scomparso da giorni. L’uomo, originario dell’area di Berlino, non aveva dato notizie di sé dal 19 giugno. Il ritrovamento è avvenuto ai piedi della becca di Monciar, dopo una ricerca avviata su segnalazione della famiglia e coordinata dal Soccorso alpino valdostano e dalla guardia di finanza.
Scomparsa e allarme lanciato dalla famiglia
L’alpinista aveva perso ogni contatto con i suoi cari dal 19 giugno 2025, senza aggiornarli sul suo itinerario o sui piani successivi. La famiglia, preoccupata per il mancato rientro, ha formalizzato la segnalazione stamane alla centrale unica del soccorso della Valle d’Aosta. È stato proprio il Sav, insieme al reparto della guardia di finanza di Entrèves, a coordinare la prima fase delle ricerche. L’assenza di comunicazioni e il ritardo nel rientro hanno fatto scattare le operazioni di soccorso, fondamentali in un ambiente montano tanto insidioso quanto isolato come quello del Gran Paradiso.
Dinamica dell’incidente e localizzazione del corpo
Secondo una prima ricostruzione effettuata dai soccorritori, l’alpinista viaggiava in solitaria durante la scalata alla becca di Monciar. Si trova che, mentre si muoveva su un tratto ripido, sia scivolato per circa cento metri, una caduta che purtroppo è risultata fatale, stando agli accertamenti medico legali svolti sul posto. Il corpo è stato individuato ai piedi della montagna dopo che un operatore del Sav, seguendo le tracce di movimento dell’uomo, ha localizzato il rifugio in cui aveva trascorso l’ultima notte. Lì aveva lasciato indicazioni sul proprio intento di salire la becca di Monciar, prima di tentare la scalata da solo.
Intervento del soccorso alpino e procedure di recupero
Il recupero della salma è stato organizzato con l’impiego di mezzi terrestri e un elicottero, indispensabile per raggiungere le zone impervie e difficilmente accessibili a piedi. Il medico presente con le squadre di soccorso ha constatato il decesso sul luogo del rinvenimento. La collaborazione tra il Soccorso alpino valdostano e la squadra specializzata della guardia di finanza ha permesso la rapida messa in sicurezza dell’area e il trasporto della salma. Queste operazioni sono parte di un protocollo standard in casi di incidenti mortali in montagna, fondato su precisione e tempestività. L’area è stata controllata a fondo proprio per escludere la presenza di ulteriori persone o segnali utili a comprendere la dinamica con certezza.
Precedenti esperienze dell’alpinista nella zona del gran paradiso
Prima di tentare la scalata solitaria che ha provocato l’incidente, l’alpinista tedesco aveva già affrontato altre vie nel Gran Paradiso, sempre nella zona di Valsavarenche. In queste occasioni era accompagnato da una guida alpina, scelta di prudenza e sicurezza tipica di chi affronta sentieri impegnativi e altitudini elevate. Il tentativo autonomo ha invece mostrato i rischi maggiori di muoversi senza supporto, specialmente in ambienti montani tanto pericolosi. Non ci sono al momento elementi che indichino guasti tecnici o altre cause esterne all’incidente, ma le indagini e le testimonianze raccolte contribuiscono a ricostruire l’accaduto con precisione.
L’intervento delle squadre di soccorso e i dettagli della tragedia invitano a riflettere sulle difficoltà delle scalate in solitaria in ambienti alpini, ma descrivono anche la prontezza e la capacità di risposta degli enti impegnati nella sicurezza delle montagne valdostane.
“L’assenza di comunicazioni ha reso particolarmente difficile il coordinamento iniziale, ma la professionalità del Soccorso alpino valdostano e della guardia di finanza è stata fondamentale per il buon esito delle operazioni”, ha dichiarato un responsabile.