Il fenomeno della radicalizzazione jihadista tra i giovani in Italia sta attirando particolare attenzione delle forze di sicurezza nel 2025. Arresti recenti confermano come anche ventenni e minorenni si orientino verso gruppi come l’iskp, legato allo Stato islamico nel Khorasan. L’aumento delle tensioni in Medio Oriente, l’offensiva israelo-americana contro l’Iran e i flussi migratori rappresentano elementi che spingono le autorità a stringere i controlli su vari fronti, in particolare ai confini e nelle aree sensibili del territorio nazionale.
La radicalizzazione dei giovani e il ruolo della propaganda online
Negli ultimi mesi, diversi giovani italiani sono stati individuati e fermati per legami con gruppi jihadisti o per attività di propaganda online. Sono emersi casi significativi: un ventenne di origine egiziana a Milano, uno studente universitario, arrestato per diffondere materiale jihadista e possedere un manuale per costruire ordigni; un 23enne perito elettrotecnico a Merano, impegnato nella propaganda antisemita e nella fabbricazione di esplosivi; due giovani bengalesi a Palermo colpevoli di diffondere messaggi dello Stato islamico e inneggiare al jihad. Questi episodi testimoniano quanto la rete resti il principale veicolo per la diffusione di messaggi estremisti e un luogo di reclutamento efficace.
La radicalizzazione online come veicolo principale
La radicalizzazione online offre spazi senza controllo, in cui molti giovani si mostrano sensibili alla chiamata alle armi, soprattutto in un contesto dove la situazione nella Striscia di Gaza e l’apertura del fronte iraniano intensificano i messaggi jihadisti. L’intelligenza italiana monitora attentamente questi fenomeni, constatando una crescita delle “attivazioni autonome” definite come azioni di “lupi solitari”, che agiscono senza il supporto diretto di gruppi organizzati presenti in patria.
Le misure di sicurezza rafforzate dopo l’incontro al viminale
In risposta agli sviluppi internazionali, il ministero dell’interno ha convocato una riunione del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica e del comitato di analisi strategica antiterrorismo. Le indicazioni diramate prevedono un ampliamento della viglianza su obiettivi Usa, basi Nato e sedi israeliane. Prefetti e questori sono stati invitati a intensificare i controlli in aeroporti, stazioni ferroviarie e altri punti di transito frequentati da turisti statunitensi e comunità ebraiche.
Istruzioni particolari per manifestazioni e infrastrutture critiche
Si danno istruzioni particolari per monitorare eventuali manifestazioni di protesta di gruppi antagonisti o antimilitaristi, con particolare attenzione ai siti dove si concentrano eventi pubblici come concerti, feste o luoghi della movida. L’intento è proteggere sia le infrastrutture critiche, incluse quelle energetiche e legate alla difesa, sia i 29 mila obiettivi sensibili già censiti dalle autorità. Un’attenzione specifica viene dedicata alla prevenzione di azioni singole e imprevedibili, come i recenti casi in Europa di attacchi con armi bianche o auto.
La sorveglianza alle frontiere e il controllo dei flussi migratori
I flussi migratori in Italia ammontano a quasi 30 mila sbarchi solo nel 2025, con un aumento significativo soprattutto dalle coste libiche. Questo dato ha spinto le forze di sicurezza a intensificare i controlli per evitare l’ingresso di soggetti potenzialmente legati a gruppi jihadisti. La collaborazione tra Italia, Slovenia e Croazia si è tradotta in pattugliamenti misti lungo la rotta balcanica, una via utilizzata da islamisti per raggiungere l’Europa.
Monitoraggio esteso su frontiere marittime e terrestri
Queste attività di controllo operano anche in modo sperimentale, con prevedibili estensioni future in base ai risultati raggiunti. Il monitoraggio include non solo le frontiere marittime, ma anche i passaggi terrestri, con particolare rigore nell’identificazione dei sospetti e nella verifica dei profili. Il governo manifesta così un approccio stringente per contrastare gli ingressi irregolari che possono rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale.
La crescente minaccia cyber e il rischio di attacchi ibridi
Oltre ai rischi tradizionali sul territorio, le autorità italiane seguono con attenzione anche la dimensione digitale degli attacchi terroristici. La vigilanza sui possibili attacchi informatici si rivela cruciale in una guerra ibrida come quella in corso in Medio Oriente. Settori come l’energia e la difesa sono considerati obiettivi a maggiore rischio di tentativi di intrusione hacker.
Protezione delle infrastrutture critiche in ambito digitale
Le infrastrutture critiche sono presidiate da sistemi di sicurezza sempre più rigorosi, mentre le attività di sorveglianza e prevenzione informatica vedono la collaborazione tra vari enti dello Stato. Le capacità di contrasto a livello virtuale costituiscono una frontiera fondamentale per contenere danni e disagi, evitando blackout o sabotaggi che potrebbero aggravare la situazione di crisi in Italia e in Europa.
“La sicurezza digitale è oggi tanto importante quanto quella fisica,” sottolineano fonti governative.