Un gruppo di ricercatori brasiliani ha identificato una molecola nel veleno dello scorpione amazzonico Brotheas amazonicus con potenziali effetti antitumorali sul cancro al seno. Lo studio coinvolge l’università di San Paolo , l’istituto nazionale di ricerche dell’Amazzonia e l’università dello stato dell’Amazzonia . La scoperta è stata annunciata durante la conferenza Fapesp Week, svoltasi a Tolosa nel giugno 2025.
Bioprospezione e individuazione della molecola nel veleno dello scorpione
Il gruppo di ricerca ha effettuato una serie di analisi sul veleno di Brotheas amazonicus, uno scorpione diffuso nella regione amazzonica. Attraverso tecniche di bioprospezione, si è riusciti a isolare una sostanza con caratteristiche analoghe a molecole già note per la loro attività contro cellule tumorali. La coordinatrice del progetto, Eliane Candiani Arantes, ha sottolineato come questo composto mostri proprietà simili a quelle usate nei chemioterapici abituali, aprendo così la possibilità di origini naturali alternative per farmaci antitumorali.
La selezione della specie non è casuale: Brotheas amazonicus era poco studiata rispetto ad altri scorpioni e il suo veleno ha un profilo biochimico che poteva nascondere componenti utili alla medicina. I ricercatori hanno isolato la molecola impiegando tecnologie avanzate di estrazione e purificazione, confermando poi la sua attività tramite test in vitro su linee cellulari di cancro mammario.
Potenzialità antitumorali e implicazioni per terapie mirate
Gli esperimenti preliminari indicano che questa molecola estratta dal veleno può esercitare un’azione tossica selettiva sulle cellule tumorali del seno, lasciando inalterate le cellule sane. Questo criterio è fondamentale per sviluppare cure oncologiche meno aggressive e con effetti collaterali ridotti rispetto alla chemioterapia tradizionale.
Il lavoro dei ricercatori punta a comprendere il meccanismo con cui la sostanza agisce, per studiarne le interazioni con le proteine cellulari e i meccanismi che regolano la crescita tumorale. Lo studio suggerisce che la tossina potrebbe in futuro essere un punto di partenza per la sintesi di farmaci capaci di colpire in modo mirato le cellule di cancro al seno, migliorando l’efficacia e la tollerabilità dei trattamenti.
Collaborazione tra istituti e presentazione dei risultati a Tolosa
La ricerca vede una collaborazione tra diverse istituzioni brasiliane: l’università di San Paolo, l’istituto nazionale di ricerche dell’Amazzonia e l’università dello stato dell’Amazzonia. Questa sinergia ha permesso di combinare competenze di biologia molecolare, chimica e farmacologia in un progetto finalizzato a nuove cure oncologiche.
I risultati preliminari sono stati presentati alla Fapesp Week, evento internazionale dedicato alla divulgazione scientifica che si è svolto a Tolosa dal 10 al 12 giugno 2025. La manifestazione ha offerto una vetrina importante per mostrare i progressi ottenuti nella lotta contro il cancro, attirando l’interesse di altri ricercatori e investitori nel campo della biomedicina.
L’identificazione di molecole attive nel veleno di specie autoctone dell’Amazzonia rappresenta un esempio concreto di come le risorse naturali possano contribuire alla scoperta di nuove strategie terapeutiche, valorizzando il patrimonio biologico locale nel contesto della ricerca medica. “Un promettente passo avanti nella biomedicina e nelle terapie oncologiche”.