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Un attentato kamikaze dell’isis a damasco provoca almeno 15 morti durante una funzione religiosa

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Un attacco armato e un’esplosione suicida hanno colpito una chiesa a damasco, causando la morte di almeno quindici persone. A organizzare l’azione è stato il gruppo isis, che ha rivendicato l’attacco. I dettagli finora raccolti descrivono una scena di violenza e panico in pieno centro della capitale siriana.

Modalità dell’attacco e dinamica degli eventi

L’assalto è iniziato con un uomo armato che ha aperto il fuoco all’interno della chiesa durante una funzione religiosa. Dopo aver sparato contro i fedeli, ha attivato un ordigno esplosivo legato al proprio corpo, provocando un’esplosione che ha amplificato il numero di vittime. La modalità è quella tipica degli attacchi kamikaze, mirati a creare il massimo impatto tra la popolazione civile.

Le forze di sicurezza sono intervenute rapidamente, chiudendo le vie intorno al luogo della tragedia per isolare l’area e facilitare le operazioni di soccorso. Diverse ambulanze hanno trasportato i feriti negli ospedali più vicini. La polizia ha avviato le indagini per identificare eventuali complici o altre minacce imminenti.

Contesto e significato dell’attacco nella guerra in siria

Damasco, da anni al centro di un conflitto che ha devastato la siria, continua a essere uno scenario di violenza e instabilità. L’isis, pur avendo perso ampi territori territoriali, mantiene la capacità di colpire in modo ravvicinato e brutale. Questo attacco dimostra come il gruppo estremista continui ad alimentare il conflitto attraverso azioni mirate contro civili e luoghi sensibili, come le istituzioni religiose.

Il bersaglio scelto riflette la volontà di creare divisioni religiose e aumentare la tensione tra le comunità. Attaccare una chiesa significa colpire un luogo considerato sacro e, al tempo stesso, lanciare un messaggio di minaccia verso tutte le confessioni presenti nella regione. In questo senso, l’attacco assume anche una valenza simbolica oltre che militare.

Reazioni istituzionali e risposte delle autorità locali

Le autorità siriane hanno condannato con fermezza l’attentato, definendolo un atto barbaro contro la popolazione civile. Il governo ha promesso un rafforzamento delle misure di sicurezza in tutta damasco, con un aumento della presenza militare e controlli più stringenti nei luoghi pubblici. Le forze di sicurezza hanno avviato una caccia ai responsabili e a chi ha favorito l’organizzazione dell’attacco.

Anche la comunità internazionale ha espresso solidarietà alle vittime e ai familiari colpiti dall’attacco. Organismi internazionali e diversi stati hanno chiesto una risposta coordinata per contrastare la diffusione del terrorismo in siria e nella regione vicina. L’episodio riporta l’attenzione sulla situazione fragile che vive damasco nonostante il tentativo di stabilizzazione avviato negli ultimi anni.

Impatto sulle comunità locali e paura diffusa tra la popolazione

L’attacco kamikaze ha generato paura e dolore tra gli abitanti di damasco. Le chiese e gli altri luoghi di culto diventano frequentemente obiettivi di violenza, causando una crescente insicurezza tra i fedeli. Le famiglie delle vittime e i sopravvissuti vivono un giorno dopo l’altro segnato dal trauma.

I soccorritori e le associazioni umanitarie hanno avviato operazioni di supporto psicologico e assistenza materiale per le persone colpite, consapevoli che il clima di tensione può alimentare ulteriori contrasti nella città. Le immagini dell’attentato e le testimonianze raccolte contribuiscono a documentare la gravità della situazione sul campo, oltre a ricordare quanto rimanga fragile la stabilità in una capitale ancora al centro di conflitti e divisioni.

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