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Quasi metà degli italiani ha usato strumenti di intelligenza artificiale come chatgpt secondo indagine udicon

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L’uso dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana degli italiani è entrato in una fase più consolidata. Un’indagine condotta dall’istituto piepoli per conto di udicon fotografa i comportamenti, le opinioni e le preoccupazioni di un campione rappresentativo della popolazione italiana riguardo a strumenti come chatgpt e altre forme di IA. Dai dati emerge sia una diffusione importante dell’uso, specialmente tra i più giovani, che un approccio ancora cauto e critico verso alcune applicazioni di queste tecnologie.

Diffusione dell’uso dell’intelligenza artificiale tra fasce d’età diverse

Secondo l’indagine realizzata a fine maggio 2025 su 501 italiani, quasi la metà della popolazione ha provato almeno una volta strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Il dato più rilevante riguarda la differenziazione per età: nella fascia 18-34 anni, ben l’80% ha avuto un’interazione con queste tecnologie. Questo dato scende al 57% per chi ha tra 35 e 54 anni, fino al 26% per gli over 54. L’utilizzo diventa quindi sempre meno frequente con l’aumentare dell’età.

Utilizzo e scopi principali

Tra chi ha usato l’IA, una buona parte la impiega più volte a settimana . Gli scopi più comuni riguardano la ricerca di informazioni: il 62% dei rispondenti usa l’IA principalmente per questo, con un’incidenza maggiore negli over 54, dove la percentuale arriva al 79%. Le funzioni di assistenza, supporto o intrattenimento sembrano meno diffuse come motivazioni principali.

Percezione di affidabilità e problemi riscontrati con l’intelligenza artificiale

Il rapporto di fiducia verso le risposte generate dall’intelligenza artificiale varia nelle diverse fasce della popolazione. L’11% degli intervistati dichiara di fidarsi sempre delle risposte, mentre il 43% si fida spesso. Un altro 43% ammette di fidarsi solo in alcune situazioni, mentre appena il 3% esprime totale diffidenza. Complessivamente, il 79% considera l’IA utile o abbastanza utile.

Segnalazioni di problemi

Il 14% ha segnalato problemi, come errori o contenuti falsi. Anche in questo caso la differenza tra generazioni è netta: solo il 7% degli over 54 ha riscontrato difficoltà, contro il 35% degli under 35, più abituati a usare gli strumenti e più attenti alle imperfezioni. La maggioranza assoluta dichiara di non aver mai risentito di complicazioni di rilievo.

Timori legati ai rischi e alla mancanza di controllo sulle tecnologie di intelligenza artificiale

Di fronte alle nuove tecnologie, emergono preoccupazioni ben precise tra la popolazione. Il timore più diffuso riguarda la possibile sostituzione del lavoro umano, indicata dal 44% degli intervistati. Seguono la paura di errori o informazioni sbagliate e quella di una possibile manipolazione di opinioni o propaganda . Preoccupa anche la violazione della privacy e la dipendenza psicologica dall’intelligenza artificiale .

Opinione di martina donini su fiducia e regolamentazione

Martina Donini, presidente nazionale di udicon, sottolinea come la maggioranza degli italiani non si senta serena nel affidare all’IA operazioni delicate, come gestire dati bancari o fare acquisti online. Il 61% manifesta questa diffidenza. La conoscenza c’è, ma non basta a sciogliere dubbi circa il controllo e la trasparenza di queste tecnologie. Donini evidenzia la necessità di regole chiare, controlli stretti e responsabilità per costruire un rapporto di fiducia reale con i cittadini.

Metodologia e campione dell’indagine piepoli per udicon

Lo studio è stato realizzato tramite 501 interviste svolte con metodologia Cati/Cawi tra il 26 e il 28 maggio 2025. Il campione è stato selezionato per rappresentare fedelmente la popolazione italiana per età, genere, area geografica e altri parametri demografici. Questo fornisce uno sguardo preciso sulle abitudini e percezioni degli italiani riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale in diversi contesti quotidiani.

Contesto e rilevanza della ricerca

La ricerca si inserisce nel contesto di un interesse crescente verso le nuove tecnologie e le implicazioni sociali, economiche e culturali che ne derivano. Le opinioni raccolte mostrano un paese ancora in fase di adattamento e riflessione sui limiti e sui benefici dell’IA. Le differenze tra gruppi d’età rimangono un fattore chiave per orientare future politiche o iniziative di sensibilizzazione.

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