Le iscrizioni ai corsi di laurea in medicina si aprono il 23 giugno senza il tradizionale test d’ingresso. La novità più significativa riguarda l’introduzione del semestre aperto, una scelta voluta dal ministero dell’Università per abolire il numero chiuso e permettere a più candidati di iniziare il percorso accademico con un accesso libero, ma con alcune condizioni specifiche.
Cosa prevede la riforma del semestre aperto per medicina
Il semestre aperto consente agli studenti di iscriversi liberamente al primo semestre di alcune materie base senza superare un test. Questo nuovo sistema ha preso il via grazie a una riforma proposta dal ministro Anna Maria Bernini che elimina il numero chiuso e rende più flessibile l’accesso alla facoltà di medicina. Per poter partecipare, lo studente deve iscriversi anche a un corso affine, scelto tra quelli indicati dalle università.
L’iscrizione si effettua tramite la piattaforma universitaly.it a partire dal 23 giugno fino al 25 luglio. Al momento dell’iscrizione va indicata la sede in cui verrà seguito il semestre aperto, oltre al corso affine scelto. Ogni studente deve segnalare almeno altri 9 istituti alternativi e almeno 10 sedi preferite per l’eventuale continuazione del percorso nel corso affine, previsto per il secondo semestre.
Il semestre aperto si svolgerà da settembre a novembre, con le università che mantengono la propria autonomia organizzativa per definire modalità didattiche e orari. A partire dall’anno accademico 2026-2027, gli atenei dovranno adeguare i piani di studio dei corsi affini per allinearsi alle nuove disposizioni.
Finanziamenti per la riforma del semestre aperto
La riforma del semestre aperto è stata finanziata con oltre 20 milioni di euro lo scorso anno e il ministero dell’Università ha annunciato un nuovo stanziamento che porta a 50 milioni il budget dedicato. Questi fondi serviranno in parte per via ordinaria, con 30 milioni destinati al Fondo di finanziamento ordinario, e 20 milioni provenienti da risorse aggiuntive fuori dal Fondo stesso.
I fondi consentiranno agli atenei di ampliare i posti disponibili per circa 3.000 studenti. Questo aumento vuole rispondere alla maggiore domanda per gli studi medici, seguendo le direttive ministeriali di superare il numero chiuso e favorire un accesso più ampio alla facoltà.
L’effetto diretto sarà la possibilità per più giovani di frequentare i corsi di medicina, anche se nel semestre aperto dovranno affrontare delle prove formative che daranno indicazioni sul proseguimento del loro percorso.
Modalità di iscrizione e organizzazione del percorso formativo
Il sistema di iscrizione è interamente digitale e centralizzato nella piattaforma universitaly.it, dove da domani sarà possibile registrarsi e indicare tutte le opzioni richieste. Tra i dati da inserire c’è la scelta della sede principale e almeno nove opzioni alternative. Queste consentono una distribuzione più equilibrata degli studenti e favoriscono l’accesso al percorso affine nel corso del secondo semestre.
Le università decideranno in autonomia come organizzare le lezioni del semestre aperto, potendo decidere anche modalità di erogazione blended o online, a seconda delle proprie possibilità e delle esigenze degli studenti.
Ogni studente potrà ripetere il semestre aperto fino a tre volte, anche se gli accessi non dovranno essere necessariamente consecutivi. Questo meccanismo vuole garantire una seconda possibilità a chi non riuscisse a superare gli esami previsti e facilitare il completamento della prima fase formativa.
Prospettive future dopo il semestre aperto
La riforma ha segnato un cambio radicale nella selezione degli studenti in medicina. Eliminare il test rappresenta una sfida per gli atenei che dovranno supportare un numero più alto di iscritti nei semestri iniziali.
Dal 2026-2027 si prevedono ulteriori revisioni ai piani di studio dei corsi affini, che dovranno integrare e sostenere le nuove modalità di ingresso. Questo cambiamento punta a far sì che più studenti possano iniziare il loro percorso senza essere esclusi da test scritti, ma con un’attenzione forte alla continuità e alla verifica delle competenze nel corso dell’anno.
“L’intenzione del ministero dell’Università è quella di ampliare il diritto allo studio e garantire maggiori occasioni di accesso all’università, con un sistema che sia trasparente e che metta l’accento sull’apprendimento progressivo piuttosto che su un esame d’ammissione passaggio netto.”
La riforma del semestre aperto quindi apre un nuovo capitolo nell’istruzione medica italiana, in cui le università saranno chiamate a riorganizzare e pianificare con attenzione le risorse e le attività formative per garantire a tutti gli iscritti un percorso valido e coerente, pur evitando le tradizionali barriere selettive.