La situazione a Gaza si aggrava ogni giorno di più. La fame peggiora, la sete diventa insopportabile e le malattie si diffondono rapidamente tra la popolazione. Mentre si dibatte di questioni geopolitiche e di sicurezza, migliaia di persone si trovano in condizioni estremamente precarie e rischiano una lenta agonia. Loris De Filippi, operatore umanitario rientrato da Gaza, ha lanciato un allarme urgente: servono interventi immediati per trasferire almeno 10 mila persone e portare aiuti essenziali.
Condizioni sanitarie critiche per le donne incinte e i neonati
Secondo De Filippi, che lavora come Health Specialist per Unicef e ha esperienza trentennale nelle emergenze internazionali, la crisi sanitaria a Gaza ha superato ogni limite. Circa 55 mila donne incinte vivono in rifugi di fortuna senza acqua, cibo adeguato o farmaci. Una su tre si trova a rischio elevato durante la gravidanza, mentre il 20% delle nascite riguarda bambini prematuri o sottopeso. I pochi ospedali ancora operativi, in tutto cinque lungo la striscia di Gaza, sono esausti e rischiano di chiudere a breve per carenza di carburante e risorse.
Le condizioni di lavoro per medici e infermieri si fanno sempre più difficili, tanto che alcuni medici svenivano per la fame durante le emergenze. Nel frattempo strumenti vitali come incubatrici e ventilatori pediatrici restano bloccati in magazzini israeliani a causa di procedure burocratiche, e i neonati muoiono senza assistenza adeguata.
Aumentano le ferite gravi tra i minori, con percentuali allarmanti
Le conseguenze del conflitto colpiscono duramente i bambini. I dati raccolti indicano che il 70% delle ustioni chirurgiche, il 33% delle lesioni craniche, il 26% delle lesioni spinali e il 23% delle amputazioni riguardano minori. Queste cifre segnalano la portata delle ferite letali che colpiscono la fascia più giovane della popolazione, spesso costretta a vivere sotto bombardamenti e in condizioni che non garantiscono nemmeno le cure più basilari.
La mancanza di infrastrutture sanitarie, combinata con la scarsità di carburante e medicinali, aggravano ulteriormente la situazione. Chi si occupa dell’assistenza medica rischia di trovarsi senza risorse per proseguire il proprio lavoro, aumentando il rischio di vicende drammatiche nell’immediato.
Richieste urgenti per l’accesso umanitario e l’evacuazione dei pazienti
Loris De Filippi sottolinea che l’indifferenza del mondo non può più durare. Serve un accesso rapido e senza ostacoli ai beni essenziali per la popolazione di Gaza, compresa l’area del nord Cisgiordania. Occorrono quantità maggiori di acqua, cibo, carburante e medicinali per evitare un collasso totale.
In parallelo, è necessario ampliare i corridoi umanitari per assicurare il passaggio degli aiuti e permettere al personale specializzato di svolgere il proprio lavoro. L’intensificazione delle evacuazioni mediche è un’altra misura fondamentale, soprattutto per permettere ai pazienti critici di ricevere cure fuori dalla zona di conflitto, senza discriminazioni o ritardi.
L’allarme di De Filippi fotografa una realtà che richiede azioni immediate e concrete, per salvare vite in rischio nelle prossime settimane. La situazione a Gaza riflette un dramma umano che si manifesta non solo in una crisi di guerre, ma anche nella mancanza di condizioni minime di sopravvivenza e assistenza sanitaria.