Grazia Deledda amava trascorrere le estati a Cervia, lasciandosi ispirare dal paesaggio naturale delle pinete e dune ancora intatte. Tra il 1920 e il 1937, anni in cui soggiornò nella cittadina romagnola, la scrittrice sarda trovò spunti per numerose novelle con protagonisti animali. Oggi quel territorio ha subito profonde trasformazioni, ma alcuni ospiti selvatici sono tornati, mentre altri sono definitivamente scomparsi. Il libro “Romagna selvatica, ieri e oggi” di Eraldo Baldini e Massimiliano Costa racconta queste vicende, approfondite in un incontro durante il festival “Una Nobel a Cervia”.
Grazia deledda e il paesaggio naturale di cervia nei primi decenni del xx secolo
Negli anni Venti e Trenta del Novecento, Grazia Deledda trascorreva molto tempo nel giardino di villa Caravella a Cervia, situata allora direttamente sul mare. La scrittrice si concedeva lunghe passeggiate tra pinete e dune ancora selvagge, trovando nel paesaggio un rifugio ideale e stimoli per le sue storie. La natura incontaminata contava numerose specie animali, comprese quelle che poi divennero protagoniste di più di trenta novelle da lei scritte.
La lontra e altre specie perse
Massimiliano Bruno, esperto locale, ricorda che in quegli anni era possibile imbattersi nella lontra, specie molto comune nelle paludi circostanti e ormai scomparsa dalla zona dagli anni Settanta. La lontra, che amava rotolarsi nel fango al punto che si diceva “sei sporco come una lontra”, fu eliminata a causa di campagne di sterminio considerate violente. Come lei, anche altri animali come orsi, castori, volpi, tassi e faina hanno subìto persecuzioni. Alcuni però sono tornati o resistono ancora.
La fauna locale nelle novelle e nella realtà: tra specie migratorie e leggende
Tra gli animali citati nelle opere di Deledda, la tortora ha un ruolo importante. Ne “La morte della tortora”, la protagonista è la tortora selvatica, una specie migratrice che abitava queste zone. Oggi invece è più frequente l’avvistamento della tortora dal collare, presente in Romagna solo dagli anni Sessanta. Nei racconti compaiono anche il cavallo, l’aquila e il lupo.
La leggenda del nome cervia
Una leggenda locale attribuisce il nome di Cervia alla presenza di cervi nella pineta del luogo. Secondo gli studiosi, quella è solo una suggestione. Le testimonianze dell’epoca, come il testo del 1774 “Istoria civile e naturale delle pinete ravennati”, indicano che i cervi erano presenti in maniera sporadica fino al diciottesimo secolo, mentre il daino venne introdotto dopo. All’inizio del Novecento, quando la scrittrice visitava la zona, i cervi in pineta non c’erano più. Oggi si contano almeno 200 cervi nella riserva naturale di Mesola, non distante da Cervia.
Animali scomparsi e ritorni recenti: tra lupi, fenicotteri e cinghiali
Un cambiamento netto si è visto con il ritorno del lupo. Costa sottolinea che questa specie non è tipica della montagna, ma è fuggita da quelle zone per evitare la presenza umana e la caccia. Nel tempo ha trovato nuove aree in cui stabilirsi, tra le zone più isolate della Romagna dove prede selvatiche sono abbondanti. Oggi i lupi sono numerosi in questa parte d’Italia, si misurano ormai come specie protetta e occorre mantenere una certa distanza tra loro e gli uomini per evitare problemi.
Il fenicottero rosa e la sua presenza recente
Un esempio di nuova presenza è il fenicottero rosa. Deledda non poteva vederli perché i primi esemplari si riuscirono a segnalare solo negli anni Novanta, ma la vera colonizzazione con nidificazione risale al 2017 nella salina di Comacchio. Nel 2021 sono state contate fino a 10 mila coppie. Si tratta dell’unica colonia nidificante di fenicotteri in Italia.
Il ritorno del cinghiale
Il cinghiale è un altro animale tornato a popolare le zone intorno a Cervia. Particolarmente numerosi, hanno raggiunto un equilibrio con l’ambiente tanto da passare da specie totalmente protetta a specie solo protetta. La presenza di questi animali selvatici interessa la gestione del territorio e la convivenza con la popolazione umana.
Il ricordo di grazia deledda nel territorio e la natura tra passato e presente
Il rapporto tra Grazia Deledda e il paesaggio naturale di Cervia resta negli scritti dell’autrice e nella memoria locale. La trasformazione del territorio ha visto sparire alcune specie, altre invece sono tornate a vivere quei luoghi. La natura rotola, si riorganizza. Gocce e squarci di selvatichezza permangono, in particolare nelle aree protette.
La realtà raccontata da Baldini e Costa mostra una Romagna che ha faticato a conservarsi, ma che resta abitata da animali che segnano la presenza del mondo selvatico. Alcuni simboli, come il fenicottero rosa, testimoniano che l’equilibrio può tornare anche dove la mano dell’uomo ha lasciato un segno profondo. Gli animali amati da Deledda continuano a sorprendere chi esplora la natura romagnola ancora oggi.