Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha espresso critiche precise riguardo alla gestione delle intercettazioni e al cambiamento nell’approccio lavorativo all’interno delle forze dell’ordine. Le sue parole sono emerse durante la presentazione del libro “Una cosa sola, come le mafie si sono integrate al potere” al festival Trame, evento dedicato ai libri sulla criminalità organizzata. Nel discorso, Gratteri ha toccato temi delicati come le spese pubbliche, la preparazione degli agenti e la qualità della classe dirigente in Italia.
La spesa per le intercettazioni e la posizione di nicola gratteri
Nicola Gratteri ha commentato con scetticismo le dichiarazioni del ministro Nordio che suggeriva di tornare ai pedinamenti e lamentava un eccesso nell’uso delle intercettazioni. Il magistrato ha ricordato come, ancor prima di assumere l’incarico ministeriale, Nordio aveva affermato che le intercettazioni risultano troppo costose. In realtà, ha spiegato Gratteri, l’impiego delle intercettazioni rappresenta un investimento vantaggioso per lo stato, perché permette di acquisire prove fondamentali nella lotta contro la criminalità organizzata.
Particolare focus sulla procura di Napoli
In particolare, il procuratore ha evidenziato che la procura di Napoli è quello ufficio il cui costo delle intercettazioni è il più alto in Italia, circa cinque milioni di euro all’anno. Questa cifra riflette però l’intensità dell’attività investigativa contro la camorra e altre associazioni mafiose. Gratteri sembra suggerire che ridurre o sottovalutare questo strumento significherebbe indebolire la capacità di indagine della magistratura e delle forze dell’ordine.
Il calo di motivazione nelle nuove generazioni delle forze dell’ordine
Nel suo intervento, Gratteri ha affrontato anche il tema della preparazione e dell’attitudine al lavoro tra gli operatori della giustizia e le forze dell’ordine. Secondo il procuratore, negli ultimi dieci anni si è registrato un significativo miglioramento nelle competenze e nel livello tecnico di magistrati e agenti. Tuttavia, il problema principale oggi è la perdita di entusiasmo e la minore disposizione ai sacrifici richiesti da un lavoro così impegnativo.
Cambiamento nell’approccio motivazionale
In passato, i giovani aspiranti poliziotti e magistrati mostravano forte determinazione a entrare nelle squadre mobili. Facevano di tutto, si impegnavano con grinta per raggiungere quegli obiettivi. Nel contesto attuale, invece, questo slancio motivazionale sembra essersi affievolito e prevale un certo disinteresse. Gratteri ha sottolineato che senza una forte dedizione, la lotta contro il crimine organizzato rischia di indebolirsi, soprattutto nelle operazioni più delicate che richiedono impegno e costanza.
La critica alla classe dirigente e alla mancanza di visione politica
Un passaggio rilevante del discorso ha riguardato la condizione delle istituzioni italiane e la qualità della classe politica. Gratteri ha lamentato l’assenza di una visione complessiva nel governo del paese negli ultimi anni. Spesso, ha detto, chi viene chiamato a ricoprire incarichi pubblici non comprende davvero le ragioni del proprio ruolo e le responsabilità connesse.
Mediocrità diffusa nella leadership politica
Questa situazione genera una mediocrità diffusa, che sorprende persino chi occupa quelle posizioni. Gratteri ha indicato come questa mancanza di cura e consapevolezza nella leadership rappresenti un ostacolo serio nel contrasto alla criminalità e nello sviluppo di politiche efficaci. La sua denuncia punta a evidenziare che senza dirigenti capaci e motivati, ogni sforzo della magistratura e delle forze dell’ordine rischia di essere vanificato da scelte politiche inefficaci o superficiali.
In definitiva, le osservazioni di nicola gratteri offrono uno spaccato concreto sul presente della lotta alla mafia in Italia, mettendo in evidenza gli strumenti, le persone e le difficoltà che accompagnano questo impegno quotidiano.