Un leader di spicco del delta del Niger, regione ricca di petrolio in Nigeria, ha presentato una richiesta legale per ottenere un risarcimento di 12 miliardi di dollari dalla compagnia Shell. L’obiettivo è affrontare il grave inquinamento ambientale delle comunità locali prima che la multinazionale abbandoni la zona. Questa battaglia legale riflette le tensioni crescenti nel territorio, segnato da decenni di conflitti legati all’estrazione petrolifera.
La richiesta di risarcimento davanti al tribunale federale di yenagoa
Bubaraye Dakolo, capo del regno di Ekpetiama, si è presentato davanti a un tribunale federale a Yenagoa, capitale dello stato del Bayelsa, nel sud della Nigeria. Ha chiesto che Shell venga obbligata a versare 12 miliardi di dollari come compensazione per i danni provocati dall’inquinamento causato dalle sue operazioni. La richiesta arriva dopo anni di problemi ambientali che hanno colpito pesantemente i mezzi di sostentamento delle popolazioni locali, in particolare agricoltori e pescatori. È importante segnalare che l’istanza è stata sostenuta da una coalizione di gruppi civili, impegnati nel denunciare gli effetti distruttivi dell’attività estrattiva nei territori del delta del Niger.
La corte ha sospeso il procedimento e ha fissato la prossima udienza per il 22 luglio 2025. In questa fase, il caso porterà sotto esame i dati ambientali e le responsabilità della compagnia petrolifera nella gestione delle fuoriuscite di petrolio e nelle pratiche di smaltimento del gas. La delicatezza del procedimento si evidenzia anche dalla presenza fra gli imputati, oltre a Shell, dei ministri nigeriani competenti per il petrolio e la giustizia, oltre a un organismo regolatore nazionale del settore energetico.
Gli effetti ambientali delle attività di Shell nel delta del Niger
Secondo Bubaraye Dakolo e le comunità interessate, le attività di Shell hanno provocato danni ambientali estesi e persistenti nel tempo. Dalle fuoriuscite di greggio si sono verificate contaminazioni nei fiumi, nelle foreste e sui terreni agricoli, compromettendo gravemente l’habitat naturale e le fonti di sostentamento della popolazione locale. Il flaring di gas, ovvero la combustione di gas associato ai pozzi, ha ulteriormente aggravato la situazione, immettendo sostanze inquinanti che hanno colpito l’aria e i terreni circostanti.
Le conseguenze più visibili di questo degrado riguardano soprattutto la pesca e l’agricoltura, due attività tradizionali fondamentali per la vita delle comunità del delta. La distruzione degli ecosistemi acquatici ha ridotto il numero di pesci disponibili, mentre la contaminazione dei terreni ha limitato la produttività agricola, causando difficoltà economiche e sociali per migliaia di persone. Dakolo sostiene che la situazione è peggiorata durante gli ultimi decenni, senza interventi efficaci per riparare i danni e prevenire ulteriori contaminazioni.
Questo quadro ha portato a molti conflitti fra residenti e la compagnia petrolifera, e ha alimentato richieste di bonifica e ripristino delle aree inquinate. Le comunità locali chiedono che Shell si assuma le proprie responsabilità prima di lasciare definitivamente la regione, garantendo fondi per il recupero ambientale.
Il contesto del disinvestimento di shell in Nigeria
La causa legale di Bubaraye Dakolo arriva in un momento di cambiamento per la Shell in Nigeria. Nel 2024, la compagnia ha annunciato un disinvestimento di circa 2,4 miliardi di dollari nelle attività onshore, spostando il proprio focus verso operazioni offshore. Questo passaggio ha suscitato perplessità tra le comunità locali e le autorità, perché rischia di diminuire gli investimenti nel controllo ambientale e nella gestione degli impatti a terra.
Il monarca ha collegato la richiesta di risarcimento proprio a questa mossa della compagnia, ritenendo necessario ottenere un impegno economico immediato per la bonifica. Sebben Shell sostenga di aver adottato misure per limitare le fuoriuscite e svolgere attività di monitoraggio, le evidenze raccolte nei decenni testimoniano un effetto negativo molto esteso. Il caso di Bubaraye Dakolo rappresenta una delle più significative azioni legali dirette contro un gigante petrolifero in Nigeria, in un contesto dove i diritti delle comunità locali spesso entrano in conflitto con le attività industriali.
L’intervento della corte federale di yenagoa
L’intervento della corte federale di Yenagoa sarà attendibile per verificare se Shell sarà obbligata a risarcire e bonificare definitivamente la regione, oppure se l’azienda potrà concludere il suo disinvestimento senza ulteriori oneri. Questa vicenda sottolinea la complessità dei rapporti fra multinazionali e territori ricchi di risorse naturali, specie quando emergono danni ambientali di lunga durata.