Nel cuore delle montagne carniche, a Sauris, piccolo borgo di appena 400 abitanti a 1400 metri di altitudine, si è aperto il digital detox festival. Un evento di tre giorni dedicato a spegnere smartphone e tablet per riscoprire la presenza reale e il tempo vissuto lontano dagli schermi. La manifestazione vuole proporre un bilanciamento tra tecnologia e vita quotidiana, stimolando riflessioni e pratiche per ritrovare equilibrio.
Il contesto e le motivazioni dietro il digital detox festival
Il digital detox festival nasce dall’idea di interrompere il ritmo frenetico dettato dall’iperconnessione. Oggi spendiamo in media quasi sette ore al giorno davanti a uno schermo, pari a più di 2400 ore all’anno sottratte ad esperienze concrete con persone e ambiente. Questo tempo perso pesa sulla qualità della vita e sulle relazioni sociali.
Alessio Carciofi, promotore dell’evento e specialista di marketing e benessere digitale, sottolinea come la connessione costante spesso porti a una scarsa attenzione alla realtà circostante. La presenza mentale viene sacrificata sull’altare della tecnologia, facendo regredire il senso di comunità e il valore del tempo dedicato a se stessi o alle attività all’aperto. Il festival si propone quindi come occasione per spezzare questa traiettoria, offrendo momenti di immersione nella natura e esperienze condivise senza l’interferenza dei dispositivi digitali.
Attività ed esperienze per spegnere il digitale e riscoprire se stessi
Durante i tre giorni di festival, i partecipanti sono coinvolti in attività che vanno dalle camminate nei boschi, in escursioni immersi nel paesaggio montano, allo yoga praticato all’alba con vista sulle montagne circostanti.
Sono previsti anche momenti di silenzio, meditazione e workshop di scrittura creativa, curati da Marisandra Lizzi, che mirano a stimolare il pensiero riflessivo e la concentrazione, lontani dalle distrazioni digitali. Le serate sono animate da incontri e chiacchierate che favoriscono lo scambio diretto, avvicinando le persone intorno a temi legati all’identità e al benessere.
Il festival non si limita a un’esaltazione romantica della natura, ma affronta anche questioni concrete legate all’uso della tecnologia. Per esempio, si approfondiscono gli effetti dell’iperconnessione sul sonno, sull’ansia delle nuove generazioni e sul sovraccarico informativo a cui sono sottoposti. Questo approccio multidisciplinare aiuta a comprendere le conseguenze quotidiane della presenza massiccia di dispositivi digitali nella vita di tutti.
Dibattiti e approfondimenti sul rapporto tra tecnologia, libertà e sostenibilità
Il programma del festival prevede momenti dedicati all’analisi critica del rapporto tra tecnologia e società. Un intervento atteso è il talk “Algoritmi, AI e sostenibilità: il futuro ci renderà più liberi?” con la partecipazione di Guido Saracco, ex rettore del politecnico di Torino, e Nicola Zamperini, esperto di tecnologia digitale.
Durante il confronto si approfondiscono temi di grande attualità, come l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle nostre libertà individuali e sull’ambiente. Viene posto l’accento su come le nuove tecnologie possano rappresentare una risorsa per uno sviluppo sostenibile, ma anche su quali rischi comportino in termini di dipendenze e controllo.
Il dibattito intende portare consapevolezza sul ruolo degli strumenti digitali, invitando i partecipanti a riflettere su scelte più consapevoli in vista di un futuro che deve coniugare progresso e rispetto delle persone.
Organizzazione e sostegno istituzionale al festival
L’organizzazione dell’evento è affidata alla rete d’imprese Sauris-Zahre, con il contributo del ministero del turismo. Il festival si tiene in collaborazione con vari enti istituzionali, tra cui la commissione europea, il parlamento europeo, UNICEF e PromoTurismoFVG.
Anche il comune di Sauris sostiene l’iniziativa, che si inserisce nel contesto di valorizzazione del territorio e di promozione di forme di turismo responsabile e attento al benessere.
Questa prima edizione vuole rappresentare un punto di riferimento per chi cerca un’alternativa agli eccessi digitali, puntando a un recupero del valore della vita reale attraverso contatto diretto con la natura e con sé stessi. Le giornate di incontri, riflessioni e pratica testimoniano la crescente attenzione verso un modo diverso di rapportarsi alla tecnologia.