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Violento attacco in ciad: 17 persone uccise in un villaggio del sud-ovest durante scontro etnico

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Un attacco ha causato la morte di almeno 17 persone, tra cui 11 bambini e sei donne, in un piccolo villaggio nel sud-ovest del ciad. L’assalto è stato compiuto da allevatori armati di machete nei pressi di oregomel, una zona da tempo teatro di tensioni etniche tra comunità locali.

Dettagli sull’attacco a oregomel e la dinamica degli eventi

L’attacco è avvenuto a circa cinque chilometri da mandakao, dove già un mese prima si era verificato un altro episodio di violenza con un bilancio di 42 morti. Secondo abdelmanane katab, delegato generale del governatore della regione, il gruppo coinvolto nell’assalto era formato da pastori fulani che, in complicità con altre persone, hanno preso di mira il villaggio di oregomel. Le vittime sono principalmente donne e bambini. Il metodo usato nell’aggressione è stato l’impiego di machete, un’arma tradizionale usata in molte controversie locali per la sua efficacia e immediata disponibilità.

Il bilancio, pur ancora provvisorio, conferma l’elevato numero di persone coinvolte, aggravando ulteriormente il clima di insicurezza nella regione. La scelta del villaggio non sembra casuale: la zona è un punto di conflitto ricorrente tra pasteurs nomadi e residenti agricoli, in lotta da tempo per il controllo delle risorse territoriali.

Cause e contesto dell’escalation tra pastori fulani e agricoltori

Le tensioni nascono da un contenzioso legato alla delimitazione delle aree destinate al pascolo e all’agricoltura nelle campagne attorno a oregomel e mandakao. I figli di pastori fulani spingono per accedere a pascoli più estesi, mentre gli agricoltori locali denunciano invasioni dei terreni coltivati e distruzioni dei raccolti. Questo tipo di conflitti rurali ha radici profonde nella storia recente del ciad e si è intensificato con la scarsità di risorse causata dai cambiamenti climatici e dalla crescita demografica.

Fonti locali indicano che la mancanza di interventi statali efficaci e una gestione debole delle dispute territoriali hanno spinto le parti a rispondere con violenza, spesso durante l’uso delle armi bianche come i machete. Il governo, oltre a registrare i decessi, ha prontamente confermato l’arresto di 20 aggressori, indicati come responsabili dell’assalto. Queste azioni giudiziarie fanno parte di uno sforzo per riportare la calma e stroncare il ciclo di vendette che interessa questa porzione della regione.

Implicazioni per la sicurezza e le tensioni etniche in ciad

Gli episodi di violenza nell’area di oregomel rivelano le difficoltà del ciad nel gestire le rivalità etniche e i conflitti intercomunitari, specialmente nelle regioni rurali. La presenza di gruppi armati legati a etnie diverse riflette la fragilità dello Stato nel garantire ordine e protezione ai civili. La reiterazione di assalti simili in un arco di pochi mesi dimostra che il problema non riguarda solo un singolo episodio criminale, ma un’incapacità strutturale di affrontare le cause profonde delle tensioni.

Vittime e risposta delle autorità

Il riferimento alle vittime donne e bambini sottolinea la natura indiscriminata della violenza e la pericolosità di queste crisi per le popolazioni civili. Al contempo, gli arresti di presunti responsabili indicano la volontà delle autorità di gestire la situazione anche attraverso la magistratura. Le sfide restano comunque alte, considerando la dispersività dei gruppi coinvolti e la difficoltà di governare territori isolati o marginali.

Con questa escalation, la regione si prepara a un futuro difficile se non si troveranno soluzioni durature ai problemi di condivisione delle terre e alla convivenza tra comunità diverse. Le autorità locali e nazionali sono sotto pressione per intervenire rapidamente, ma finora il rischio di nuovi scontri non sembra allentarsi.

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