
Sir Rod Stewart, icona della musica rock britannica, ha espresso recentemente una forte critica nei confronti del governo israeliano e del ruolo del Regno Unito nel conflitto israelo-palestinese. L’artista, intervistato da Radio Times pochi giorni prima di partecipare al festival di Glastonbury 2025, ha sollevato questioni delicate sull’escalation militare e la fornitura di armi.
Le accuse di sir rod stewart alla politica di benyamin netanyahu
Nel corso dell’intervista, Rod Stewart ha puntato il dito contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu, accusandolo di mirare all’annichilimento del popolo palestinese. Ha paragonato le azioni di Netanyahu a quelle subite dagli ebrei in passato, definendo la situazione una minaccia di sterminio. Stewart ha espresso incredulità verso il modo in cui Netanyahu possa affrontare la propria coscienza, sottolineando l’urgenza di fermare la violenza in atto.
Questa presa di posizione è significativa soprattutto in considerazione dell’influenza e della popolarità del cantante, capace di richiamare l’attenzione mediatica su una situazione complessa e delicata. Stewart definisce la guerra a Gaza una tragedia che si aggrava con la continua escalation militare, sostenendo che la fine del conflitto diventa sempre più difficile se non si mettono in atto misure concrete per fermare l’invio di armamenti.
La richiesta di cessare le forniture militari del regno unito a israele
Sir Rod Stewart si è spinto oltre, chiedendo con forza che il Regno Unito smetta di fornire armi a Israele fino a quando non si raggiungerà una soluzione di pace. Ha sottolineato come il sostegno militare implicito danneggi la possibilità di negoziati e alimenti il prolungamento del conflitto. La sua richiesta riflette un appello a un impegno più responsabile da parte del governo britannico, impegnato invece a mantenere un ruolo rilevante in ambito geopolitico.
La critica si riferisce precisamente al modo in cui il Regno Unito continua a rifornire Israele di armi nonostante le tensioni e il crescente numero di vittime civili. Stewart ricorda al pubblico e alla politica che la pressione internazionale dovrebbe indirizzarsi verso un blocco degli armamenti in attesa di negoziati reali e sostenuti da entrambe le parti coinvolte.
Il giudizio su donald trump e le sue posizioni sull’israele
Durante l’intervista sono arrivate parole dure anche sul presidente Usa Donald Trump, con cui Stewart ha detto di avere avuto un rapporto nel passato ma che ora è interrotto, proprio per le sue politiche di supporto militare a Israele. Stewart ha criticato le azioni dello statista americano, accusato di alimentare la guerra fornendo armamenti a Tel Aviv.
Secondo Stewart questo sostegno rende difficile la prospettiva di una soluzione pacifica e mette in dubbio la possibilità di porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza. L’artista ha descritto un quadro in cui la continuità dell’invio di armi da parte di figure politiche importanti aggrava il conflitto e le sofferenze della popolazione civile.
Il contesto dell’intervista e la partecipazione di stewart a glastonbury 2025
L’intervista è stata rilasciata poco prima dell’apparizione di Rod Stewart a Glastonbury 2025, uno dei festival musicali più seguiti del Regno Unito e del mondo. A 80 anni compiuti da poco, Stewart si prepara a essere protagonista di un evento che unisce musica e grande pubblico nel sud-ovest dell’Inghilterra.
Nel corso della conversazione ha anche fatto riferimento allo stato di salute, dicendo di aver superato un’influenza che lo aveva costretto a cancellare alcune date in America. La sua voce non manca di attirare l’attenzione, e l’invito a rivedere il ruolo del Regno Unito nelle forniture di armi a Israele aggiunge un elemento di attualità politica al suo profilo già di rilievo nel panorama musicale.
Lo sguardo di Stewart, tra cronaca e impegno civile, lascia intravedere una preoccupazione per il proseguimento di un conflitto che pochi mesi fa sembrava irreversibile e che rischia di provocare ulteriori vittime innocenti senza segnali di apertura a soluzioni negoziate.