Venezia muove i primi passi verso una mobilità a idrogeno, scegliendo le Toyota Mirai come veicoli per il car sharing pubblico. Le auto a celle a combustibile che emettono solo acqua rappresentano una novità per l’Italia, dove questa tecnologia è ancora poco diffusa. Il progetto coinvolge il Comune di Venezia, Kinto Italia e Toyota, con l’intento di estendere l’uso di mezzi sostenibili e spingere l’adozione di infrastrutture ad hoc.
Toyota e la diffusione della tecnologia a idrogeno
Toyota ha dato vita a Mirai nel 2014, una vettura elettrica alimentata a idrogeno che oggi conta oltre 27.000 esemplari in mercati con stazioni di rifornimento. Questo modello simboleggia un’alternativa concreta alle auto elettriche a batteria, soprattutto per chi cerca autonomia superiore e tempi di rifornimento rapidi.
Autonomia e zero emissioni
Le Toyota Mirai si riforniscono in circa 5 minuti con idrogeno compresso a 700 bar, garantendo un’autonomia di circa 650 chilometri. L’unico scarto prodotto durante il funzionamento è vapore acqueo, dettaglio centrale per ridurre l’inquinamento atmosferico. Non a caso, a Venezia già dal 2022 Toyota ha fornito due modelli Mirai per accompagnare l’introduzione di mezzi a zero emissioni.
Il nome Mirai – che in giapponese significa “futuro” – riflette proprio l’intenzione di aprire una nuova strada nella mobilità sostenibile. Toyota resta uno dei pochi produttori a investire concretamente sul settore idrogeno, distinguendosi dai competitor che puntano maggiormente sulle auto elettriche a batteria.
Il car sharing a idrogeno a venezia e il progetto pubblico
A giugno 2022 Venezia ha inaugurato la prima stazione di rifornimento di idrogeno in Italia dedicata a veicoli privati e autobus. Questo passo ha anticipato l’arrivo di mezzi pubblici a idrogeno nel 2023, con l’introduzione di autobus nel parco mezzi della città.
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha spiegato che il car sharing a idrogeno rappresenta “una fase importante del percorso iniziato nel 2019 per testare carburanti puliti, che rilasciano solo vapore acqueo.” Le tre Toyota Mirai messe a disposizione si aggiungono alla flotta a noleggio, sottolineando l’impegno del Comune a ridurre l’impatto ambientale del trasporto urbano.
Il Comune ha programmato di costruire un Parco dell’Idrogeno a Porto Marghera, per produrre idrogeno senza ricorrere a fonti fossili e per fornire carburante a un futuro parco di circa 90 veicoli ad idrogeno. Quest’area industriale potrebbe diventare un polo di riferimento per altre città interessate a questa tecnologia.
Funzionamento del servizio mirai nel car sharing veneziano
Le tre Toyota Mirai destinate al car sharing pubblico si trovano presso Piazzale Roma, nell’area ex Grinfan, e di fronte all’aeroporto Marco Polo. Gli utenti possono prenotare le auto direttamente tramite app, esperienza semplice e accessibile.
Per il rifornimento, le vetture si appoggiano alla stazione di San Giuliano a Mestre. Qui, un addetto provvede al pieno di idrogeno in circa cinque minuti, senza necessità che l’utente intervenga direttamente nel processo. All’interno delle auto sono disponibili informazioni dettagliate per un corretto uso del servizio e per comprendere le differenze rispetto a un’auto tradizionale.
Questa soluzione punta a superare i limiti più comuni associati alle vetture a idrogeno, come la difficoltà di accesso ai punti di rifornimento e la scarsità di servizi dedicati, favorendo la diffusione di mezzi più puliti anche per spostamenti urbani e pendolari.
Investimenti e prospettive italiane per la produzione di idrogeno
L’Italia ha compiuto passi significativi nel campo dell’idrogeno, puntando su investimenti derivanti dal PNRR per 3,64 miliardi di euro. Il piano finanzia 61 progetti di “Hydrogen Valley”, destinati a creare infrastrutture e sistemi produttivi di idrogeno sostenibile.
Entro metà 2026, il programma include l’apertura di oltre 30 stazioni per il rifornimento stradale, sette dedicate al trasporto pubblico locale, e un distributore nell’area di ricerca di Enea. Questi punti rappresentano un passo cruciale per rendere l’idrogeno accessibile e praticabile per flotte pubbliche e private.
Lo sviluppo della filiera italiana dell’idrogeno potrebbe generare un valore economico fra 4,5 e 7,5 miliardi di euro entro il 2030 e arrivare fino a circa 35 miliardi nel 2050. Le applicazioni spaziano dalla mobilità su strada e ferroviaria, fino all’integrazione con la rete elettrica, con la possibilità di produrre idrogeno anche con metodi diversi dall’elettrolisi.
Le prospettive indicano un settore da osservare con attenzione, vista la possibilità di crescita industriale e ambientale, ma anche di creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo tecnologico lungo tutto il territorio nazionale.