La diffusione dell’idrogeno green trasforma la rete elettrica europea. Questo articolo esplora lo studio pubblicato da entso-e, l’associazione dei gestori di rete europei, che analizza come l’idrogeno rinnovabile possa influenzare pianificazione, flessibilità e mercato dell’energia. Ecco i dettagli sull’integrazione degli elettrolizzatori, i loro effetti sulle reti e il ruolo delle politiche pubbliche.
Le sfide dall’analisi di entso-e sulle reti europee
L’ente entso-e ha approfondito il modo in cui l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili inciderà sulla gestione e pianificazione delle reti elettriche europee. Lo studio, intitolato “impact of renewable hydrogen on the power system: sector development, flexibility and market aspects”, fa parte di una valutazione più ampia sulla capacità delle reti di adattarsi a nuove fonti di flessibilità.
Secondo il rapporto, l’economia attuale dell’idrogeno verde in europa soffre ancora di un divario significativo tra gli obiettivi ambiziosi stabiliti dall’ue e la reale domanda di questo vettore energetico. Mancano ancora impianti di produzione distribuiti in modo sufficiente sul territorio, e le realtà coinvolte nel settore si stanno ancora formando. La ricerca evidenzia come la cooperazione tra gestori di rete, associazioni di settore e operatori degli elettrolizzatori risulti cruciale per non disperdere questo potenziale nascente.
Coordinamento tecnico e normativo
Entso-e sottolinea l’importanza di un coordinamento sistematico tra i vari attori, dove la definizione di condizioni tecniche per la connessione degli impianti “power-to-gas” sia centrale. In particolare, si fa riferimento alla proposta acER nc dc 2.0, che mira a standard condivisi per l’inserimento di grandi impianti a idrogeno nella rete elettrica nazionale. Senza un quadro normativo chiaro e dettagliato rischia di essere difficile gestire l’eventuale aumento della domanda di energia collegata alla produzione di idrogeno.
L’importanza strategica degli elettrolizzatori nella rete
Il rapporto dedica ampio spazio all’analisi del posizionamento degli elettrolizzatori rispetto alle fonti rinnovabili e ai centri di consumo. Scegliere dove installare queste macchine è un fattore decisivo, perché incide sulla capacità della rete di assorbire nuova domanda energetica senza causare congestioni o sbilanciamenti.
Gli elettrolizzatori possono essere collegati direttamente a impianti eolici o solari oppure posizionati in aree isolate dalla rete principale . Questa scelta cambia profondamente la gestione della rete e le esigenze di capacità. L’ipotesi di connessioni flessibili è una delle soluzioni indicate per ridurre tempistiche di autorizzazione e costi tecnici, specialmente in zone già congestionate. Ciò potrebbe favorire investimenti che migliorano la sinergia tra consumo e produzione di energia, evitando allarmismi per possibili sovraccarichi delle infrastrutture.
Incentivare regole di mercato più flessibili
Il documento suggerisce di adattare le regole di mercato per valorizzare gli investimenti più compatibili con lo sviluppo sostenibile del sistema elettrico, equilibrare i carichi e valorizzare la flessibilità in termini di produzione o consumo. La cooperazione fra gestori, produttori e consumatori sarà determinante per trovare soluzioni tecniche adeguate alle diverse condizioni territoriali e tecnologiche.
Flessibilità e affidabilità grazie all’idrogeno verde
Entrando nella fase in cui l’idrogeno verde sarà prodotto su larga scala, gli elettrolizzatori potrebbero rappresentare fonti dinamiche di flessibilità a breve termine. Potranno intervenire per bilanciare domanda e offerta, contribuire a gestire i picchi di carico o la congestione nelle reti. In questa prospettiva, risulta importante eliminare gli ostacoli normativi e di mercato che oggi impediscono o limitano la partecipazione degli impianti di idrogeno ai servizi di rete.
Nel lungo periodo, le infrastrutture di trasporto e accumulo dell’idrogeno potrebbero fungere da serbatoi energetici, immagazzinando energia in eccesso e rilasciandola al bisogno. Ciò potrebbe completare modelli di gestione dei picchi elettrici basati solo su batterie o centrali tradizionali.
L’idrogeno può anche sostenere l’affidabilità delle risorse a disposizione con approcci neutrali sul piano delle emissioni. A partire dal “power-to-hydrogen” che adatta la domanda energetica in base ai prezzi o alla disponibilità, fino al “hydrogen-to-power”, centrali termiche alimentate con idrogeno pulito che operano come riserve di emergenza. Spetterà ai vari sistemi nazionali valutare come coinvolgere queste opzioni nei meccanismi di capacità.
Incentivi pubblici per favorire la diffusione dell’idrogeno rinnovabile
Il rapporto evidenzia come negli stadi iniziali di sviluppo degli elettrolizzatori, gli aiuti pubblici alla spesa possano abbattere le barriere all’ingresso e accelerare l’avvio delle attività produttive. Col passare del tempo, man mano che la tecnologia si diffonde, tali incentivi andranno ridotti per favorire meccanismi di mercato più equilibrati e meno dipendenti dal contributo pubblico.
Sono segnalati meccanismi di supporto come cap-and-floor, contratti per differenza o agevolazioni fiscali sulle fonti rinnovabili. Questi strumenti risultano utili a limitare i costi operativi degli elettrolizzatori, a patto di essere progettati con attenzione per mantenere armonia con i mercati energetici. La capacità dei governi di facilitare accordi di acquisto a lungo termine per forniture di energia rinnovabile stabile e a prezzi accessibili risulta un fattore chiave per garantire condizioni economiche sostenibili alle produzioni di idrogeno.
La diffusione dell’idrogeno verde in europa dipenderà quindi dall’equilibrio tra scelte tecniche mirate, normazione coordinata e strategie di sostegno alle prime fasi di mercato. Questi elementi decideranno quanto rapidamente e quanto efficacemente il vettore energetico potrà offrire benefici alle reti elettriche e al sistema energetico nel suo complesso.