
Kaufmann e il misterioso film su Roma: quasi un milione di fondi pubblici mai utilizzati
La vicenda di Francis Kaufmann, noto come l’uomo di Villa Pamphili, si tinge di sfumature inquietanti, sollevando interrogativi sulla gestione dei fondi pubblici destinati al cinema. Recenti indagini hanno rivelato che Kaufmann ha ottenuto quasi un milione di euro, precisamente 863.595,90 euro, attraverso il tax credit per il suo film intitolato “Stelle della Notte”, un progetto che, secondo le cronache, non è mai stato realizzato. Il decreto che ha reso possibile questo finanziamento, il numero 2872, porta la firma di Nicola Borrelli, all’epoca direttore generale del cinema e dell’audiovisivo presso il Ministero dei beni culturali, sotto la guida di Dario Franceschini durante il governo Conte bis. La data del decreto è del 27 novembre 2020.
La situazione giuridica di Kaufmann
La questione si complica ulteriormente con l’attuale situazione giuridica di Kaufmann, il quale è indagato per il presunto omicidio della sua compagna russa, Anastasia Trofimova, e della loro figlia, Andromeda, che avrebbe festeggiato il suo primo compleanno il 14 giugno scorso. Kaufmann, che ha assunto l’identità fittizia di Rexal Ford, è stato arrestato in Grecia e ora attende di essere estradato in Italia per rispondere delle accuse a suo carico.
L’invenzione del progetto cinematografico
Un aspetto sorprendente di questa storia è la scoperta che la figura del regista Rexal Ford e la relativa casa di produzione, la Tintagel Films LLC, sono pura invenzione di Kaufmann. Questo ha suscitato interrogativi non solo sull’autenticità del progetto cinematografico, ma anche sull’intero processo che ha portato all’assegnazione del tax credit. Infatti, Kaufmann ha presentato al Ministero un progetto dettagliato del film, corredato di una revisione contabile dei costi e della richiesta di finanziamento, oltre a un passaporto americano che si è rivelato falso, come confermato da una recente indagine della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”.
Per ottenere l’approvazione del ministero, Kaufmann ha collaborato con un co-produttore italiano, la società Coevolutions, rappresentata da Marco Perotti. Questo passaggio è stato cruciale: grazie all’appoggio di una realtà realmente esistente, Kaufmann è riuscito a presentare una domanda che, a dispetto della sua illegittimità , ha trovato favore presso le istituzioni competenti. Dal piano presentato, emergeva che il tax credit avrebbe dovuto essere utilizzato nel 2021. Tuttavia, indagini effettuate da Open hanno rivelato che la domanda definitiva per l’accesso ai fondi è stata in realtà presentata solo nel 2023, approfittando di una lacuna nella normativa.
Le implicazioni per il Ministero dei beni culturali
Secondo la normativa vigente all’epoca, le opere internazionali potevano accedere al tax credit senza l’obbligo di depositare una copia del materiale girato, il che ha permesso a Kaufmann di eludere il controllo su eventuali spese già sostenute per la produzione. Una volta ottenuto il via libera definitivo dal ministero, il tax credit è stato effettivamente utilizzato, come confermato dalla cessione del credito a un istituto di credito, dopo che la pratica era stata esaminata secondo le procedure di routine.
Con l’attuale stato delle indagini, il Ministero dei beni culturali si trova di fronte a una situazione complessa. La possibilità di revocare il credito e richiedere la restituzione dell’importo concesso è concreta, e in tal caso si potrebbe applicare la sanzione dell’inibizione per cinque anni. Questo porterebbe il ministero a segnalare la questione alla Procura della Repubblica, che potrebbe aprire un’indagine parallela per verificare eventuali responsabilità nell’assegnazione di fondi pubblici.
Questa situazione solleva interrogativi non solo sulla regolarità dell’assegnazione dei fondi, ma anche sull’affidabilità dei meccanismi di controllo esistenti. Come è stato possibile che una figura come Kaufmann, con un passato oscuro e una falsa identità , sia riuscito a ottenere un finanziamento così sostanzioso senza destare sospetti? La questione del tax credit, concepito per supportare la produzione cinematografica nazionale, viene ora messa in discussione, e si chiede se sia necessario un riesame delle procedure di assegnazione, per evitare che simili situazioni possano ripetersi in futuro.
In un contesto in cui la cultura e l’arte sono spesso sostenute da fondi pubblici, è essenziale garantire trasparenza e responsabilità nella gestione delle risorse. La storia di Kaufmann si inserisce in un quadro più ampio di attenzione verso l’uso dei fondi pubblici, tema di rilevanza crescente, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello attuale. Le istituzioni hanno il dovere di vigilare e di intervenire per assicurare che i finanziamenti siano destinati a progetti validi e realizzabili, a tutela non solo del denaro pubblico, ma anche della credibilità dell’intero settore cinematografico italiano.