Home Ambiente Il superbonus e bonus facciate: analisi degli investimenti e degli effetti sul bilancio pubblico italiano
Ambiente

Il superbonus e bonus facciate: analisi degli investimenti e degli effetti sul bilancio pubblico italiano

Share
Share

Il superbonus 110% e il bonus facciate, introdotti tra il 2020 e il 2023, hanno rappresentato due delle principali agevolazioni fiscali per il settore edilizio in Italia. Sono stati progettati per stimolare la ripresa economica post pandemia attraverso investimenti nella riqualificazione energetica e il miglioramento sismico degli edifici, ma anche nella rigenerazione estetica delle facciate. Il ministero dell’economia e delle finanze ha pubblicato un working paper che valuta l’impatto reale di queste misure, evidenziandone sia i risultati in termini di nuovi investimenti, sia le criticità finanziarie e sociali generate.

Caratteristiche e finalità delle misure fiscali per la ristrutturazione edilizia

Il superbonus 110% è stato varato nel 2020 con lo scopo di favorire interventi che migliorassero l’efficienza energetica e la sicurezza sismica degli immobili residenziali. Includeva una detrazione fiscale che copriva l’intero importo dei lavori, più un 10% aggiuntivo, con l’intenzione di incentivare la riqualificazione a livello nazionale. Parallelamente, il bonus facciate, attivo fino al 2022 con un’aliquota iniziale del 90%, mirava al recupero estetico delle facciate esterne degli edifici.

Entrambe queste agevolazioni sono state concepite come misure emergenziali in risposta alla crisi sanitaria, ma hanno rapidamente assunto un ruolo più ampio, diventando tra i principali motori di investimento edilizio. Per Italia la sfida è stata controllare l’entità delle risorse impiegate, in un contesto dove il patrimonio immobiliare richiede manutenzione e rinnovamento costanti. Questi incentivi si proponevano anche di indirizzare finanziamenti verso la riduzione dei consumi energetici e il miglioramento della sicurezza.

Investimenti attivati e metodologia di valutazione dell’impatto economico

Secondo il working paper redatto dal MEF, tra il 2020 e il 2023 superbonus e bonus facciate hanno attivato in totale circa 186 miliardi di euro di investimenti, cifra che rappresenta quasi il 9% del prodotto interno lordo italiano. Per isolare l’effetto diretto delle due misure, gli esperti hanno utilizzato il metodo “synthetic control”, una tecnica statistica che mette a confronto i dati italiani con un paese composto artificialmente da aree simili di 9 nazioni OCSE, tra cui Francia, Grecia e Regno Unito.

Questo confronto ha mostrato che gli investimenti aggiuntivi, cioè quelli che non si sarebbero verificati senza le agevolazioni, ammontano a 116 miliardi di euro. Quindi, buona parte degli interventi si sarebbe comunque realizzata attraverso altre detrazioni ordinarie, come ecobonus e bonus casa, per un valore di circa 70 miliardi. L’analisi conferma che superbonus e bonus facciate hanno spinto spese edilizie supplementari, ma non tutti gli investimenti registrati sono attribuibili esclusivamente a queste misure.

Costi economici e rapporto con la finanza pubblica

La spesa statale complessiva per il finanziamento di superbonus e bonus facciate ha raggiunto 186 miliardi di euro, somma superiore agli investimenti aggiuntivi generati. Questo determina un costo per la finanza pubblica pari a 1,60 euro per ogni euro di investimento nuovo prodotto. I numeri mostrano un’efficienza inadeguata nel rapporto costi-benefici, evidenziando come lo Stato abbia sostenuto un onere elevato senza riuscire a tradurlo interamente in impulso economico.

L’impatto finanziario ha implicato un aggravio sul bilancio pubblico, in un momento in cui la sostenibilità della spesa è soggetta a rigide valutazioni. L’uso massiccio di queste detrazioni ha creato tensioni sulle casse nazionali, sollevando interrogativi sulle modalità di calibrazione di agevolazioni fiscali tanto generose. Sono emersi dubbi sulle future scelte di politica economica e fiscale da adottare nel settore dell’edilizia, per evitare sprechi e proteggere i conti pubblici.

Disparità nella distribuzione dei benefici e profili sociali coinvolti

Il working paper indica anche una distribuzione squilibrata dei vantaggi derivanti da superbonus e bonus facciate. I maggiori benefici sono stati raccolti dal ceto medio-alto, cioè soggetti con capacità di anticipare i costi dei lavori, accesso a prestiti e capienza fiscale sufficiente per sfruttare l’intera detrazione. Questa situazione ha limitato la partecipazione delle fasce più deboli o meno agiate, aumentando le diseguaglianze nell’accesso agli incentivi pubblici.

Nonostante riconosca questi squilibri, il documento del ministero non approfondisce tuttavia il peso effettivo della misura in termini di miglioramento energetico degli edifici o in riduzione delle emissioni. Restano quindi punti oscuri riguardo i risultati ambientali delle misure, ovvero quanto le agevolazioni abbiano impattato realmente sulla sostenibilità e sulla qualità del patrimonio edilizio.

Riflessioni sulla sostenibilità e le politiche future per gli incentivi edilizi

Superbonus e bonus facciate hanno avuto un ruolo decisivo per stimolare il settore nei due anni successivi alla crisi pandemica. Ma l’analisi dimostra che si è trattato più di un intervento temporaneo, con effetti distorti sul bilancio pubblico e distribuzione sociale. Le spese sostenute hanno superato l’impatto economico diretto, mentre i risultati sul fronte ambientale restano da misurare con precisione.

La sfida per il governo e le istituzioni sarà progettare futuri incentivi con criteri più sostenibili e mirati, capaci di estendere i vantaggi anche a fasce più ampie della popolazione senza gravare eccessivamente sulle finanze pubbliche. Si renderà necessario evitare dispersioni e privilegiare agevolazioni con orizzonti temporali più lunghi e controlli puntuali sui risultati ottenuti nel settore edilizio.

Smettere di Lavorare è un magazine che esplora stili di vita alternativi e indipendenza finanziaria con sezioni su News, Spettacolo & TV, Soldi & Risparmi, Ambiente, Trasferirsi all’estero e Lavorare all’estero.

Info & Comunicati

Per info e comunicati stampa inviare email a: info@smetteredilavorare.it

© 2025 proprietà Influencer Srls - Via Luca Bati 57 - Roma - P.IVA 14920521003

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.