La Striscia di Gaza affronta una crisi idrica drammatica legata ai danni causati dai recenti conflitti. L’agenzia dell’Onu per l’infanzia, Unicef, ha denunciato lo stato di collasso delle infrastrutture per l’acqua potabile, una situazione che sta mettendo a rischio la vita dei più piccoli. Mentre la scarsità d’acqua peggiora, cresce anche il numero di bambini affetti da malnutrizione.
Il crollo delle infrastrutture idriche a gaza e le cause dei danni
Gaza si trova ad affrontare un collasso del suo sistema idrico, frutto dei ripetuti danni provocati dai bombardamenti e dalle operazioni militari. Solo il 40% degli impianti di produzione di acqua potabile è ancora operativo, hanno riferito i rappresentanti dell’Unicef a Ginevra. Il sistema, già fragile per condizioni di sovraffollamento e scarsità di risorse, non riesce più a garantire un servizio minimo per la popolazione.
I guasti agli impianti di depurazione e alle reti di distribuzione hanno causato interruzioni frequenti e diffuse. Le zone colpite più duramente presentano accumuli di acqua stagnante e infiltrazioni di acque nere, con il rischio concreto di epidemie legate alla contaminazione. Questo scenario è aggravato dall’impossibilità di effettuare le riparazioni a causa dell’instabilità politica e della mancanza di accesso alle aree più danneggiate.
La situazione persiste da mesi e, a dispetto di richieste internazionali di intervento immediato, i tempi per un ripristino completo sembrano ancora lontani.
Impatto diretto sulla salute infantile
Il reperimento della giusta quantità di acqua destinata al consumo umano si fa sempre più difficile, condizionando la salute della popolazione, in particolare quella infantile. James Elder, portavoce dell’Unicef, ha evidenziato che rischia di esplodere un’emergenza umanitaria con i bambini che potrebbero cominciare a morire di sete in assenza di ristori.
L’acqua contaminata e la scarsità di risorse idriche incidono su malattie gastrointestinali, infezioni e condizioni di malnutrizione che colpiscono migliaia di bambini. La siccità aggravata da condizioni di guerra compromette l’igiene personale e la preparazione sicura degli alimenti, aumentando l’esposizione a rischi di salute.
In condizioni normali, i livelli di malnutrizione infantile sono già preoccupanti in molte parti della Striscia. Quando a questi si aggiungono problemi legati all’acqua, la situazione peggiora drasticamente. La mancanza di acqua potabile e di servizi igienici adeguati fa da terreno fertile per crisi sanitarie che coinvolgono la fascia più vulnerabile della popolazione.
Il peggioramento della malnutrizione infantile in un contesto di crisi
A maggio l’Unicef ha comunicato che oltre 5.000 bambini a Gaza sono stati diagnosticati con malnutrizione, un dato in forte crescita se confrontato con i mesi precedenti. Rispetto ad aprile, il numero è salito del 50%, e considerando febbraio, all’epoca di cessate il fuoco e un flusso di aiuti ancora attivo, la crescita supera il 150%.
Questi dati riflettono l’aggravarsi della crisi alimentare legata alle restrizioni sui rifornimenti e alla distruzione delle infrastrutture. I blocchi ai confini e i problemi logistici hanno limitato il transito di cibo e prodotti essenziali. In parallelo, la malnutrizione si accompagna al deterioramento delle condizioni igieniche e sanitarie, spesso con ripercussioni permanenti sulla crescita e lo sviluppo.
Difficoltà degli operatori umanitari
Gli operatori umanitari lottano per fornire interventi d’emergenza, ma la domanda supera ampiamente le possibilità immediate di risposta. Il quadro delineato dall’Unicef sottolinea come le condizioni di guerra non rallentino solo i combattimenti, ma anche il peggioramento della salute e della vita quotidiana delle persone.
Il rapporto lancia un allarme urgente sulla necessità di proteggere e ricostruire le infrastrutture vitali per la sopravvivenza e il benessere dei bambini in un contesto di conflitto prolungato.