La questione dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, continua a suscitare un notevole interesse e dibattito. A più di diciotto anni dalla tragica scomparsa della giovane, la riapertura delle indagini ha portato a nuove analisi dei reperti raccolti all’epoca del delitto. Attualmente, a Milano, un gruppo di esperti, tra cui genetisti e dattiloscopisti, è riunito per esaminare i materiali raccolti, in particolare quelli conservati in uno scatolone sigillato presso l’Istituto di medicina legale di Pavia.
Il 13 agosto 2007, il corpo di Chiara fu trovato nella sua abitazione, e da quel momento in poi, il caso ha visto diverse fasi di indagine e processi. Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, fu condannato nel 2009 a 16 anni di reclusione per omicidio, ma la sua innocenza è stata sempre sostenuta da una parte della difesa. Recentemente, si è tornati a parlare dell’omicidio e delle prove, in particolare di un sacchetto di spazzatura mai esaminato, che potrebbe contenere elementi cruciali per la risoluzione del caso.
L’analisi sulla spazzatura
Il sacchetto di rifiuti, sequestrato otto mesi dopo l’omicidio, è al centro dell’attenzione. Contiene oggetti come:
- Due vasetti di Fruttolo
- Un brick di tè freddo
- Un piattino
- Un incarto di plastica dei biscotti
Ma l’elemento più preoccupante è una buccia di banana presente all’interno del sacchetto. Gli esperti avvertono che la buccia, ormai marcia al momento del sequestro, potrebbe aver contaminato o addirittura cancellato eventuali residui di DNA. Questo è particolarmente rilevante, considerando che il sacchetto era rimasto in un ambiente chiuso e privo di accesso da parte di estranei fino all’intervento delle forze dell’ordine.
Luciano Garofano, consulente della difesa di Andrea Sempio, attualmente indagato nell’ambito di un’inchiesta alternativa sul delitto di Garlasco, ha sottolineato l’importanza di verificare che il sequestro della spazzatura sia stato effettuato in modo formale e regolare. Garofano ha dichiarato: «Se è tutto regolare procederemo probabilmente dai residui dell’immondizia e completeremo la parte delle fasce para-adesive». Le fasce para-adesive sono state già analizzate, e Garofano ha voluto chiarire che non c’è differenza tra queste e gli acetati utilizzati per la raccolta delle impronte.
L’analisi dell’«impronta 10»
Oltre all’analisi della spazzatura, si prosegue con l’esame delle impronte digitali, in particolare l’«impronta 10», trovata sul lato interno della porta della casa di Chiara. Questa impronta è considerata “sporca” e si sospettava potesse essere stata lasciata dall’assassino. Durante le prime analisi, l’impronta è risultata priva di sangue, ma la difesa di Stasi ha richiesto ulteriori esami per chiarire eventuali dubbi. L’avvocato Giada Bocellari ha spiegato che sono stati effettuati tamponi per la caratterizzazione genetica, e che ci sono incertezze sulla presenza di sangue.
La difesa sta spingendo affinché venga fatta un’analisi più approfondita sull’impronta, per confermare o escludere la possibilità che possa appartenere a qualcuno dei sospettati. È emerso che la traccia non è riconducibile né a Sempio né a Stasi, il che ha alimentato ulteriormente il dibattito sulla verità del caso.
L’esame dei campioni biologici
Un ulteriore aspetto cruciale delle indagini riguarda l’esame dei campioni biologici rinvenuti sotto le unghie di Chiara. Questo esame è visto come il punto focale per la riapertura delle indagini, poiché potrebbe fornire informazioni vitali sui presunti aggressori. Gli esperti stanno studiando i risultati grafici dei campioni, che sono stati consumati in precedenti test, ma che potrebbero ancora rivelare dettagli significativi. I pubblici ministeri pavese hanno indicato che uno dei profili maschili ottenuti dai campioni è attribuibile ad Andrea Sempio, che è attualmente sotto indagine.
La complessità del caso è accentuata dal fatto che, nonostante le condanne e le ricerche, la verità continua a sfuggire, alimentando teorie e speranze di giustizia. Le analisi in corso rappresentano un nuovo capitolo in una storia già segnata da dolore e mistero, e i risultati di queste indagini potrebbero avere un impatto decisivo sulla risoluzione del caso. I prossimi giorni saranno cruciali per stabilire se queste nuove evidenze porteranno a un chiarimento definitivo o se, come in passato, il caso rimarrà avvolto nel mistero.