L’udienza preliminare per emanuela maccarani, ex direttrice tecnica dell’accademia internazionale di ginnastica ritmica di desio , è stata fissata al 22 settembre dal giudice del tribunale di monza. Maccarani è stata rinviata a giudizio con l’accusa di maltrattamenti aggravati, un procedimento che segue denunce di ex atlete e interventi della giustizia sportiva.
Processo penale dopo accuse di maltrattamenti aggravati
L’accusa principale contestata a emanuela maccarani riguarda maltrattamenti aggravati in famiglia, aggravati dalla minore età delle vittime. La vicenda processuale ha visto un importante sviluppo dopo che inizialmente la procura di monza aveva chiesto l’archiviazione del caso. La giudice per le indagini preliminari, angela colella, ha però disposto l’imputazione coatta che ha portato al rinvio a giudizio.
Le contestazioni formali sono partite da denunce ricevute nel 2022 da due ex atlete, anna basta e nina corradini. Le due ginnaste avevano segnalato comportamenti considerati abusi psicologici all’interno dell’ambiente sportivo. Questi elementi hanno innescato l’iter giudiziario che ora coinvolge direttamente l’ex direttrice tecnica.
Squalifica sportiva e licenziamento da federginnastica
Parallelamente alle ipotesi penali, emanuela maccarani ha subito provvedimenti sportivi. A luglio 2025 la giustizia sportiva della federginnastica le ha inflitto una squalifica di tre mesi per comportamento antisportivo. Questo provvedimento si aggiunge al licenziamento avvenuto il 26 marzo 2025 deciso dal nuovo presidente della federginnastica, andrea facci.
Le decisioni assunte dalla federazione riflettono tensioni e controversie nate dopo le denunce, e segnalano una distanziazione formale tra l’ex dirigente e l’ente sportivo nazionale. Maccarani, al momento, deve affrontare sia la giustizia penale che l’autorità sportiva.
Le denunce delle ex atlete e le contestazioni sul metodo di allenamento
Le segnalazioni che hanno innescato la vicenda giudiziaria risalgono al 2022 e provengono dalle ex atlete anna basta e nina corradini. Le ginnaste hanno raccontato presunti maltrattamenti psicologici subiti durante gli allenamenti nella scuola di desio. Questi racconti hanno acceso i riflettori sul metodo di lavoro all’interno dell’accademia internazionale di ginnastica ritmica.
Il caso ha toccato una materia delicata, data la minore età delle atlete coinvolte e la natura dell’accusa. Le indagini si sono concentrate su presunti comportamenti ripetuti che avrebbero arrecato danno psicofisico alle giovani ginnaste. L’apertura del processo testimonia la complessità delle dinamiche che coinvolgono coaching e tutela degli atleti più giovani.
Il ruolo della procura e la decisione della gip angela colella
La procura di monza ha inizialmente richiesto di archiviare il procedimento contro emanuela maccarani, esprimendo incertezza sugli elementi a disposizione. Questo passaggio ha evidenziato dubbi sulla robustezza delle prove o una valutazione limitata delle testimonianze.
La gip angela colella ha invece optato per una linea diversa, disponendo l’imputazione coatta. Una misura che obbliga la celebrazione del processo perché sussistono indizi ritenuti validi per approfondire la materia penale. La scelta del giudice significa che la controversia giungerà a una fase dibattimentale, fuori dalla sfera sportiva e nell’ambito ordinario della giustizia.
Questo passaggio segna una fase cruciale per emanuela maccarani e per il caso che coinvolge l’accademia di desio, destinato a svilupparsi nei prossimi mesi con l’affrontare dell’udienza preliminare.
Gli eventi si svolgono in una regione al centro di attenzione per la ginnastica ritmica italiana, dove la tutela degli atleti e le responsabilità dei tecnici restano temi sensibili, seguiti da associazioni sportive e osservatori.