L’inchiesta sulla morte del brigadiere capo Carlo Legrottaglie si è conclusa con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Camillo Giannattasio, 57 anni di Carosino, Taranto. Giannattasio è accusato di aver partecipato all’omicidio avvenuto il 12 giugno a Francavilla Fontana, insieme a un altro uomo poi morto durante uno scontro con la polizia. Le autorità hanno ricostruito dettagli importanti sull’accaduto, segnando un passo avanti nel procedimento giudiziario.
Il contesto dell’omicidio a francavilla fontana
Il 12 giugno 2025 a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, il brigadiere capo Carlo Legrottaglie è stato ucciso durante un’operazione di polizia. L’episodio ha scosso la comunità locale e acceso i riflettori sulle modalità dell’intervento e gli obiettivi degli aggressori. Legrottaglie, figura di riferimento all’interno delle forze dell’ordine, ha perso la vita nel corso di un confronto armato che ha coinvolto due uomini sospettati di attività criminali. La dinamica della vicenda ha portato a indagini approfondite, mirate a identificare i responsabili e comprendere moventi e modalità.
Le accuse contro camillo giannattasio e il ruolo nel delitto
Camillo Giannattasio è stato formalmente colpito da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Brindisi. Il provvedimento, notificato a Carosino, dove risiede, lo indica come una delle due persone coinvolte nell’omicidio di Legrottaglie. Giannattasio è accusato di concorso in omicidio e resistenza a pubblico ufficiale insieme a Michele Mastropietro, il 59enne rimasto ucciso nel conflitto a fuoco con la polizia. L’accusa sostiene che Giannattasio abbia avuto un ruolo attivo, esprimendo una “condotta dimostrativa” di condivisione dell’arma da fuoco utilizzata per il delitto. Inoltre, gli investigatori hanno recuperato evidenze che lo collegano al possesso di ulteriori armi illegali, configurando un quadro d’accusa più ampio.
Il conflitto armato con la polizia e la morte di michele mastropietro
Michele Mastropietro, 59 anni, è deceduto nel corso di uno scontro a fuoco con gli agenti subito dopo l’omicidio del brigadiere. Le forze dell’ordine sono intervenute per bloccare i due sospettati e hanno ingaggiato un confronto armato nel centro di Francavilla Fontana. Mastropietro è rimasto ucciso durante l’evento, mentre Giannattasio è riuscito a fuggire inizialmente, per poi essere arrestato e sottoposto alla custodia in carcere. Le autorità hanno raccolto testimonianze e prove balistiche per ricostruire le fasi della sequenza e contestare il reato di resistenza attiva ai poliziotti. Il caso ha aperto una discussione sull’uso delle armi e sulle condizioni operative delle forze di sicurezza.
Le indagini sull’arsenale e i collegamenti con attività illecite
Nel corso dell’indagine, gli inquirenti hanno scoperto che Giannattasio deteneva altre armi clandestine, oltre a quella usata nell’omicidio di Legrottaglie. Questo dettaglio fa ipotizzare una preparazione e una organizzazione dietro l’azione criminosa più ampia del singolo evento. Il possesso di armi senza autorizzazioni costituisce un pericolo per l’ordine pubblico e indica possibili legami con ambienti criminali locali. Le autorità proseguiranno gli accertamenti per stabilire se ci siano ulteriori complici o collegamenti, approfondendo ogni spunto fornito dalle prove raccolte, con l’obiettivo di fare piena luce sulle dinamiche che hanno portato all’uccisione del brigadiere.
Le forze dell’ordine mantengono alta l’attenzione sulle indagini, e seguiranno gli sviluppi processuali nelle prossime settimane. La vicenda resta al centro dell’attenzione pubblica e giudiziaria a Francavilla Fontana e nel Brindisino.