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Almeno 60 morti a Gaza in attacchi israeliani vicino ai centri di distribuzione degli aiuti umanitari

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La fascia di Gaza ha vissuto una nuova giornata di violenza che ha provocato decine di vittime civili, molte delle quali stavano cercando aiuti umanitari. Le forze israeliane hanno preso di mira aree vicine ai punti di distribuzione dei beni di prima necessità, causando almeno 60 morti nelle ultime ore. Le tensioni si sono acuite soprattutto nella zona chiamata corridoio di Netzarim, una striscia di terra controllata da Israele che divide il territorio palestinese, teatro di scontri frequenti da settimane.

Le vittime tra chi aspettava aiuti nei punti di distribuzione

Secondo la protezione civile di Gaza, 31 delle persone uccise erano lì per ricevere assistenza umanitaria. Il portavoce Mahmud Bassal ha segnalato che cinque morti sono stati registrati mentre i civili si trovavano in fila nel sud della striscia, e altri 26 nel corridoio di Netzarim, dove le tensioni con l’esercito israeliano si sono intensificate. Proprio in quest’area si trovano alcuni centri di assistenza, gestiti da organizzazioni internazionali sostenute dagli Stati Uniti e da Israele. L’attacco ha colpito chi cercava un aiuto fondamentale in un contesto di forte carenza di risorse.

Corridoio di netzarim e punti critici per i rifornimenti

Il corridoio di Netzarim rimane un punto critico per il passaggio dei rifornimenti, ma anche una zona perennemente sotto controllo e osservazione militare israeliana. Incidenti come questi sono avvenuti con regolarità dall’apertura dei centri di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation, a fine maggio, che ha cercato di fornire cibo e medicamenti a migliaia di famiglie in difficoltà. La presenza di civili in questi luoghi non è mai stata sufficiente a bloccare il fuoco militare, esponendo alla morte persone inermi.

La versione dell’esercito israeliano sugli scontri nel corridoio di netzarim

Fonti militari israeliane hanno commentato gli eventi spiegando che le truppe in Netzarim hanno sparato colpi di avvertimento contro gruppi di persone ritenute sospette, che si stavano avvicinando a una zona protetta. “Quando i soggetti non si sono fermati, un velivolo ha aperto il fuoco eliminando quelli considerati una minaccia.” La strategia è stata riferita come necessaria per allontanare i potenziali pericoli per la sicurezza israeliana nella regione.

Questo episodio si inserisce in un quadro di tensione cresciuta dagli ultimi mesi, con un aumento delle operazioni militari israeliane vicino ai punti di distribuzione degli aiuti internazionali, sostenuti da donatori esterni e organizzazioni umanitarie. L’esperienza recente racconta di un’area difficilmente accessibile dalle agenzie di assistenza, a causa del rischio costante di scontri armati. La situazione rimane particolarmente delicata per quanti cercano di ricevere beni di prima necessità.

Attacchi in altre aree della fascia di gaza

Oltre alla zona centrale del corridoio di Netzarim, altre aree della fascia di Gaza hanno subito attacchi nelle ultime ore. Le vittime afferiscono a almeno tre episodi distinti. Nella città di Deir el-Balah e nei suoi dintorni, 14 persone sono state uccise in due bombardamenti israeliani separati. Nella zona di Gaza City invece, tre raid aerei hanno causato la morte di 13 civili, uno dei quali ha colpito una stazione per la ricarica telefonica.

L’attacco sulle infrastrutture di servizi ha avuto effetto anche sulla vita quotidiana degli abitanti, privati di un punto fondamentale per le comunicazioni in un territorio già segnato da difficoltà. I colpi hanno colpito zone popolate, aumentando ulteriormente il rischio per chi resta intrappolato in un conflitto senza fine. Nel sud della striscia sono state segnalate anche due morti in due episodi distinti legati ad azioni militari israeliane, confermando come il conflitto coinvolga diverse aree geografiche.

Il quadro resta dunque caratterizzato da violenze frequenti e mortali che colpiscono sia chi si sposta alla ricerca di aiuti, sia chi vive nelle città colpite dai bombardamenti. Le operazioni non danno tregua e le conseguenze si fanno sentire ogni giorno.

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