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L’album di trap del killer di Michelle Causo: un’oscura confessione musicale

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L'album di trap del killer di Michelle Causo: un'oscura confessione musicale
L'album di trap del killer di Michelle Causo: un'oscura confessione musicale
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La storia di Oliver, il minorenne accusato dell’omicidio di Michelle Causo, ha assunto toni inquietanti e controversi, specialmente dopo la sua recente decisione di pubblicare un album di musica trap dal carcere. Michelle, una ragazza di soli 17 anni, è stata brutalmente accoltellata nel giugno 2023, e il suo corpo è stato abbandonato in un carrello della spesa. Questo crimine ha scosso profondamente la comunità, suscitando un’onda di indignazione. Ora, a distanza di alcuni mesi, il killer ha scelto di esprimere la sua esperienza e il suo stato d’animo attraverso la musica, dando vita a un progetto artistico che ha già suscitato polemiche.

La musica di Oliver

Il primo brano dell’album, intitolato “Scusa mamma”, è stato caricato su un profilo Instagram dedicato, dove Oliver ha già accumulato 11.800 follower. Sotto il nickname di OlvRoff, il giovane artista ha pubblicato canzoni che parlano di una vita vissuta nel dolore e nella reclusione, ma che, allo stesso tempo, si mostrano insensibili al dramma della vittima. I versi della canzone rivelano un stato d’animo complesso, mescolando elementi di auto-riflessione con un apparente disinteresse per la sofferenza causata alle persone intorno a lui.

Una delle frasi più scioccanti che emergono dalla sua musica è: «La dovevo fare a pezzi così non l’avrebbero trovata». Questa dichiarazione ha sollevato interrogativi sulla sua psiche e sulla sua capacità di affrontare le conseguenze delle sue azioni. L’album, dunque, non è solo un’espressione artistica, ma sembra rappresentare anche un tentativo di rivendicazione di un’identità che si è costruita attorno al crimine.

Le reazioni della famiglia di Michelle

Il padre di Michelle, Gianluca Causo, ha espresso il suo sdegno nei confronti di questa iniziativa. Intervistato dal quotidiano Il Messaggero, ha dichiarato: «Sta facendo successo sulla morte di mia figlia. È uno sfregio alla sua memoria e alla nostra dignità». Causo ha anche messo in evidenza un punto importante: nel brano non c’è mai una scusa diretta a Michelle, ma solo un appello alla madre, che sembra riflettere la superficialità del suo rimorso.

Inoltre, la questione del come Oliver possa utilizzare i social media dal carcere ha sollevato preoccupazioni. Secondo il regolamento del carcere minorile di Treviso, l’uso di telefoni cellulari e computer è vietato. Gianluca Causo ha sollevato dubbi su come il giovane possa avere accesso a tali strumenti, suggerendo che qualcuno lo stia aiutando dall’esterno o che ci sia una violazione delle regole all’interno della struttura. «Qualcuno lo aiuta. O da dentro, o da fuori. Come fa ad avere quei mezzi?» ha dichiarato il padre di Michelle, evidenziando la necessità di chiarire questa situazione.

Un’indagine in corso

Attualmente, un’indagine è in corso da un anno all’interno del carcere per chiarire le dinamiche che hanno portato alla pubblicazione dell’album. Le autorità stanno cercando di capire come un detenuto possa avere accesso ai social media e se ci siano responsabilità da parte della direzione del carcere. L’attenzione mediatica su questo caso è alta, e la comunità si interroga su come affrontare la questione della criminalità giovanile e delle sue manifestazioni nel mondo della musica e della cultura pop.

Il fenomeno della musica trap, che spesso esplora temi di violenza, vita di strada e disagi giovanili, ha suscitato dibattiti su come sia possibile che un adolescente condannato per omicidio possa trovare spazio in questo universo, sfruttando la propria notorietà legata a un crimine. Questo porta a riflessioni più ampie sulla società contemporanea, dove i confini tra arte e vita reale sembrano sfumarsi, e dove la celebrazione di un’immagine di ribellione può talvolta oscurare le conseguenze delle azioni compiute.

In un contesto così complesso, la figura di Oliver si trasforma in un simbolo di una gioventù inquieta, che cerca di esprimere il proprio dolore e la propria rabbia attraverso mezzi che, purtroppo, possono risultare devastanti per le vittime e le loro famiglie. Mentre il dibattito si intensifica, è fondamentale riflettere su come la società possa affrontare questi temi, bilanciando il diritto all’espressione artistica con la necessità di giustizia e rispetto per le vittime.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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