Il tema dell’amicizia ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nell’ambito della filosofia e della letteratura. L’opera di Marco Tullio Cicerone non fa eccezione. Il testo scelto per la seconda prova scritta dell’esame di Maturità nei licei classici è un estratto dal dialogo “Laelius de amicitia”, un’opera che risale al 44 a.C. e che offre una riflessione profonda sui legami umani e sul significato dell’amicizia nella vita di ogni individuo.
Cicerone, noto oratore e filosofo romano, scrisse “Laelius de amicitia” in un periodo di grande tumulto politico e sociale, segnato dalla morte di Giulio Cesare e dalle tensioni che avrebbero portato alla nascita dell’Impero Romano. In questo contesto, il dialogo si sviluppa attraverso una conversazione tra Laelio, un amico di Cesare, e altri interlocutori, in cui si esplorano le caratteristiche dell’amicizia e il suo valore intrinseco.
Le qualità del vero amico
Il brano presentato agli studenti è particolarmente significativo, in quanto affronta le qualità che definiscono un vero amico. Cicerone descrive l’amicizia come un legame fondato sulla virtù, sulla condivisione di ideali e valori, e sulla fiducia reciproca. Secondo l’autore, non è sufficiente condividere momenti di gioia o di successo per considerare qualcuno un amico; è nei momenti difficili, nelle avversità e nelle prove della vita che la vera amicizia si manifesta. Questo concetto di amicizia, che trascende il semplice affetto o la compagnia, è un tema che risuona ancora oggi, rendendo la lettura di Cicerone attuale e pertinente.
L’importanza della saggezza
Nel dialogo, Cicerone mette in evidenza anche l’importanza della saggezza e del discernimento nella scelta degli amici. Laelio sottolinea che non si deve cercare un’amicizia per interesse personale o per motivi utilitaristici, ma piuttosto per una connessione autentica e genuina. La vera amicizia, secondo Cicerone, è disinteressata e si basa su una reciproca volontà di sostenere e migliorare l’altro. Questo approccio etico all’amicizia è un invito a riflettere sulla qualità delle relazioni che instauriamo nella nostra vita e sulla loro influenza sul nostro benessere interiore.
La fragilità dell’amicizia
Un altro aspetto interessante dell’opera di Cicerone è il suo richiamo alla fragilità dell’amicizia. L’autore avverte che le amicizie possono essere messe a dura prova dalle circostanze esterne e dalle scelte personali. La perdita di un amico, ad esempio, viene descritta come una delle esperienze più dolorose della vita umana. Questo tema della vulnerabilità dell’amicizia invita gli studenti a considerare non solo il valore dei legami che instaurano, ma anche l’importanza di nutrirli e preservarli nel tempo.
La scelta di un testo di Cicerone per la Maturità non è casuale. L’opera del filosofo romano è un pilastro della cultura classica e offre spunti di riflessione che trascendono le epoche. In un mondo in cui le relazioni umane sembrano spesso superficializzate da interazioni virtuali e comunicazioni istantanee, il richiamo di Cicerone a una dimensione più profonda dell’amicizia è un invito a riscoprire il valore della connessione umana reale.
La lezione di Cicerone, quindi, non si limita a proporre una definizione di amicizia, ma invita a un percorso di crescita personale e sociale. In un’epoca in cui le relazioni sono messe sotto pressione, la sua riflessione sull’amicizia rappresenta un faro di saggezza e un invito a coltivare legami autentici e significativi. La Maturità, attraverso la lettura di questi testi, diventa così non solo un esame di fine percorso scolastico, ma anche un momento di introspezione e di confronto con le sfide relazionali della vita.