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Caldo eccessivo? Ecco quando puoi rifiutarti di lavorare e continuare a ricevere lo stipendio

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"Stop al lavoro sotto il sole: orari, sanzioni e regole reali in vigore da luglio" - Smetteredilavorare.it
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Ondata di calore e lavoro: cosa prevede la legge per tutelare i lavoratori esposti al caldo estremo

L’ondata di calore anomalo che sta investendo l’Italia in queste settimane ha un impatto diretto sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto in settori dove l’attività richiede uno sforzo fisico prolungato o l’esposizione diretta al sole. Il Ministero della Salute ha evidenziato come temperature elevate, soprattutto se associate a tassi di umidità alti, possano ridurre la capacità di concentrazione, aumentare la fatica fisica e compromettere le decisioni rapide, esponendo i lavoratori a un rischio maggiore di infortuni.

I settori più esposti e i rischi da stress termico

I lavoratori più vulnerabili agli effetti del caldo sono coloro che svolgono attività fisica intensa all’aperto, spesso senza protezione adeguata. Agricoltura, edilizia, silvicoltura, pesca, trasporti, estrazione mineraria, manutenzione urbana e servizi pubblici sono tra i settori più esposti. L’esposizione alla radiazione solare diretta può peggiorare ulteriormente le condizioni, riducendo la prontezza fisica e mentale e aumentando il rischio di lesioni sul lavoro.

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“Stop al lavoro sotto il sole: orari, sanzioni e regole reali in vigore da luglio” – Smetteredilavorare.it

Ma anche i luoghi chiusi possono diventare pericolosi se privi di un sistema di ventilazione o condizionamento adeguato. È il caso, ad esempio, di reparti di panificazione industriale, macelli o cartiere, dove le alte temperature interne sommate al calore esterno possono raggiungere livelli critici.

In alcune regioni sono state adottate misure straordinarie. La Regione Lazio, ad esempio, ha disposto la sospensione delle attività all’aperto dalle 12.30 alle 16.00, mentre la Regione Calabria, dal 10 giugno al 31 agosto 2025, ha vietato il lavoro nei settori agricolo, florovivaistico ed edile durante le stesse fasce orarie nei giorni in cui il rischio termico è “ALTO”, come indicato dal portale Worklimate, progetto promosso da INAIL.

Le tutele economiche previste e i chiarimenti dell’INPS

Dal punto di vista normativo, la tutela dei lavoratori in condizioni di caldo estremo è garantita dall’art. 2087 del Codice Civile e dal D.Lgs. 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro), che impongono al datore di lavoro l’obbligo di valutare i rischi e di adottare misure preventive anche contro lo stress da calore.

Sul piano economico, le aziende possono fare ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), attivabile con la causale “eventi meteo”, se le condizioni climatiche impediscono la prosecuzione dell’attività lavorativa. Il contributo è previsto per 13 settimane, estendibili fino a 52 o, in alcuni casi specifici, a 24 mesi.

Con il messaggio INPS n. 2729 del 20 luglio 2023, l’Istituto ha chiarito che la CIGO è richiedibile anche quando le temperature non superano i 35°C, se la temperatura percepita è elevata in base al tipo di lavoro svolto. Attività come rifacimento tetti, stesura di asfalto o lavori su superfici metalliche aumentano notevolmente il rischio anche con valori più bassi. Inoltre, la sospensione dell’attività decisa dal responsabile della sicurezza aziendale è riconosciuta come valida ai fini del trattamento, a patto che non dipenda da negligenze del datore o dei lavoratori stessi.

Tra i criteri di valutazione della richiesta rientrano:

  • la natura dell’attività svolta;

  • le condizioni operative effettive;

  • i dati pubblicati da enti meteoclimatici o protezione civile sui valori di calore percepito.

La Cassazione, con la sentenza n. 836/2016, ha inoltre stabilito che, qualora il datore di lavoro non garantisca condizioni di sicurezza, il lavoratore può rifiutarsi legittimamente di lavorare senza perdere il diritto alla retribuzione.

Le norme e le misure a disposizione sono quindi numerose, ma resta fondamentale che vengano applicate tempestivamente, soprattutto durante le fasi critiche dell’estate, per evitare che il lavoro diventi una minaccia alla salute.

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