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Garlasco: le nuove analisi svelano misteri, ma l’impronta 33 resta un enigma

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Garlasco: le nuove analisi svelano misteri, ma l'impronta 33 resta un enigma
Garlasco: le nuove analisi svelano misteri, ma l'impronta 33 resta un enigma
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Negli ultimi giorni, il caso di Chiara Poggi, la giovane assassinata a Garlasco nel 2007, ha subito un’ulteriore complicazione. Le analisi condotte durante il primo giorno di incidente probatorio presso la questura di Milano non hanno portato alla scoperta di alcuna traccia di sangue, una notizia che ha lasciato perplessi gli inquirenti e gli esperti coinvolti. Questo primo giorno di lavoro ha visto periti e consulenti impegnati nell’analisi delle impronte raccolte sulla scena del crimine, nell’ambito di una nuova indagine che ha come indagato Andrea Sempio.

Le analisi e le impronte

Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha disposto questo procedimento con l’obiettivo di fare chiarezza sui reperti e le prove accumulate nel corso degli anni. Durante l’esame, sono state analizzate 18 delle 30 fasce contenenti impronte, inclusa la numero 10, considerata di particolare interesse poiché rinvenuta sullo stipite della porta d’ingresso della casa di Chiara Poggi. Nonostante le aspettative, i 24 campionamenti di DNA effettuati non hanno rivelato la presenza di sangue, e si è deciso di eseguire ulteriori test sull’impronta numero 10 per escludere definitivamente la presenza di materiale ematico.

Complicazioni nel processo di analisi

Un aspetto che ha destato particolare attenzione è l’assenza dell’intonaco grattato dalla parete delle scale, dove era stata isolata l’impronta numero 33, ora attribuita a Sempio. Questo reperto è considerato cruciale dagli investigatori, poiché si sperava di estrarre il DNA per un’analisi più approfondita. Tuttavia, i carabinieri hanno cercato invano questo materiale nelle settimane precedenti, un elemento che complica ulteriormente la situazione.

Durante l’incidente probatorio, è emerso anche un problema tecnico: le impronte raccolte sulla scena del crimine non sono state conservate su fascette paradesive come inizialmente previsto, ma su fogli di acetato. Questa scoperta potrebbe influenzare le modalità di analisi dei reperti, rendendo più difficile l’uso delle tecnologie più avanzate disponibili per l’analisi forense. L’approccio standard, che prevede la conservazione in modo da preservare al meglio le tracce, non è stato rispettato, il che solleva interrogativi sulla validità delle prove raccolte.

Prospettive future dell’indagine

Un altro elemento di grande rilevanza è il “contatto papillare numero 10”, che secondo gli inquirenti potrebbe essere la cosiddetta “mano sporca” dell’assassino o di una persona presente al momento del delitto. Durante le prime indagini, non erano state condotte indagini biologiche su questa impronta per verificare la presenza di particelle ematiche, ma ora le analisi hanno escluso tracce di sangue. Ciò che resta incerto è l’identità di chi possa aver lasciato quella traccia: una recente consulenza dattiloscopica ha escluso la corrispondenza con le impronte di Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara, già condannato a 16 anni di reclusione, e non ha nemmeno confermato alcuna corrispondenza con le impronte di Andrea Sempio.

Le prossime fasi dell’indagine si preannunciano complesse e ricche di incognite. Giovedì si proseguirà con l’analisi di altri reperti, in particolare della spazzatura trovata nella villetta di Garlasco, inclusi gli avanzi della colazione che Chiara presumibilmente consumò la mattina dell’omicidio. Tuttavia, l’analisi di questi campioni è stata ritardata da complicazioni formali, dato che il verbale di sequestro necessario era inizialmente mancante, ma poi recuperato. Questo lavoro preliminare, essenziale per procedere alle analisi vere e proprie da parte dei periti e dei consulenti, richiederà più tempo del previsto e potrebbe ulteriormente ritardare l’indagine.

Il caso di Chiara Poggi è uno di quelli che ha segnato la cronaca italiana e che continua a suscitare interesse e interrogativi. Dall’omicidio avvenuto nel 2007, infatti, si sono susseguite diverse fasi processuali, con condanne e ricorsi, ma la verità sulla sua morte rimane avvolta nel mistero. La nuova indagine, con l’attenzione posta sulle impronte e sui reperti, potrebbe essere la chiave per fare finalmente luce su un delitto che ha colpito profondamente l’opinione pubblica e ha lasciato segni indelebili nella comunità di Garlasco.

In questo contesto, la mancanza di prove tangibili come il sangue e l’assenza di elementi cruciali come l’intonaco dell’impronta 33 pongono interrogativi non solo sulla capacità delle forze dell’ordine di gestire le prove, ma anche sulla possibilità di arrivare a una risoluzione definitiva del caso. Mentre gli investigatori continuano a lavorare, l’attesa per la verità rimane alta, e ogni nuova scoperta potrebbe portare a sviluppi inaspettati in una delle vicende più intricate della cronaca nera italiana.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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