Il caso di Garlasco, che ha profondamente scosso l’Italia nel 2007 con l’omicidio di Chiara Poggi, continua a riservare colpi di scena. Recentemente, nel giorno dell’inizio dell’incidente probatorio, la procura di Pavia ha rivelato nuovi dettagli su una traccia fondamentale per le indagini: l’impronta 97F. Questa traccia, catalogata nel 2007 dal Ris di Parma come segno di sangue, è stata trovata sul muro a sinistra della scala che conduce alla tavernetta della villetta di via Pascoli, dove fu rinvenuto il corpo di Chiara.
L’impronta 97F è di particolare rilevanza poiché gli inquirenti ritengono possa appartenere alla mano sinistra dell’assassino, mentre l’impronta 33, già attribuita ad Andrea Sempio, è quella della mano destra. Questo elemento di prova potrebbe rivelarsi cruciale per dimostrare la presenza di Sempio sulla scena del crimine, avvenuto tra le 9:12 e le 9:36 del 13 agosto 2007, secondo quanto stabilito dalla Cassazione.
Il contraddittorio e i punti controversi
Oggi, gli avvocati difensori di Sempio, tra cui Massimo Lovati, hanno avuto l’opportunità di contrapporre le loro argomentazioni a quelle della procura, guidata da Fabio Napoleoni. Il contraddittorio è un passaggio fondamentale del processo, supervisionato dalla giudice Daniela Garlaschelli. Gli esperti hanno 90 giorni per analizzare vari punti controversi, con un rapporto atteso entro il 24 ottobre.
Uno dei punti chiave da esaminare riguarda i profili genetici rinvenuti sulle unghie della vittima. Carlo Previderé, consulente dell’accusa, ha dichiarato che il DNA trovato sulle unghie di Chiara è compatibile con quello di Sempio, mentre il consulente De Stefano ha affermato che il DNA non può essere attribuito a nessuno a causa della sua scarsità e degrado. Questo contrasto di opinioni evidenzia la complessità e la delicatezza di questa fase del processo.
Analisi dei reperti e dei profili genetici
Il secondo punto prevede l’analisi del DNA estratto da paradesivi e impronte, in particolare dalla traccia numero 10, che non è mai stata collegata a nessuno. Altri aspetti cruciali includono l’estrazione di DNA da campioni biologici e reperti mai analizzati, come:
- Un frammento del tappetino del bagno della villetta di via Pascoli
- Confezioni di tè
- Un vasetto di yogurt
- Altri oggetti
Questi reperti potrebbero rivelare informazioni preziose sui possibili autori del delitto. Inoltre, gli esperti dovranno confrontare i profili genetici estrapolati con quelli di Andrea Sempio, Alberto Stasi (un ex fidanzato della vittima), i membri della famiglia Poggi e altre persone che frequentavano abitualmente l’abitazione di Chiara.
Rilevanza dell’impronta 97F e la scena del crimine
L’impronta 97F ha riacquistato rilevanza. Nel 2007, era stata considerata una traccia dell’aggressore, grazie alla presenza di sangue della vittima. La nuova valutazione suggerisce che potrebbe appartenere a una mano sinistra, sebbene non sia ancora chiaro se abbia un’identità dattiloscopica. La ricostruzione è supportata da evidenze di sangue trovate in altre parti della scena del crimine, suggerendo che Chiara potrebbe aver tentato di chiamare aiuto prima di essere aggredita.
Secondo gli esperti, le tracce ematiche presenti sul pigiama della vittima potrebbero indicare che l’aggressore ha sporcato la maglietta nel momento in cui ha sollevato e gettato Chiara lungo le scale. La posizione delle tracce di sangue, a circa 20 cm sopra il pavimento, è stata considerata logica, dato che la vittima era distesa a faccia in giù.
Un altro elemento da considerare è il telefono presente nella cucina, che Chiara potrebbe aver cercato di utilizzare per chiamare aiuto. Le analisi hanno mostrato che il telefono era stato investito da tracce ematiche, e la presenza di macchie vicino al suo alloggiamento suggerisce che la vittima potrebbe averlo maneggiato durante l’aggressione. Inoltre, le tracce di sangue rinvenute sulle piante dei piedi del corpo di Chiara potrebbero indicare che, in un certo momento, ha camminato su una superficie insanguinata.
In questo contesto, la cucina della villetta di Garlasco emerge come un luogo centrale per le indagini. Le tre sedie trovate attorno al tavolo potrebbero indicare la presenza di più persone, suggerendo che oltre a Chiara, ci fossero almeno altri due individui nel momento dell’aggressione. La scena del crimine continua ad essere analizzata per chiarire la minuziosa dinamica degli eventi di quel tragico giorno, un giorno che ha segnato per sempre la vita di molti e ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva del paese. La ricerca della verità continua, con la speranza che giustizia venga finalmente fatta per Chiara Poggi.