Un’indagine tra recensioni, prezzi medi e variazioni locali rivela i supermercati più costosi d’Italia. In testa Eataly, ma non è l’unica catena segnalata per gli alti costi.
Aumentano i prezzi nei carrelli della spesa e, con essi, cresce anche la consapevolezza dei consumatori italiani. Non tutti i supermercati praticano le stesse tariffe: in alcune catene il costo medio degli stessi prodotti può variare anche del 30%. Mentre molte famiglie cercano offerte e sconti, altri punti vendita si distinguono per una politica dei prezzi ben più alta della media. La differenza non sta solo nella qualità o nella zona geografica, ma anche in un preciso posizionamento di mercato. Una recente analisi, che incrocia prezzi medi, volantini promozionali e recensioni online, ha individuato le catene con i listini più salati in circolazione.
I supermercati con i prezzi più alti secondo i dati 2025
Chi fa la spesa con attenzione se n’è già accorto: alcune insegne sembrano costare più delle altre. Non è solo una sensazione. L’analisi parte da un confronto tra gli stessi articoli venduti da diverse catene, in varie città italiane. A spiccare su tutte, come supermercato più costoso d’Italia, è Eataly. Il marchio, nato per valorizzare le eccellenze agroalimentari italiane, propone una gamma di prodotti selezionati e spesso di alta fascia, con un’attenzione particolare alla filiera e all’origine. Una scelta che, inevitabilmente, si riflette anche sui prezzi.
Al di là del nome Eataly, però, ci sono altri supermercati che, secondo le analisi di Altroconsumo e i feedback dei clienti, risultano meno convenienti sul piano economico. A incidere, spesso, è anche la zona geografica: a Roma e Milano, per esempio, alcuni marchi applicano tariffe ben più alte rispetto alle stesse insegne presenti in città più piccole.

La variabilità dei prezzi è legata anche al tipo di punto vendita. Un superstore o un ipermercato in centro città tende ad avere costi più alti di uno store di periferia o discount. Eppure, anche in contesti simili, si notano importanti differenze: Famila Superstore, Carrefour, Tigre e Coop sono tutte catene che, nelle rilevazioni più recenti, si posizionano tra le meno convenienti.
In particolare, alcuni punti vendita Sigma, soprattutto nel Centro Italia, hanno registrato aumenti significativi. Lo stesso vale per Elite, presente a Roma, che molti utenti hanno identificato tra le insegne più care, sia per i prodotti freschi che per i confezionati.
Dove costa di più e perché: i fattori che incidono sul prezzo
Dietro al prezzo finale dei prodotti ci sono molti elementi spesso invisibili al consumatore. Le dinamiche che rendono un supermercato più caro di un altro possono dipendere da scelte aziendali, politiche di ricarico, ma anche da variabili logistiche e strategie commerciali. Alcune catene puntano tutto su qualità e provenienza, selezionando fornitori locali o biologici. Altre preferiscono mantenere un’immagine premium, investendo su spazi eleganti, eventi promozionali e packaging curato.
Nelle zone metropolitane, come Roma e Milano, si aggiunge il costo degli immobili, del personale e della gestione operativa, che incide inevitabilmente sul prezzo finale. Tuttavia, secondo i dati analizzati, anche in contesti simili si osservano differenze notevoli. Due supermercati nello stesso quartiere possono proporre lo stesso prodotto a prezzi molto diversi.
Alcuni consumatori giustificano i prezzi elevati con un servizio migliore, maggiore varietà o brand di qualità superiore. Altri, invece, segnalano una scarsa proporzione tra prezzo e prestazione. Per questo motivo, monitorare regolarmente i volantini, confrontare i costi e segnalare eventuali abusi o squilibri può fare davvero la differenza, soprattutto per le famiglie numerose.
La consapevolezza è il primo strumento per risparmiare. Sapere quali sono i supermercati meno convenienti, in base a dati verificati e non solo a percezioni personali, è un passo concreto per ottimizzare le spese settimanali. E quando i conti non tornano, il cambiamento inizia scegliendo dove fare la spesa.