Nell’ultima seduta della settimana, Piazza Affari ha registrato un segno negativo, chiudendo con un calo dell’1,28% e portando l’indice Ftse Mib a 39.438 punti. Questo trend ribassista è stato influenzato da vari fattori, tra cui le tensioni geopolitiche scaturite dall’attacco di Israele all’Iran, che hanno creato preoccupazioni sui mercati internazionali. Gli scambi sono stati vivaci, con un controvalore di 3,5 miliardi di euro, segno di un mercato ancora attivo nonostante le vendite.
contesto economico e rendimento dei titoli
Il contesto economico non ha giovato agli investitori, con lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi che si è attestato a 95 punti base. Anche se il differenziale di rendimento ha mostrato una certa stabilità, il rendimento dei Btp è aumentato di 7,9 punti, raggiungendo il 3,48%, mentre il rendimento dei Bund ha visto un incremento di 5,9 punti, assestandosi al 2,53%. Questo scenario di crescita dei rendimenti è spesso interpretato come una mossa di mercato a fronte di incertezze globali.
andamento dei settori e performance delle azioni
Un aspetto che ha dato un po’ di respiro al mercato è stato l’andamento dei prezzi delle materie prime. Il prezzo del greggio ha fatto registrare un incremento significativo, con il Wti che è salito del 5,32%, raggiungendo i 71,66 dollari al barile. Anche il gas naturale ha mostrato un buon andamento, con un aumento del 4,75% a 37,89 euro al MWh. Questo rialzo ha avuto un impatto positivo su alcune azioni, in particolare su Eni, che ha chiuso con un guadagno dell’1,04%. Eni, colosso energetico italiano, continua a beneficiare dell’aumento dei prezzi delle materie prime, un trend che potrebbe continuare a influenzare le performance delle aziende del settore energia.
Altri titoli che hanno evidenziato una performance positiva includono:
- Italgas: +1,09%
- A2A: +0,9%
- Leonardo: +0,43%
Tuttavia, Leonardo ha visto guadagni inferiori rispetto ai rivali europei nel settore della difesa, un’area in crescita a livello globale, soprattutto in seguito all’intensificarsi delle tensioni geopolitiche.
vendite diffuse tra le blue chip
Nonostante alcuni titoli in crescita, la maggior parte delle blue chip milanesi ha subito vendite, con Stellantis che ha registrato un calo significativo del 3,39%. La casa automobilistica, frutto della fusione tra FCA e PSA, continua ad affrontare sfide legate alla supply chain e all’elettrificazione dei veicoli. Altri nomi noti del settore automobilistico, come Ferrari e Pirelli, hanno visto cali rispettivi del 2,78% e dell’1,59%. Anche Iveco ha subito un decremento del 2,68%, evidenziando le difficoltà del settore in un contesto economico incerto.
Tra le blue chip più colpite, Nexi ha mostrato un calo preoccupante del 4,93%, mentre Campari ha chiuso la giornata con un ribasso del 3,4%. Il settore del lusso ha subito una battuta d’arresto, con Moncler scesa del 2,69% e Brunello Cucinelli del 2,02%. Questi movimenti possono essere attribuiti a una combinazione di fattori, tra cui la diminuzione della domanda in mercati chiave e le preoccupazioni per l’impatto delle attuali tensioni geopolitiche sull’economia globale.
Anche le banche hanno risentito di questo clima di incertezza, con una serie di titoli in calo. Popolare Sondrio ha registrato un ribasso del 2,45%, mentre Mediobanca è scesa dell’1,67%. Le performance di Unicredit e Banco Bpm sono state negative, con cali rispettivi dell’1,46% e dell’1,43%. Monte dei Paschi ha chiuso a -1,34%, mentre Bper ha visto un calo dell’1,28%. Intesa Sanpaolo, pur mantenendo una certa cautela, ha chiuso con un ribasso più contenuto dello 0,81%.
Questa giornata di contrattazioni evidenzia come le dinamiche geopolitiche possano influenzare profondamente i mercati azionari, portando a vendite diffuse e una maggiore volatilità. Gli investitori continueranno a monitorare da vicino l’evoluzione della situazione in Medio Oriente e i relativi impatti sull’economia globale, in particolare sulle materie prime e sui settori più sensibili alle fluttuazioni economiche e politiche.