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Fermato in Grecia il presunto assassino di Villa Pamphili: «La bimba morta era mia figlia»

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Fermato in Grecia il presunto assassino di Villa Pamphili: «La bimba morta era mia figlia»
Fermato in Grecia il presunto assassino di Villa Pamphili: «La bimba morta era mia figlia»
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La tragica vicenda della neonata di sei mesi, trovata senza vita nel parco di Villa Pamphili a Roma, ha preso una piega inquietante con l’arresto di Rexal Ford, un uomo di 46 anni con presunti tratti latini. L’arresto è avvenuto sull’isola di Skiathos, in Grecia, dove Ford è stato fermato dalle autorità locali dopo un intenso lavoro investigativo da parte della polizia italiana. L’uomo ha dichiarato di essere il padre della piccola, ma al momento le autorità romane, guidate dal procuratore Francesco Lo Voi, hanno sottolineato che non ci sono prove scientifiche che confermino questa relazione parentale.

La scoperta del corpo e le indagini

L’orrenda scoperta del corpo della neonata è avvenuta sabato 7 giugno, a pochi passi da quello della madre, la cui identità rimane avvolta nel mistero. Le cause del decesso della donna sono ancora sconosciute, ma si sospetta un duplice omicidio. La piccola, secondo le prime informazioni, sarebbe stata percossa e soffocata, un dettaglio che ha sollevato interrogativi inquietanti sulla dinamica degli eventi che hanno portato a questa tragedia familiare.

Rexal Ford ha un passato penale negli Stati Uniti, e le autorità hanno trovato «robusti indizi» che lo collegano all’omicidio della neonata. La sua fuga in Grecia, avvenuta il 11 giugno con un volo da Fiumicino, ha sollevato ulteriori interrogativi su come e perché la famiglia sia entrata in Italia. Le prime tracce della famiglia risalgono ad aprile, ma i dettagli rimangono oscuri.

L’arresto e le procedure legali

Il procuratore Lo Voi ha confermato che l’uomo sarà estradato in Italia entro 20-25 giorni, secondo le procedure di arresto internazionali. Questo arresto è avvenuto grazie anche all’emissione di un mandato d’arresto europeo, che ha facilitato la cattura di Ford in Grecia. La notizia dell’arresto è stata inizialmente diffusa dal Tg1 sui social media, sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta contro i crimini gravi.

Un testimone oculare, che ha assistito a una lite tra Ford e la giovane madre, ha fornito informazioni cruciali per l’arresto. Questo testimone ha allertato le forze dell’ordine, che sono intervenute tempestivamente. Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno mostrato Ford mentre portava la bambina in braccio, vestita con una tutina rosa, prima che il corpo della piccola venisse ritrovato abbandonato tra i rifiuti.

Il mistero della madre e le domande senza risposta

L’atteggiamento di Ford, che non ha cercato aiuto per la madre e la figlia in un momento di crisi, è considerato dai magistrati un ulteriore elemento di sospetto. «È poco comprensibile che l’uomo che si accompagnava alla donna e alla bimba, che teneva anche in braccio, si sia allontanato dal territorio nazionale abbandonandole», ha dichiarato Lo Voi. La scelta di non contattare i soccorsi o le autorità al momento della tragedia ha alimentato le ipotesi di un coinvolgimento diretto di Ford nella morte della madre e della figlia.

La drammaticità della situazione è amplificata dal fatto che, mentre la comunità si stringe attorno al dolore di una vita spezzata, permangono domande senza risposta riguardo alla vita della giovane madre e a come sia finita in questa drammatica situazione. Da dove provenisse, quali fossero le sue speranze e sogni, e come sia giunta a trovarsi in un parco di Roma, lontano da casa, sono interrogativi che rimangono senza una risposta chiara.

Inoltre, la questione dell’identità della madre della neonata è un altro elemento cruciale in questa indagine. La mancanza di informazioni dettagliate su di lei rende la vicenda ancora più complessa. Gli investigatori stanno lavorando per chiarire chi fosse e quali rapporti avesse con Ford. La ricostruzione della loro storia potrebbe rivelare le motivazioni dietro questo tragico epilogo.

La comunità di Villa Pamphili è scossa da questo crimine efferato, e il parco, tradizionalmente un luogo di pace e serenità, è diventato il teatro di un dramma familiare che ha lasciato un segno profondo. Le autorità locali stanno intensificando i controlli e le misure di sicurezza per garantire che simili tragedie non si ripetano in futuro. La speranza è che questo caso possa essere risolto in modo giusto e che la verità possa venire alla luce, portando un po’ di giustizia a una storia così dolorosa e straziante.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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