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Boyle svela il suo segreto: l’Oscar custodito in una scatola

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Boyle svela il suo segreto: l'Oscar custodito in una scatola
Boyle svela il suo segreto: l'Oscar custodito in una scatola
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Danny Boyle, il celebre regista britannico, ha condiviso un aneddoto affascinante riguardo al suo Oscar vinto per la regia di “The Millionaire”. Durante una masterclass organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma e Sony Pictures, ha rivelato che, nonostante l’importanza del premio, ha deciso di riporre la statuetta in una scatola. “L’avevo sistemato su uno scaffale”, ha confessato, “pensando di poterlo guardare di tanto in tanto. Ma in realtà, è lui a guardarti… per tutto il tempo.” Questa affermazione riflette l’umiltà di un artista che, pur avendo raggiunto vette straordinarie, mantiene una prospettiva realistica sulla sua carriera.

Presentazione del nuovo film

L’incontro, tenutosi alla Casa del Cinema, ha anche rappresentato un’opportunità per presentare in anteprima 28 minuti del suo nuovo film, “28 anni dopo”, un thriller horror distopico che vede nel cast attori di spicco come Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson, Ralph Fiennes e Alfie Williams. Questo film, in uscita il 18 giugno 2024 con Eagle Pictures, segna un ritorno al mondo post-apocalittico creato da Boyle insieme allo sceneggiatore Alex Garland nel 2002 con “28 giorni dopo”. Durante la masterclass, Boyle ha sottolineato l’importanza di affrontare ogni progetto come un nuovo inizio, affermando: “Si ricomincia da zero, dal primo gradino. I vantaggi di aver vinto un Oscar spariscono molto rapidamente.”

La passione per il cinema

Nato nel 1956 a Radcliffe, vicino a Manchester, Boyle ha scoperto la sua passione per il cinema a soli 11 anni grazie al film “La battaglia dei giganti” di Ken Annakin, che ha ispirato George Lucas per il nome di un personaggio in “Star Wars”. Tuttavia, il suo film preferito rimane “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola, un’opera che ha avuto un’influenza profonda sulla sua visione artistica. “In ’28 anni dopo’ troverete dei riferimenti a Coppola”, ha osservato Boyle, riconoscendo l’eredità lasciata dai grandi maestri del cinema.

Riflessioni sul futuro del cinema

Il vero riconoscimento internazionale per Boyle è arrivato con “Trainspotting” nel 1996, un film che ha segnato un’epoca e ha messo in luce la sua capacità di raccontare storie complesse e coinvolgenti. “Ho capito che era fondamentale rimanere coi piedi per terra e usare un successo per realizzare il progetto successivo”, ha affermato Boyle. Grazie al successo di “The Millionaire”, ha potuto realizzare “127 ore”, ispirato alla storia vera di Aron Ralston, un alpinista costretto ad amputarsi un braccio dopo essere rimasto intrappolato in una gola.

Durante l’incontro, Boyle ha espresso il suo punto di vista sul futuro del cinema, sottolineando l’importanza dell’esperienza collettiva che solo una sala cinematografica può offrire. “I signori della tecnologia ci incoraggiano a radicare la nostra vita sui loro strumenti di comunicazione, vogliono che ci colleghiamo al mondo attraverso smartphone e piattaforme, ma il cinema è una straordinaria esperienza collettiva, come una partita di calcio”, ha affermato. Questo mette in evidenza il suo amore per il grande schermo, un amore che non sembra affievolirsi nonostante le sfide poste dalla digitalizzazione.

Inoltre, Boyle ha rivelato di essere un grande amante dei blockbuster, affermando: “Mi piace tutto ciò che crea una connessione.” Tuttavia, ha anche messo in guardia contro il rischio di perdere l’autenticità artistica lavorando con grandi studi e star di Hollywood. “Ho visto ‘Mission: Impossible’, ma non lo dirigerei. Mi piacerebbe però dirigere qualcosa come ‘Sinners’, che pone al pubblico determinate sfide”, ha aggiunto, suggerendo un desiderio di esplorare narrazioni più profonde e significative.

La masterclass ha offerto non solo un’opportunità per scoprire le nuove avventure di Boyle nel mondo del cinema, ma ha anche messo in luce il suo approccio filosofico alla carriera e alla vita. Con umiltà e saggezza, Boyle continua a navigare nel complesso panorama cinematografico, dimostrando che, nonostante il riconoscimento e il successo, la vera passione per il cinema rimane la sua guida principale.

Written by
Sara Lucchetta

Sono una giornalista appassionata di Università, ricerca e tutto ciò che ruota attorno al mondo dello studio. La mia missione su smetteredilavorare.it è quella di esplorare e raccontare le sfide e le opportunità che gli studenti e i ricercatori affrontano ogni giorno. Credo fermamente nel potere della conoscenza e nel valore dell'istruzione come strumento di cambiamento. Oltre a dedicarmi alla mia passione per l'istruzione, mi piace anche tuffarmi nel mondo dello spettacolo e del cinema. Scrivere di film e eventi culturali mi permette di esprimere la mia creatività e di esplorare le diverse sfaccettature della vita. Quando non sono impegnata a scrivere, mi trovate spesso a cercare nuovi film da vedere o a discutere di tendenze culturali con amici e colleghi. La mia curiosità mi guida in ogni racconto e spero che le mie parole possano ispirare e informare chi legge.

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